𝐗𝐕𝐈 - 𝐥𝐢𝐞 𝐭𝐨 𝐦𝐞

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«And now I wish we never met
'Cause you're too hard to forget»

^^

"Come stai?"

"Esattamente come stavo quando me l'hai chiesto l'ultima volta—cioè dieci secondi fa, Kaliq."

"Cioè... un rifiuto umano?"

"Pronta per essere gettata senza pietà in una discarica, sì. Ora possiamo concentrarci sul caso?"

Kaliq, abbandonato supino sul mio letto, le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi color caramello fissi sul soffitto lillà della mia camera, sbuffò sonoramente. "Che c'è da ripassare?" chiese, testardo e pigro come al solito. "Dobbiamo solo metterci le divise e andare in quel posto da brividi."

"In cui potremmo trovare davvero qualsiasi cosa," gli rammentai, seduta alla mia scrivania, le ginocchia al petto. "Mi raccomando, ricordati che il piano—"

"—prevede di non fare, dire o attaccare nulla, capito," completò lui, roteando gli occhi. "Preferivo parlare di gossip."

Roteai gli occhi e mi alzai in piedi per recuperare dall'armadio la giacca della divisa nera. "Sono contenta che le mie pene amorose ti siano di svago, Amar."

"Sempre meglio delle mie, Weasley cara," mi fece eco lui con un pizzico di sconforto nella voce che mi fece restare perplessa.

Gli lanciai un'occhiata, ma lui aveva già ripreso a sorridere, un ghigno che ricordava quello di un elfo e che rendeva impossibile anche solo pensare che ci fosse qualcosa che non andava; per questo credetti di essermelo immaginato, e scrollai le spalle prima di seguirlo fuori dalla mia camera.

Era mezzanotte meno un quarto, noi eravamo vestiti di tutto punto e Livia e Kalea erano stravaccate sul divano a vedere la fine di una commedia romantica. Certe volte non potevo non domandarmi come ci si sentisse—non rischiare la propria vita ogni volta che si usciva di casa per andare a lavoro, non ricevere convocazioni improvvise nel cuore della notte che mandavano all'aria le ore di sonno, non temere costantemente per l'incolumità dei propri colleghi.

Era mezzanotte meno un quarto, noi eravamo vestiti di tutto punto e io avevo una paura matta all'idea di quello che avremmo fatto di lì a breve. Potevo essermi indurita quanto volevo in quegli anni, potevo aver messo su una corazza che celava dubbi e insicurezze e che mi permetteva di affrontare più lucidamente le situazioni avverse, ma erano in gioco le vite di persone che amavo alla follia, nel bene e nel male, e io non potevo permettermi di perderle ancora.

Non potevo perdere Malfoy ancora.

Vero: mi aveva rifiutata in modo abbastanza terrificante la notte precedente, da soli sul balcone di casa Potter. Mi aveva detto che ero l'unica donna per lui, e poi aveva tranciato di netto ogni mio sogno, speranza e aspettativa con una lama d'acciaio, scostandosi, non permettendomi di baciarlo né di stargli accanto, per quel che valeva. Era doloroso, frustrante, mi faceva arrabbiare e generava in me una voglia incredibile di gridare e fare a pezzi qualcosa, ma nessuna emozione tra queste era paragonabile al terrore che gli potesse succedere qualcosa.

Ci stavamo andando ad infilare in un posto di una pericolosità infinita, un posto mortale, di cui le persone che lo occupavano avevano ucciso diverse anime senza rimorso o pietà. Poteva avermi messa da parte, poteva avermi fatto capire con crudeltà che non voleva stare con me dal punto di vista romantico, ma avevo perso Scorpius troppe volte per poter essere tranquilla in prospettiva della nostra missione.

Lover of Mine // Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora