Il Genio

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Il genio ovviamente non aveva avuto un'infanzia facile. Più volte i dottori avevano diagnosticato alla madre che non sarebbe arrivato all'adolescenza, ma lui era rimasto sempre lì. Gracile, pallido e lievemente ingobbito faceva continuamente avanti e indietro tra un ospedale e l'altro.
La presenza della madre era stata fondamentale nella sua vita. La dolcezza e l'amore con cui l'aveva cresciuto l'avevano segnato fin nel profondo.
Con quello stesso amore aveva preso in braccio, quelle rare volte, sua figlia Kitty.
Rita era di poche parole, come lui del resto, ma i gesti non erano mai mancati.
Era cresciuto insieme a lei.
Nessuna traccia di un padre, nessuna foto e lui non aveva fatto nessuna domanda.
Anzi per un certo periodo aveva avuto paura che qualcuno potesse ritornare e usurpare il suo posto di privilegiato al fianco della madre.
Negli anni della scuola si era sempre comportato come un bravo bambino. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non dare un dispiacere alla sua Rita. Lui sapeva che dietro a quel rossetto rosso deciso e alla moda la mamma era stanca. Lavorava per mantenere entrambi e dare a lui tutto ciò di cui aveva bisogno, per non parlare delle medicine.
Il suo rendimento però non era dei migliori. A nulla erano serviti i colloqui con i dottori che la maestra aveva caldamente consigliato. Non ne erano venuti a capo e alla fine avevano attribuito il suo scarso rendimento scolastico al suo fisico debole e cagionevole. La verità era che lui non comprendeva il comando delle maestre. Non gli sembrava mai chiaro e procedeva quindi nello svolgimento del suo compito per tentativi.

Negli anni dell'adolescenza era diventato più taciturno e scontroso, con tutti tranne che con la sua Rita. A differenza degli altri ragazzi preferiva starsene solo e leggere.
Passare le giornate in strada a far lo scemo con le ragazze non era cosa per lui.
Era stata ancora una volta la madre a correre in suo soccorso. Rita aveva pensato che la musica avrebbe potuto sbloccarlo e decise di insegnargliela.
Avevano un vecchio pianoforte che più di una volta aveva pensato di vendere per pagare le cure del figlio ma per fortuna non l'aveva mai fatto.
Il genio prima riluttante e poi con sempre maggiore entusiasmo aveva manifestato delle capacità straordinarie nell'imparare gli accordi e nel modulare la voce.
Dopo il pianoforte era arrivata la tromba, ma il vero colpo di fulmine era avvenuto con la chitarra. Non se ne separava mai. Nemmeno a letto. La portava ovunque, anche a scuola. In pochissimo tempo aveva imparato tutto quello che c'era da sapere e la padroneggiava perfettamente. La chitarra gli aveva dato un senso in quei lunghi corridoi della scuola e anche gli altri sembravano essersene accorti.

Il reale cambiamento arrivò quando il genio incontrò il simpatico. Si erano avvicinati attraverso il comune interesse per la musica con la sola differenza che il simpatico era un portento della batteria ed era un vero e proprio animale da festa. Aveva trascinato con sé il genio in un turbine bellissimo e distruttivo di serate fatte di follia, risate, alcol e musica. Il genio ricorderà sempre quei giorni come gli anni più belli e formativi della sua vita, quelli che poi lo avevano preparato a tirare fuori con la musica tutto quello che aveva da dire.
Se non fosse stato per l'arrivo del riflessivo nelle loro vite probabilmente non ci sarebbe stata nessuna band e non sarebbero mai passati alla storia.
Il simpatico e il genio, complice l'età, non avevano nessuna capacità nel gestire i loro caratteri fuori misura e il loro talento.
Qualsiasi cosa facessero, dal suonare al bere. Il riflessivo che era un maestro del basso, nonostante la giovane età, non aveva voce e aveva visto negli altri due la giusta scintilla per tirare fuori qualcosa di buono.
Doveva solo capire come andavano gestiti.
In realtà l'uragano umano era il simpatico che aveva come una calamita interna che attirava chiunque, guai e ragazze comprese. Tutti volevano stare con lui che era consapevole non solo di quanto potere avesse sugli altri ma di come dovesse usarlo. Il genio aveva un altro tipo di capacità che alla lunga li avrebbe portati avanti.
All'arrivo del ragazzo della porta accanto loro tre avevano già un rapporto consolidato, anche nella musica, ma avevano riconosciuto nel quarto le loro stesse grandi capacità. L'avevano immediatamente accettato come un loro pari. Il genio in particolar modo era rimasto folgorato dal ragazzo della porta accanto e dalle sue competenze. Era l'unico che aveva realmente studiato la musica. Nel tempo aveva condiviso i suoi testi solo con lui e aveva capito che il legame che lo teneva al suo fianco andava ben oltre l'amore fraterno che provavano l'uno per l'altro.
Una volta tutti e quattro insieme il resto venne da sé.

Il genio nel corso degli anni aveva avuto solo due battute d'arresto: la morte di Rita e la donna di Tahiti.
La morte della madre, causata da un male cattivo, era avvenuta quando il loro successo si stava per consolidare. Lontano da lei, per gli instancabili tour in cui facevano da spalla, il genio non si era mai perdonato di averla lasciata morire da sola. Dopo tutto quello che Rita aveva fatto per lui non era stato in grado di ripagarla. Il senso di inadeguatezza da quel giorno, nonostante il successivo successo mondiale, non l'avrebbe più abbandonato.

La donna di Tahiti l'aveva conosciuta ad una festa di beneficenza a Parigi. Bellissima e selvaggia era appena giunta dal suo paese al fianco dell'uomo che voleva renderla una super modella. L'attrattiva maggiore per il genio era stata che lei non avesse assolutamente idea di chi fossero loro quattro.
Si erano sposati e la sua bellezza aveva reso tutto molto piacevole per un po', ma alla nascita della loro unica figlia era già tutto finito. Non si erano mai lasciati negli anni. Anche se conducevano vite diverse lei era sempre apparsa al suo fianco nelle occasioni importanti e nelle riunioni private con le famiglie degli altri componenti del gruppo.
Erano stati il genio e Kitty che le avevano dato quel nome "la donna di Tahiti". Quando si riferivano a lei la chiamavano sempre in quel modo. Sostanzialmente perché lei era proprio quello, dopo tutti quegli anni, era ancora la donna di Tahiti. Non era più tornata al suo paese ma non aveva più trovato un angolo in tutta la terra in cui si sentiva a casa. Era rimasta prima per il genio e poi per Kitty.
Ma anche il rapporto con la figlia non era andato bene. Kitty assomigliava al padre in modo impressionante. Era impossibile comunicare con loro. O almeno lei non ci riusciva, mentre loro attraverso quei silenzi sembravano capirsi benissimo.
Negli anni di fama e follia mediatica il genio era stato quello maggiormente travolto dagli scandali. Si portava dentro un peso, un dolore e delle capacità che a stento riusciva a controllare e gestire. Nella loro posizione e con il loro successo non era facile trovare delle vie di fuga in cui scaricare tutta la merda accumulata.
La donna di Tahiti in quei momenti c'era sempre stata. Era rimasta al suo fianco con quel suo volto orgoglioso, proprio della sua razza, e per questo il genio gliene era grato. Affrontare uno scandalo in due era completamente diverso che farlo da solo. Certo gli altri tre c'erano sempre ma in quei momenti era la donna di Tahiti che lui voleva al suo fianco.

L'ultimo suo errore, che per fortuna nessuno conosceva, era stato abbandonarsi al desiderio che Robert provava per lui.
Non era giusto, era un colpo basso e soprattutto un gesto ingrato nei confronti dell'uomo con cui aveva condiviso una vita intera e che pensava non ci fossero segreti tra di loro.
Aveva spezzato qualcosa dentro se stesso e nella vita di Robert, né era certo. Ma non aveva potuto fare altrimenti.
Robert era lo specchio del padre nei suoi anni di massimo splendore, ovvero quando l'aveva amato di più.
Per fortuna anche quella volta la donna di Tahiti era con lui. Ne aveva raccolto i resti. Lei sapeva, il genio ne era sicuro.
Sapeva e non le importava.
L'unica cosa che non c'era stato bisogno di dire tra loro era anche la più importante.
Ancora una volta il genio era stato grato per quella donna che sapeva e non chiedeva proprio come Rita.

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