capitolo 4

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"New Tattoo" - James Arthur
Controllo per la quinta volta oggi la mia mail, come se mi aspettassi di trovare risposte di case editrici. Mi illudo che un giorno possano arrivare, non smetto mai di crederci. Non mi arrendo mai, fosse l'ultima cosa che faccio io pubblicherò il mio libro. Diventerò una scrittrice. È il mio destino, ne sono certa.

Però evidentemente non ancora il mio destino, dato che chiudo la cartella email vuota sbuffando, e finisco così il mio turno. Mentre raccolgo le mie cose nella borsa, mi perdo a pensare al mio futuro che sembra così nebbioso ora. Tutto quello che voglio è riuscire ad esordire come scrittrice, e da lì sarebbe tutto in discesa: potermi permettere un appartamento tutto mio, magari non in affitto, lo immagino già, bello e luminoso magari in centro, vicino a Piccadilly, e poi la mia macchina dei sogni, e magari anche una casa al mare, e poi poter viaggiare con i miei soldi, e poi poter vivere pubblicando ciò che scrivo...

Vengo riportata alla realtà dalla suoneria del mio cellulare, ed leggo sul display il nome di Naomi.

<<Noms?>> rispondo, tenendo il telefono tra l'orecchio e la spalla, mentre di fretta chiudo il negozio.

<<Bridget dove cazzo sei? Ti sto aspettando da dieci minuti. Vuoi farti scorrere l'inchiostro nelle vene o no?>> quasi strilla, e devo allontanare l'iPhone dai timpani per non farli esplodere.

<<Scusa Naomi sto arrivando, conta fino a dieci e sono lì.>> inizio a camminare velocemente sul marciapiede affollato, facendomi strada fra la gente indaffarata in giacca e cravatta, turisti con i loro zainetti e le Canon e bambini usciti da scuola.

<<Sto iniziando a contare!>> esclama e chiudo la chiamata, correndo verso lo studio non molto lontano da qui.

<<Bridget?>> mi chiama una voce maschile, e mi ritrovo davanti due occhi cerulei familiari.

<<Robert! Il mio cantante preferito, me lo fai un autografo?>> scherzo, fermandomi un attimo per riprendermi dal fiatone.

<<Scusa ma o me lo paghi o non tocco nulla.>> sorride, sottolineando la sua adorabile fossetta sul mento.

<<Cosa fai qui?>> chiedo.

<<Sto tornando a casa, prima del nostro tour londinese. Tu piuttosto dove corri?>>

<<Sto andando a farmi infilare un ago nella pelle. E sono anche in ritardo, devo scappare.>>

<<Ti accompagno se vuoi, ho la macchina qui.>> dice, indicando una Mini nera. E quella Mini mi appare come la mia salvezza dalle grinfie della mia migliore amica.

<<Mi faresti un favore enorme, se non arrivo entro trenta secondi la mia tatuatrice mi mangia viva. Dopo averla pagata.>> scoppiamo a ridere, e mi fa cenno di salire.

<<Lo studio è a Soho, giri là a sinistra ed è il terzo, vicino al Pierce.>> gli spiego, e in men che non si dica siamo arrivati, mentre una canzone dei ColdPlay proviene dalla radio.

<<Signorina, è giunta alla sua destinazione.>> mi sorride e lo ringrazio, ma mentre sto per scendere noto un filo di inchiostro fuoriuscire dal girocollo della sua felpa.

<<Hai qualcosa da fare ora?>> gli chiedo di getto, mentre l'ansia per il tatuaggio mi divora lo stomaco.

<<No signorina, ha qualcosa in mente?>> mi squadra inarcando il sopracciglio.

<<Mi accompagneresti a fare il tatuaggio? Ho visto che ne hai uno e ho troppa paura di farlo. Ti prego.>> gli propongo, sporgendo il labbro inferiore come un cucciolo che chiede i croccantini.

Kensington Park - Robert Pattinson ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora