Cold Spring, Putnam
22 settembre, 10:54 AM"Lou."
È un sussurro, nulla di più, il delicato infrangersi di un piccolo suono bisbigliato nell'aria. Louis lo sente, lo sente mentre gli pervade i polmoni e lo fa respirare a bocca aperta. Le unghie di Eleanor sono una presenza fredda contro le sue scapole ma a Louis sembra di andare a fuoco.
Harry è lì. Harry è lì. Apparentemente il mondo ha ricominciato a girare.
Eleanor sorride, un "Finalmente!" a scivolare dalle sue labbra rosee piegate all'insù. Carezza un'ultima volta le scapole di Louis, per lasciargli il tempo di metabolizzare il suo allontanarsi, e poi fronteggia Harry, le due figure longilinee a studiarsi con affetto malcelato nello sguardo. "Ce l'hai fatta" esordisce lei, un ghigno a incorniciare il tono sardonico - poco sincero - della frase.
"Cristo, non cambi proprio mai" butta fuori Harry con voce strozzata. Ha uno strano tic alla mano e gli occhi lucidi.
"Chiamami Eleanor, tesoro, è più informale" suggerisce. Gli passa accanto scuotendo i capelli, una carezza sul collo l'unico tocco che gli concede. Harry non riconosce neanche più il suo profumo.
Louis, davanti a lui, ha gli occhi un po' persi. Alza lo sguardo lentamente, con una cautela che non gli appartiene, e continua a esalare questi piccoli respiri che gli incarcano il petto. Sbatte le palpebre un paio di volte prima di lasciare che un sorriso emozionato gli divida le labbra screpolate. Le sue iridi celesti rispecchiano il leggero luccichio di quelle giada di Harry, studiando la figura avvolta di nero.
Sembra dimagrito, Harry, più esile nei suoi jeans e nel suo dolcevita, entrambi scuri da far paura sotto la luce stentata del neon. È pallido, con un volto quasi smunto e consumato dalle occhiaie. Ma ha la primavera negli occhi e, quando sorride, due fossette familiari gli bucano le guance.
Immediatamente una luce nuova afferra lo sguardo di Louis e lo tiene fermo in quello dell'altro, fisso e commosso."Come stai?" La voce del riccio è bassa, controllata. Il tono dolce e suadente si modella con speciale attenzione attorno alle parole spezzate da un singulto. Il suo pomo d'Adamo sobbalza.
"Squarciato" è la risposta telegrafica di Louis. In ogni caso, nessuno dei due ha mai badato i convenevoli.
L'apprensione che tende il volto di Harry si rilassa, sebbene di poco, e una sfumatura calda ammorbidisce il verde dei suoi occhi. "Dovremmo farlo sapere agli altri, allora" ribatte, sembrando così piccolo nonostante abbia le spalle larghe e la schiena dritta, in una posizione degna di un soldato del suo calibro.
È interessante cosa la paura faccia alle persone. Il terrore cieco che, pur non piegando il corpo di tutti a proprio piacimento, può manipolare il cervello di chiunque.
Un sentimento del genere non necessita di gesti eclatanti, ma solo di una minuscola fessura per scivolare in una mente ignara e infiltrarsi sotto cose di cui non sospetteremmo mai. Sgusciare finché non trova un posto sicuro dove restare, acquattato, in attesa del momento opportuno.
Louis sa che Harry è una persona ansiosa. Lo conosce da anni come nessuno, e ad occhi chiusi potrebbe disegnare una mappa del suo cervello senza stare troppo a pensarci. Conosce i suoi tic, le sue apprensioni, le cose che possono tranquillizzarlo. E il contatto fisico non è tra queste.
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Goodnight New York, Goodnight | L.S.
FanfictionSimon rivolge poi un'occhiata distratta ad Harry, che è troppo intelligente per non intuire immediatamente come nella mente dell'uomo si stia stilando con il pilota automatico la lista di casini da sistemare nelle prossime due ore. "Adam ti aspetta...