Hospital

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Mi trovo in una casa, è grande e spaziosa, davanti a me ci sono due scalinate che partono separate e poi si uniscono per condurre al piano superiore. Deve essere abbandonata da anni, i pochi mobili che sono rimasti hanno assunto un colore grigiastro, il legno con cui erano formati è consumato al massimo, probabilmente se andassi a sfiorarlo si spezzerebbe nelle mie mani. Mi avvio verso una scalinata a ah e mi dirigo al piano di sopra, le foglie secche ricoprono quasi tutto il pavimento e uno spiraglio di sole mette in luce la grande quantità di polvere che si trova nell'aria. Mentre mi guardo in torno sento delle voci, arrivano da una porta socchiusa, inizio a camminare in punta di piedi fino ad arrivarci davanti. Si sentono due voci diverse, un uomo e una donna, probabilmente anziana, parlano sottovoce ma riesco a capire alcune parole e devo dire che rimango stupita, molto. Senza rendermene conto mi sono avvicinata all'apertura, vedo una donna che sembra familiare, anche se non riesco a ricordarmi dove l'ho già vista. Ad interrompere i miei pensieri è proprio quest'ultima, che si gira verso mi me puntando i suoi occhi grigi sui miei. Rimango paralizzata e tutto intorno a me inizia a svanire, ogni singola cosa...poi il buio totale.

I miei occhi si aprono all'improvviso, appena metto a fuoco la prima cosa che vedo sono delle pareti bianche, mi guardo intorno notando un letto vuoto, una piccola porta e una sedia. Provo a sedermi ma un dolore al fianco mi costringe a sdraiarmi di nuovo, abbasso una pò la coperta e noto un cerotto sul fianco, ho il braccio destro fasciato e dei graffi sulla mano. Facendo più attenzione provo di nuovo a cambiare posizione, questa volta con più successo. Mentre continuo ad osservare la stanza un'infermiera entra appoggiando dei medicinali sul comodino di fianco al letto.

-Kiara, finalmente ti sei svegliata, come ti senti?-

-Bene, eccetto il dolore al fianco e un pò di mal di testa, direi che mi sento abbastanza bene-

-Ok, questi sono antidoloricifi, ti ho lasciato un bicchiere d'acqua, prendi questo adesso e quello nella scatola blu sta sera.-

-Va bene grazie-

-Probabilmente questa è l'ultima cosa che vuoi sentire oggi, ma devo chiedertelo lo stesso, ricordi qualcosa dell'aggressione?-

Sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto, non potevo dire esattamente ciò che avevo visto, non potevo parlare degli occhi rossi che ho visto luccicare nel buio.

-Era molto buio quella sera, ho visto un grande animale ma nulla di più, ho cercato di difendermi ma non è servito a molto-

-Ricordi con chi eri?-

Esito prima di rispondere, ricordo perfettamente che ero con Stiles, ho solo paura di sentirmi dire cose spiacevoli, per questo cerco di aggirare la domanda, facendomi coraggio e chiedendo ciò che effettivamente voglio sapere.

-Sta bene vero?-

Ho la voce che trema un pò, ma cerco di concentrarmi e sembrare tranquilla.

-Si, sta bene, ha un polso rotto ma sta bene, è di la, vado ad avvisarlo che ti sei svegliata.-

-La ringrazio-

Mi rivolge un sorriso ed esce dalla stanza, tiro un sospiro di sollievo e mentre aspetto predo la pastiglia che mi aveva dato l'infermiera. Sento la porta aprirsi e alzo la testa, vedendo Stiles sulla soglia che mi guarda, ha l'aria stanca, di chi non dorme da giorni.

-Hai intenzione di stare li fino a che non metti le radici?- Gli rivolgo un sorriso scherzando, visto che era fermo già da un pò. Noto solo ora che ha gli occhi lucidi, ma alla mia battuta spunta un sorriso sul suo volto mentre si avvicina al letto. Si siede e mi prende la mano senza rompere il contatto visivo.

-Come stai?-

-Sorprendentemente bene, l'infermiera mi ha dato delle pastiglie per attenuare il dolore, sarò come nuova. Tu invece?-

-Tutto bene, il polso guarirà e i graffi anche. Mi dispiace di averti portata fuori quella sera, avremmo potuto evitarlo-

-Questo non puoi saperlo, magari sarebbe successo lo stesso una volta tornati a casa, non incolparti. A proposito, quanto ho dormito?-

-3 giorni-

-Sei rimasto qui tutto il tempo?-

-Certo, anche gli altri sono passati a vedere come stavi-

-I miei genitori stanno bene?-

-Si, Lydia è andata a casa tua un paio di volte, per tranquillizzarli, sanno che sei forte-

-Grazie mille, però tu promettimi che sta sera andrai a casa a dormire ok? Non puoi andare avanti bevendo caffè- Aggiungo una risata per rallegrare gli animi.

-Ai suoi ordini capitano-

Ci mettiamo a ridere come dei bambini e mentre i secondi passano mi viene in mente il sogno che ho fatto prima di svegliarmi, così decido di approfondire ciò che ho visto.

-Tutto ok Kie?- Devo aver cambiato espressione velocemente data la domanda.

-Sisi, stavo pensando ad una cosa. Senti, sai se ci sono case abbandonate a Beacon Hills?-

-Se non sbaglio ce ne sono un paio vicino al confine, non mi viene in mente altro. Come mai?-

-Subito prima di svegliarmi ho fatto un sogno, ed era spaventosamente reale: mi trovavo in questa enorme casa, sentivo due persone che parlavano e sono convinta di conoscerne una ma non riesco a ricordare. Non sono riuscita a sentire tutto il discorso, ma ricordo alcune parole, potere, controllo e lupi. Non so se può servire a qualcosa-

-Potremmo parlarne con Scott, cercherò qualcosa sulla casa che mi hai detto, riesci a descriverla?-

-Se mi trovi un foglio e una penna posso disegnare ciò che ricordo-

Una volta recuperato il foglio cerco di disegnarla nei minimi particolari, dopo di che lascio il foglio a Stiles, che va a casa e nella mia stanza entrano i miei genitori e mio fratello. Dopo una serie di lunghe domande lasciano la stanza e mi lasciano riposare.

La fine fa un pò pena scusate ahaha spero vi piaccia comunque. A.W.

Hidden Power-Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora