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-sì, mamma, smettila di preoccuparti.- feci roteare gli occhi, ridacchiando
Ero in videochiamata con mia madre e con le mie numerose e chiassose sorelle.
Nonostante fossero passati anni, ormai, ogni volta mi ripeteva puntualmente di stare attento, di non fare cazzate e molta altra roba.

-Louis, e soprattutto, non voglio diventare già nonna, grazie. - proprio mentre pronunciò quella frase, stavo bevendo un sorso d'acqua, e quest'ultima mi andò di traverso, così iniziai a tossire rumorosamente, svegliando Harry, che si era addormentato accanto a me.
-cos'hai da ridere?- mi domandò con tono rimproverevole, alzando un sopracciglio.

- Mamma, Harry non ha la vagina, quindi almeno per ora, non avrai nipotini. - sentì immediatamente gli occhi del riccio puntati addosso, mi stava letteralmente bruciando con lo sguardo, nonostante fosse assonnato. Mia madre sussultò e per un momento si irrigidì, iniziò a muovere le labbra come per dire qualcosa ma le parole le si bloccavano in gola.
Trattenni una risata, poi, poco dopo, iniziò a parlare, se così si può dire, perché iniziò letteralmente a balbettare cose senza senso.

-tu...Harry...cosa...no, aspetta.- farfugliò. Lei non sapeva sapeva ancora, di me ed Harry, non le avevo ancora raccontato nulla.
Un velo di preoccupazione iniziò a farsi strada nel suo volto, ed era comprensibile, lei mi era stata accanto, quando Harry era andato via. Oltre a Liam, era stata l'unica ad aver avuto la pazienza di restare seduta accanto a me per tutta la notte, quando avevo i miei attacchi di panico, o quando, mi svegliavo urlando, tra le lacrime, a seguito di qualche incubo. E quindi aveva paura, paura di vedere, ancora una volta, suo figlio ridotto in quelle condizioni pietose. Per questo ci fu  qualche minuto di silenzio, ed Harry, accanto a me, abbassò lo sguardo. Poi però, riprese nuovamente a parlare, ma solo dopo aver fatto, un respiro profondo.

-Se tu sei felice, lo sono anch'io, figlio mio. - mi disse, guardandomi con un'espressione comprensiva, una di quelle espressioni che solo una mamma ti può regalare, ed io sorrisi involontariamente, poi, afferrai Harry per un braccio, e lo tirai a me, in modo da farlo entrare nella visuale.

Arrossì violentemente e sorrise timidamente verso mia madre.

-Ciao, Jay. - fece lui, con un movimento della mano, in segno di saluto, mentre le sue guance andavano a fuoco.

-Ciao, Harry. - lo salutò mia madre, rivolgendogli uno sguardo dolce. Mia madre ed Harry, sin dall'inizio, avevano sempre avuto un ottimo rapporto, e lei lo considerava come un suo ennesimo figlio, infatti, quando lui andò via, lei ci rimase davvero molto, molto male.

Passammo i restanti minuti a chiacchierare del più e del meno, poi arrivò il momento di salutarci, e poco dopo riattaccai.

Eravamo nel nostro Tour bus, in viaggio verso la O2 Arena, era la nostra prima tappa, e una volta al suo interno, un brivido invase la mia schiena
Mi vennero immediatamente in mente, le immagini dei concerti di 4/5 anni prima, di come andavano le cose a quei tempi, della mia relazione con Harry da dover nascondere, insomma, era davvero difficile dover far credere alle fan, ma anche al mondo intero, di essere felici, perché non lo eravamo per davvero, e il solo pensiero che finalmente, avevamo ottenuto la nostra libertà, provocava in me qualcosa di indescrivibile.

Eravamo nei camerini, il resto della troupe stava sistemando le ultime cose sul palco e la nostra costumista stava sistemando i vestiti che avremmo indossato, perché sì, finalmente eravamo liberi di sceglierci i vestiti, da soli.

In tutto ciò, noi, eravamo stravaccati su quei comodi divanetti in pelle, quando in realtà, avremmo dovuto assolutamente provare le canzoni che avremmo cantato allo spettacolo di quella sera.

- Voi, buoni a nulla, sul palco, ora! - esclamò Paul, venendo verso di noi, facendoci capire che se non ci fossimo alzati da quei divani, ci avrebbe presi in braccio uno ad uno, di forza.

Don't Let Me Go   | Larry |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora