[ PREQUEL ]
"Liberati per le sette
e portami dentro di te
e smettila di fare a botte,
a botte con te."(7, Gazzelle)
Di ritorno da una prima, lunga e intensa sessione di terapia, Alice non può fare a meno di riflettere sulle ultime parole della sua psicologa. Ha preferito tornare a casa a piedi, si è fatta una lunghissima passeggiata e si è schiarita un po' le idee.
Il percorso è ancora lungo e accidentato, ma è come se la dottoressa l'avesse presa per mano, aiutandola a schiarire alcune zone d'ombra. Un'ombra che, in fin dei conti, la stava inghiottendo, allontanandola gradualmente dalla luce.
Alice infila la chiave nella toppa e viene accolta da un profumino diverso dal solito take-away che la loro pigrizia li spinge ad ordinare di solito. Claudio ha un mestolo in mano e quella scena, così casalinga e strampalata da vedere alla fine di una lunga giornata, è talmente esilarante da costringerla a spiarlo dallo stipite della porta.
Ed è solo dopo una manciata di minuti che lui si accorge della sua presenza, assumendo l'espressione di chi è stato colto in fallo.«Allora, com'è andata? La strizzacervelli ha confermato i miei stereotipi?» commenta lui, con quel suo tono sardonico.
Alice sospira, poi gli cinge la vita da dietro e poggia il capo sulla sua schiena. Claudio non sa come interpretare quel segnale, non vuol dire qualcosa che potrebbe turbarla ulteriormente, ragion per cui si limita ad assecondarla: «Alice...»
Lui si volta, liberandosi così di quella stretta, portando le mani all'altezza del suo collo.
«Io — io ti ho fatto così male. Scusami» mormora con tono arrendevole, gli occhi iniziano a divenirle lucidi. «Io non so perché tu sia rimasto con me, nonostante tutto. Nonostante io abbia rovinato tutto.»
Quel tutto pesa più di un macigno, la costringe alla resa e al cedimento emotivo.
Vorrebbe poter azzerare quel tutto, vorrebbe essere una moglie migliore e vorrebbe cancellare le sfuriate che gli ha fatto e che, in fin dei conti, vanno avanti da un anno.
Ed è quel silenzio insopportabile a pesarle più di ogni altra cosa, poiché alla fine è una forma di assenso. Non osa voltare insù il capo, non ha la forza di incontrare il suo sguardo deluso.
Claudio, però, anziché parlarle preferisce sventolarle la mano di fronte al volto: «Per questo» asserisce semplicemente, indicando l'anulare. «Alice?»
«Sì?»
«Lascia che sia io a salvarti, per una volta. Tu hai salvato tante volte me.»
Vorrebbe gridare il suo assenso, ma la verità è che le sembra talmente surreale il fatto che Claudio la perdoni così che non riesce a dire null'altro. Gli afferra la mano, invece, stringendola alla sua e schioccando un bacino laddove le labbra incontrano la fede nuziale di Claudio.
*
Dopo un paio di settimane Alice ritrova l'abilità di dedicarsi a più cose contemporaneamente, indagini della polizia incluse, tormentando Silvia al cellulare con le sue rocambolesche teorie.
Poi, però, capisce che anche lei ha un bel da fare con il suo frugoletto e quindi decide di darsi alle indagini freelance. Solo una punta di nostalgia le impasta la voce, ora, quando sente parlare di neonati o si trova nei paraggi di una donna incinta.
Nostalgia di quel che sarebbe potuto essere — si perde ad immaginare tutti gli "e se...", pensando a come sarebbe stato il suo pancione, quanti chili avrebbe preso, quanto se ne sarebbe lamentata e come avrebbe fatto a bilanciare la sua vita.
La sua psicologa le aveva fatto intendere che essere triste era un suo diritto, pensare a quel che sarebbe potuto essere era del tutto normale, ma doveva anche aggiungere un altro costrutto alla frase.
Nostalgia di quel che sarebbe potuto essere e potrebbe ancora essere. Sarà.
Glielo aveva persino fatto scrivere su un blocco di appunti che Alice si era appositamente procurata, con tanto di unicorni colorati in copertina per rimanere sempre sobria: ogniqualvolta i pensieri negativi varcavano la sua mente l'obiettivo era trascriverli e aggiungere un altro costrutto terminante con un per ora.
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Pacchetto completo
Fanfic[ serie di one-shots AA/CC ] [ tratto da • Nove (lunghi) mesi • ] Claudio sfiora la sua spalla nuda, poi avverte la stessa delicatezza sulle sue labbra: non sa mai cosa voglia trasmetterle a parole, ma è piuttosto certo che quel gesto, così tenue e...