• Il giusto casino •

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Se svariati anni prima avessero detto a Claudio Conforti che avrebbe varcato la soglia dell'Istituto chiacchierando di futilità accanto a sua moglie, si sarebbe fatto una sonora risata o si sarebbe versato un bel bicchiere di vino. 

Chi voleva prendere in giro, avrebbe fatto entrambe le cose. 

Se svariati anni prima gli avessero fatto notare che avrebbe letteralmente messo a soqquadro un intero appartamento per trovare un paio di chiavi — sempre per quel maledetto vizio di Alice di spostarle almeno tre volte al giorno —, giusto per mettere alla prova la sua pazienza, non si sarebbe riconosciuto. 

La cosa davvero paradossale, e forse anche un po' buffa, era che stentava a inscriversi in quella versione di sé passata. O meglio, la ricordava come un'immagine più opaca, se paragonata al riflesso che vedeva ogni giorno. 
Accanto a lei, la quale aveva involontariamente grattato più a fondo della superficie, scoprendone ulteriori strati, Claudio aveva spolverato via l'immagine ben più costruita e artificiosa di sé stesso.
A volte l'immagine che si dà di sé stessi diventa talmente convincente che si pensa erroneamente di non poter essere nient'altro, come se la superficie fosse l'unica cosa palpabile. 

Alice aveva reso caotico ogni momento della sua vita, ma si trattava di un disordine che reputava giusto. Un caos che poteva vedere a occhio nudo, tra le ricerche lasciate sul divano e una preoccupante tazza di caffè in prossimità delle stesse, e al contempo osservabile ben più in profondità. 
Alice aveva lasciato un pezzo di sé in ogni angolo dell'appartamento, abituandolo a cercarla all'infuori e dentro di sé in egual maniera.
Per esempio, quando Alice era assente per un convegno o una scadenza della massima importanza, quel divano privo dei suoi immancabili appunti gli appariva vuoto.
Improvvisamente le tazze di caffè in perfetto equilibrio gli sembravano prive del loro scopo primario e l'apparente ordine era così artefatto da mandarlo su di giri, ben più del trambusto. 

La verità era che Alice aveva lasciato l'anima nelle cose che lo circondavano.

Aveva riempito l'aria intorno a sé e tutto l'ordine del mondo non avrebbe mai avuto alcuna chance contro il giusto casino.    

«Sono solo un paio di chiavi, che sarà mai...»
«Della mia macchina!»
Le fece notare Claudio, sottolineando l'importanza del nuovissimo bolide.
Di tutta risposta, Alice reagì roteando le pupille.
«Ma è solo —»
«Se stai per dire che è solo una macchina, ti lascio a piedi.»
«Oh, sto avendo un déjà-vu» rimarcò Alice in sovrappensiero. 

Déjà-vu o velata minaccia a parte, la mente virò all'improvviso verso la tortuosa soluzione dell'enigma, conducendola a passi ben spediti in cucina. 

«Ovvio, il frullatore!» 
Alle sue spalle, Claudio si stava massaggiando con fare arrendevole le tempie. 
«Ovvio» ribadì, intingendo quella parola di sarcasmo. 

Ignorandolo deliberatamente, Alice incalzò il suo ragionamento: «Ieri ho pensato che me le sarei ricordate solo accanto a qualcosa che utilizzo ogni mattina. Frullatore uguale chiavi. Ha senso» lo frenò, puntandogli l'indice a qualche millimetro di distanza dalla bocca. «Solo che stamattina ho fatto tardi, la moca non è vicina al frullatore. Ecco un'altra cosa che dovrei spostare...»

Alice stava già millantando modifiche di grande portata, continuando a sciorinare quelle parole in un susseguirsi di elucubrazioni mentali e vocaboli senza sosta, ma l'attenzione di Claudio era rivolta più che altro alle sue labbra. 

«E questo perché perdo le tue preziose chiavi... dovrei perderle più spesso» affermò Alice.
 
Le punte delle loro dita protendevano l'uno verso il volto l'altro, con quel desiderio recondito e forse anche un po' egoista di creare una stasi temporale, un sospeso che li avrebbe costretti a non dover abbandonare quel momento. 
Claudio osservò il guizzo nei suoi occhi ogniqualvolta celebrava una piccola vittoria e cercò di preservarne un pezzetto solo per sé, solo per un attimo, ancor più convinto di non aver mai desiderato tanto un giusto casino qual era Alice.



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piccola nota a margine per dire che, sì, son tornata con qualcosa di estremamente breve e che ringrazio tutti voi per avermi scritto via wattpad/twitter!
Al momento sto portando a termine dei progetti di scrittura personale, ma in questo fandom torno sempre con piacere quando posso. 
💛


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