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- Obbligo o verità? - gli chiesi, addentando una patatina.
Si passò una mano tra i capelli, gesto altamente eccitante, ed assunse un ghigno.

- Verità - e prese una patatina. Iniziai a pensare a cosa potessi domandargli.

- Ti sei scopato qualcun altro, in questi anni? - non so ben dire se quella domanda fece più male a me o a lui, ma lo vidi irrigidirsi, tanto quanto me.

Abbassò lo sguardo sulle sue mani, tristemente, poi si torturò il labbro inferiore prima di guardarmi dinuovo.

- No, Louis...- quelle parole furono come un sollievo, il mio cuore iniziò a saltare per via della gioia che provai in quel momento. Non riuscì a trattenere un sorriso, ma dopo poco, il, senso di colpa iniziò a farsi spazio dentro di me.

-Ora tocca a me. Obbligo o verità? - mi domandò.

- Verità - ci mise solo qualche secondo prima di farmi la domanda.

- Hai scopato con qualcun altro, dopo di me? - il, suo tono si fece molto più serio e cupo rispetto a prima. Fui io ad abbassare lo sguardo questa volta e ad abbandonare i suoi occhi.

- Beh...io...sì - dissi in un sussurro, come se non volessi che sentisse. Ma ovviamente lo sentì.
Si irrigidì nuovamente, lo vidi stringere i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche.

- H..Harry, io... - cercai di dire, balbettando parole confuse. Ma lui non mi fece terminare la frase.

- Lou, tranquillo. Tu non hai colpe. - disse abbassando lo sguardo. In effetti, aveva ragione. Non avevo colpe, stavo solo cercando di andare avanti.

Alzò dinuovo la testa, questa volta con un debole sorriso sul volto.

-Non credo sia il momento di tirar fuori questi argomenti ora. Divertiamoci, dai. Tocca a te-
Disse sistemandosi sul materasso. Si appoggiò con i gomiti all'indietro. Ancora una volta, quella posizione mi stava facendo fare pensieri poco casti.

- Obbligo o verità? - lo guardai con un sorrisetto malizioso sul viso. Il gioco si stava magicamente facendo interessante.

- Mh, vediamo un po'...Obbligo - fece lui sogghignando.

- Ti obbligo a levarti quella camicia, a parer mio, orribile. - dissi indicando la sua camicia piena di fantasie.

- La mia camicia è bellissima - disse con tono rimproverevole mentre lentamente sbottonava l'indumento per poi liberarsene.
I miei occhi caddero immediatamente sulle rondini tatuate sul suo petto, poi scesero alla farfalla tatuata sullo stomaco ed infine alle foglie ai lati del basso ventre. Le sue spalle larghe e il piccolo accenno di addominali lo rendevano a dir poco perfetto.
Era molto meglio, oserei dire, di una divinità Greca.

Merda.

Iniziai a torturarmi il labbro inferiore, un lieve calore iniziò a farsi sentire nel mio basso ventre.
Mi accorsi che lo stavo fissando da troppi secondi e distolsi subito lo sguardo.

Lo sentì ridacchiare e capì che sicuramente se ne fosse accorto.

- Allora, Loueh. Obbligo o verità? - disse lui con un sorrisetto stampato in faccia. Voleva mettermi in imbarazzo.

- Obbligo - dissi io, senza pensarci due volte.
Il suo sorriso si ampliò maggiormente.

- Ti obbligo a sfilarti via i pantaloni- fu diretto, con quel suo sorriso beffardo stampato sul viso, con quell'aria stracolma di malizia, iniziò a squadrarmi letteralmente facendo impazzire quello sciame di farfalle che si erano alzate in volo nel mio stomaco. Proprio lo stomaco, quello che si stava contorcendo su se stesso alla sola idea di cosa avrei voluto fargli.
Il suo intento era quello di mettermi ancora di più in imbarazzo, ma il mio, invece, era quello di prendere il coltello dalla parte del manico e capovolgere quindi, la situazione.

Don't Let Me Go   | Larry |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora