Kitty, tra di loro, era quella più amata dalla critica e dai fans.
Il suo talento era stato talmente visibile sin dal principio che nessuno aveva mai osato negarlo.Unica figlia del genio, Kitty era di una bellezza particolarissima che levava il respiro. Piccola, minuta e con dei bellissimi capelli neri corvino che le scendevano sulle spalle. La madre era di Tahiti e aveva conosciuto il padre ad una festa di beneficenza. Un amore che si era consumato velocemente e in maniera aspra. Avevano iniziato vite separate quasi subito dopo la sua nascita, anche se avevano continuato a farsi fotografare insieme ed apparire come una famiglia. Potevano benissimo condurre le loro vite e fare i loro comodi senza che il resto del mondo lo sapesse.
La casa era talmente grande che se volevano potevano anche non incrociarsi per tutto il giorno.
La verità era che la madre non aveva le capacità per capire e quindi accettare il genio del padre. Stare vicino ad uno qualunque della band non era facile, al padre meno che mai.
Con il tempo l'odio della madre si era esteso anche a Kitty che sin da piccola aveva manifestato di possedere tutte le doti del padre.
Quella scintilla innata che o si possiede oppure no, era in lei in modo quasi sfacciato. Qualsiasi cosa facesse catturava l'attenzione di tutti.
E più il padre la guardava con gli occhi carichi di orgoglio più la madre la odiava.
Quella creatura, sua di diritto, che lei aveva portato in grembo e messa al mondo non le apparteneva. Ero lo specchio di un uomo che l'aveva travolta, portata in un mondo lontano che non aveva voluto più lasciare e abbandonata.Kitty era un'artista concettuale. Una performer.
A cinque anni aveva iniziato a dipingere. Nonostante fosse contrario, il padre aveva dovuto cedere con gli agenti perché le sue opere, anche se acerbe, erano vendibili.
A dieci anni era passata alla scultura.
A quattordici le installazioni e le performance attraverso il suo corpo.
A vent'anni aveva già un notevole successo.
Alle spalle due mostre con installazioni e un tour in tutte le città più importanti del mondo con le sue performance.
In tutto questo Kitty aveva continuato il suo percorso scolastico, letto il possibile e ascoltato tutta la musica che il padre continuava a passargli.Kitty non aveva avuto nessuna difficoltà nel trovare il suo percorso. Essere la figlia del genio non le creava problemi, anzi era un trampolino di lancio.
Era stato grazie ai soldi del padre che aveva potuto dipingere e creare sculture.
La sua testa era stracolma di idee che lei doveva solo mettere in pratica. Aveva materiale probabilmente per una vita intera. Non faceva un passo senza i suoi taccuini dove segnava tutto.
Aveva tre diversi cellulari più uno segreto e due assistenti.
Kitty era una privilegiata e lo sapeva. Avrebbe sfruttato al massimo quella sua condizione per ottenere tutto il possibile dalla vita. Non credeva in Dio ma sapeva che qualche divinità aveva deciso che lei doveva riprendere i geni del padre e non appena aveva avuto la consapevolezza del suo potenziale l'aveva incanalato in qualcosa che amava e che era lontano anni luce dalla strada del vecchio. Solo prendendo le distanze avrebbe avuto una possibilità.
Le sue capacità avevano fatto il resto.Il rapporto con il padre era fatto di silenzi.
Di cose non dette ma intuite.
Lui non doveva spiegarle nulla, lei sentiva il peso e la fortuna di quel dono. Un dono capace di divorarti se non lo sapevi gestire.
Kitty non l'avrebbe mai permesso, come il padre del resto. Negli anni era stato quello maggiormente travolto dagli scandali ma ne era sempre uscito bene perché le parole che aveva regalato al mondo, le sue poesie messe in musica facevano si che ogni cosa gli venisse perdonata.
Kitty beveva ma non era alcolizzata, non aveva mai permesso alla droga di prendere il sopravvento o di farsi affascinare da quelle sette spilla soldi che nel loro mondo giravano tra le persone famose come avvoltoi.Sapeva che gli altri la odiavano.
La cosa la faceva impazzire.
Poteva essere deliberatamente stronza, tanto peggio di così non poteva andare. Nel tempo però era riuscita a sviluppare un qualche tipo di rapporto con alcuni di loro.
Lei e Jason erano come il giorno e la notte.
Kitty disprezzava il suo atteggiamento da donna consumata che beveva e se ne fregava del mondo. Era da idioti con quel padre tentare di suonare la batteria. Il suo fallimento era talmente scontato da risultare quasi prevedibile. Nonostante tutto si sentivano abbastanza regolarmente punzecchiandosi l'un l'altra sulle loro debolezze. Jason la divertiva. Aveva sbagliato tutto ma non era male.
Sarebbe potuto capitare a lei.
Erano tutti sulla stessa barca, anche se lei era molto più intelligente degli altri.
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Che m'importa del mondo
General FictionUna rock band che ha segnato la storia della musica, famosa in tutto il mondo e che ha dettato le regole per un decennio. I quattro membri si sciolgono e il resto è storia! Come vivono i loro figli un peso talmente grande, un cognome ingombrante che...