"Ma chi ho baciato?"

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Sanem:
Apro il negozio dei miei genitori come ogni mattina. Servo qualche cliente e dopo qualche minuto sono finalmente di nuovo sola. Così faccio quello che mi riesce meglio, mi siedo, prendo il mio diario, la mia penna e inizio a trascrivere nero su bianco tutti i miei pensieri...
<<Ho due sogni: il primo è diventare una scrittrice, l'altro è vivere alla Galapagos... Dove si trovano? Se le ami lo sai! Conosci le coordinate esatte. Il mio sogno è stabilirmi li e viverci per sempre. Sembro pazza vero? Cosa c'è di sbagliato nel sognare ad occhi aperti? Ci protegge dai grandi dolori della vita. E quando dico protegge intendo...>>
Un colpo improvviso mi riporta alla realtà. Faccio un salto per lo spavento e quando alzo lo sguardo purtroppo vedo lui.
"Zaberget, tu mi vuoi morta! Stai sempre qui, che vuoi da me?!" Gli chiedo ormai esasperata dalla sua presenza.
"Zeberget? Sanem, sempre la stessa battuta! Mi chiamo Muzzafer, lo sai bene!"
Mi interrompe come sempre, ed io come ogni volta lo sopporto sempre meno. Inizia a dire un sacco di cose senza senso, e già non vedo l'ora che se ne vada per continuare con la mia scrittura.
"Saremo a cena da voi domani sera!"
"Ah si? E sai che novità, venite sempre!"
"No, domani sarà una cena diversa dal solito... domani verrò a cena da te con dei fiori, cioccolatini ed una bella scatolina! Voglio chiederti in sposa mia cara Sanem!"
"Cosa? E i miei genitori lo sanno?"
"Certo!"
Lo guardo terrorizzata da quella notizia e faccio la prima cosa che mi viene in mente di fare dopo quelle spaventosissime parole.
"Aspettami qua, torno subito!"
Corro senza fermarmi verso casa. Apro la porta e appena faccio il cambio scarpe sento la voce di mia sorella rimbombarmi nel cervello.
"E tu che ci fai a casa a quest'ora? E dov'è l'altra mia scarpa, Sanem?!"
La guardo e pensando completamente ad altro le rispondo nell'unico modo che mi è possibile.
"Non lo so!" Mi incammino impaziente verso la cucina, in cerca di mia madre. "Mamma!"
"Che c'è?"
"Zeberget vuole chiedervi la mia mano?"
"Può darsi..." mi risponde distratta, continuando a preparare la colazione.
"No mamma, non hai capito: Zeberget vuole chiedervi la mia mano! Chiama sua madre e annulla tutto!"
"Non posso Sanem, è tutto confermato! Io te l'ho detto di svegliarti, di trovarti un fidanzato, di trovarti un lavoro..."
"Io lavoro al negozio!"
"Quello non è un vero lavoro!"
"Mamma vi prego, non potete farmi questo!"
"Sanem noi siamo stanchi, ti fai sempre licenziare!"
"Cosa Leyla? Ci sei in mezzo anche tu?" Guardo mia sorella esasperata.
"Guarda tua sorella, è una donna in carriera, di successo. È l'orgoglio della famiglia!"
"Grazie mamma."
"Si ok, ho capito. Lei è un genio e io no! Però non scherzate, voi mi state solo prendendo in giro con la storia del matrimonio..." così le osservo meglio e mi convinco ancora di più di quella speranza che piano piano sta per svanire... "e poi Papà non mi darebbe mai in sposa a lui!" Corro subito al piano di sopra, ma anche la mia ultima possibilità va in frantumi quando papà dopo uno sguardo veloce con mia madre mi conferma che è tutto vero. Ma non è possibile! Cosa c'è sotto? Poi li guardo meglio e dopo qualche risatina nascosta capisco.
"Ho capito tutto! Mi state facendo così solo perché volete che io mi trovi un lavoro, va bene. Lo troverò!" Affermo sicura e senza attendere risposta esco di nuovo di casa con una nuova sfida: devo assolutamente trovarmi un lavoro, il prima possibile!
"Sanem!!!"
Non faccio in tempo a chiudere la porta alle mie spalle che davanti a me compare Ayhan. La mia Ayhan, la mia migliore amica.
"Ciao Ayhan!"
"Sanem, sei salva! Ho appena sentito Muzo ufficializzare il suo fidanzamento con una ragazza..."
"Sono io quella ragazza Ayahn!"
"Cosa?"
"A meno che io non mi trovi subito un lavoro..."
"Scusa, non mi avevi detto che nell'ufficio di tua sorella cercavano qualcuno per smistare la posta?"
"Si... ma sarà impossibile essere presa!"
"Di a tua sorella di mettere una buona parola per te..."
"Leyla? Non lo farebbe mai!"
"Ma come no, sei pur sempre sua sorella no?!"
Ci penso un po' su, forse ha ragione.
"Devo andare, ci sentiamo dopo Ayhan!"
"Ma dove vai?"
"Ho un sacco di cosa da fare, a dopo!"
Corro di nuovo verso casa, giusto in tempo per fermare il signor Alil che stava per bussare alla nostro porta.
Mi spiega che è venuto per parlare con mio padre, che ha un debito di quaranta mila lire e che non può più aspettare.
"Signor Alil, per favore. Mio padre è malato e cardiopatico. Ci penserò io a estinguere il debito. Lavorerò e restituirò tutto io, ma non dica nulla a mio padre la prego!"
Bene, ora ho un altro motivo per trovare al più presto un vero lavoro. Non ho più scuse, devo assolutamente trovarlo! E a quanto dice Alil, ho solo una settimana...
Così entro di nuovo in casa e corro spedita in giardino.
"Papà..."
"Che c'è? È la seconda volta che chiudi il negozio oggi!"
"È ancora aperto, Zeberget mi sta sostituendo...
Ho una notizia per tutti voi, cara mamma, caro papà... noiosa sorella... se trovo un lavoro non dovrò sposare Zeberget, giusto?"
"Esattamente..." mi risponde quindi mi madre sicura.
"Molto bene, l'ho trovato! L'azienda dove lavora mia
sorella cerca personale..."
"No lascia stare, questo impiego non fa per te!" Dice Leyla dandomi contro come sempre.
"E perché mai scusa?" Così interviene papà, ed io finalmente mi sento di nuovo spalleggiata.
"Perché non fa per me? E in ufficio e per me è perfetto!"
"Ah... interessante... dicevi di odiare il lavoro di ufficio, e ora no?"
"Si cambia nella vita..."
"Certo, certo..."
"Forse sono stata troppo superficiale, quindi forza portami al colloquio!"
"Ma che ne vuoi sapere tu, smettila! Noi ci occupiamo di pubblicità, non di agraria."
La fulmino con lo sguardo ancora una volta, odiando questo suo modo di fare.
"Leyla!" la riprende quindi mio padre.
"Mamma dirglielo tu. Io lì dentro ho una reputazione, sono il braccio destro del direttore!"
"Che presuntuosa, sei solo la segretaria e nient'altro."
"Falla finita ora Sanem..." e ovviamente mia madre rimprovera me! Ma ecco che subito dopo, in silenzio, da una strana occhiata a mio padre.
"Leyla!" Così ora è lui a parlare "aiuta tua sorella a fare il colloquio e comportati da buona sorella maggiore! Incoraggiale! Falle da guida!"
Sorrido felice nel sentirlo parlare così.
"Si va bene papà, ma..."
"No, niente ma! Se sei davvero così influente per la società allora prendi la mano di tua sorella e aiutala. Fine della storia!"
"Va bene... ti aiuterò... ma tanto nessuno ti darà il posto. E ora dimmi, come ti presenterai?"
Così la guardo, decisa a prenderla un po' in giro.
"Con te!"
Sento papà scoppiare a ridere, mentre la mamma riprenderci con un accenno di tosse da rimprovero.
"Intendo dire come ti vestirai, cosa dirai..."
"Improvviserò."
"Non hai nemmeno un vestito adatto!"
"No in effetti..." così ci penso e subito dopo so cosa fare "ma tu si!" E corro dentro euforica, decisa a svuotare il suo armadio.

Le Ali del Sogno - parte prima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora