0. 𝐓𝐄𝐄𝐓𝐇

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Oltre i campi, oltre i campi
due corvi, due corvi neri,
volavano.
Cra, cra,
gelidi sono i campi.
La bora va oltre il campo,
oltre le acque, oltre le montagne,
il bianco inverno.
Cra, cra,
la bora viene dai monti
La bora viene dai monti,
la fame va oltre i campi,
i bianchi campi.
Cra, cra,
quando noi due saremo a casa?
"Due corvi"

^^

I fiocchi di neve volteggiano nell'aria in turbinii sferzanti. Il vento si insinua sotto i vestiti, tracciando con le dita gelide brividi sulla loro pelle bianca.

La ragazza più minuta si stringe nella giacca, i capelli rossi come sangue sul manto bianco che la circonda. Trema dal freddo, ma non si lamenta; i suoi occhi chiari sono fissi, invece che sul paesaggio che si sta aprendo davanti a lei, sulla sua compagna.

La seconda ragazza sembra una statua. Lo sguardo puntato come un falco su La Città dei Morti, ha il volto una maschera indecifrabile. È alta, elegante—un blocco di marmo. I suoi vestiti neri, insieme al color pece della chioma fluente, la fanno assomigliare ad un corvo dalle piume lucenti.

La prima allunga una mano verso di lei, ma dopo un attimo di esitazione la fa cadere, e abbassa il capo. Non sa cosa dire, non sa come comportarsi. Vorrebbe aiutarla, però sa che è qualcosa che deve fare da sola. Rimane ferma, in piedi nella neve che le fluttua attorno, che le imperla i capelli color sangue.

Desidera consolarsi pensando al confortevole calore che la avvolgerà una volta tornata a casa, ma non lo fa. La sua compagna non se lo merita. Non è forse quello il momento più importante della sua vita?

I passanti, incappucciati e con lo sguardo piantato a terra, le superano velocemente, volendo trovare riparo al più presto dal gelo, che aumenta la sua intensità man mano che la luce abbandona il cielo. Lanciano alle due delle occhiate confuse ma rattristate; La Città dei Morti spesso si porta via persone care, pronta ad accoglier loro fra le sue braccia eterne.

Ma la ragazza dai capelli rossi non è lì per quel motivo. I suoi cari non si trovano lì, nella città sommersa di neve, ma al cimitero di Godric's Hollow. Lei è lì per la sua amica.

Osserva il proprio respiro condensarsi davanti al volto, arrossare i suoi zigomi e il naso, e farle lacrimare gli occhi. Non si sposta di un millimetro: il suo sguardo continua ad essere puntato sulla seconda ragazza. Questa improvvisamente prende vita—le piume di corvo che la avvolgono sembrano distendersi attorno al suo corpo slanciato. Un respiro spezzato, cerca il conforto della sua amica rifugiandosi fra le sue braccia.

Volta le spalle al grandioso monumento funereo che le sta di fronte, con le lacrime raccolte sui suoi zigomi alti. Sì, gli volta le spalle; ma la coda dell'occhio ritorna su quel marmo perlaceo, sul simbolo inciso nella pietra; e sa che una parte di sé è legata indissolubilmente a quel luogo; che può voltargli le spalle, ma non il cuore.

Il gelo la avvolge stretta, un guanto di ghiaccio. Stavolta, tuttavia, non è nato dalla notte che incombe sul profilo spigoloso del monumento, non dal vento che scuote gli infreddoliti rami dei cipressi, ma dall'orrendo presentimento di aver appena ritrovato un tassello fondamentale del suo passato.

Lover of Mine // Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora