Parte senza titolo 3

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<<incredibile, pensi davvero che Ushijima si voglia spingere fino a questo punto?>>

Non sapevo cosa rispondere ad Osamu.

L'incontro era finito circa dieci minuti prima di mezzogiorno, ed esattamente quindici minuti dopo io ed il mio gemello eravamo fuori dallo stabile.

L'umore generale dei membri del consiglio era notevolmente calato man mano che la riunione andava avanti, e avevano ben ragione ad essere scontenti, le informazioni provenienti dalle mie spie non erano per niente buone.

L'imprenditore di fama mondiale Ushijima Wakatoshi aveva intenzione di comprare una delle più importanti fabbriche d'armi sotto il controllo di Sakusa, e quindi della mafia. Una mossa che nessuno sano di mente che tenesse alla propria vita avrebbe fatto.

Normalmente non ci saremmo scombussolati troppo per una tale notizia. Sarebbe bastato mandare qualcuno ad avvisare molto cortesemente il compratore che la fabbrica non era in vendita, e che quindi doveva levare le tende se voleva tenersi la testa sul collo. In caso il messaggio non fosse stato recepito, allora la sua testa avrebbe davvero fatto una brutta fine, perchè la mafia mantiene sempre le sue promesse.

Purtroppo Ushijima era un caso a parte. Era uno degli uomini più ricchi del mondo, e poteva permettersi, in caso di rifiuto a farsi vendere la proprietà, di corrompere la polizia locale perchè trovasse prove false di attività mafiosa e facesse chiudere il tutto, così che dopo potesse comprare il territorio senza opposizione.

All'inizio avevamo pensato che sarebbe bastato ucciderlo. Daichi avrebbe dato l'incarico direttamente a Sakusa, così da essere certi della riuscita del piano, ma non era stato esattamente così semplice.

Innanzi tutto, mandarono me a tastare le acque e vedere quale fosse il modo migliore per fare fuori l'uomo con discrezione, ed io scoprii che era praticamente impossibile. Ushijima si portava dietro una scorta ovunque andasse. Se usciva dalla sua abitazione gli uomini che lo seguivano potevano essere anche una ventina, e quando era all'interno l'intero stabilimento era pieno di guardie. Persino quando andava in bagno c'era qualcuno che lo seguiva. Avevamo provato a corrompere alcune guardie, ma pareva che tutti coloro che lavoravano per Ushijima avessero un debito vitale nei suoi confronti e che gli fossero fedeli in maniera assoluta. Impossibile comprarli. Inoltre aveva degli assaggiatori che mangiavano prima qualunque cibo lui ordinasse, perciò l'avvelenamento era escluso. Avevo poi scoperto che indossava una sottile giacca antiproiettile sotto ogni abito, fatta apposta per essere comoda e facile da nascondere sotto camicie e magliette. Quella ricopriva il busto, proteggendo tutti i punti vitali. Nemmeno mirare alla testa era possibile, le sue compagnie tecnologiche avevano creato apposta per lui una specie di apparecchio elettronico che fungeva come una sorta di scudo dall'inizio del collo. Non avevo la più pallida idea di che apparecchio fosse, era una delle poche cose che non ero riuscito a scoprire poichè pareva che gli unici che ne fossero a conoscenza fossero gli scienziati che lo avevano creato, ed essi erano misteriosamente scomparsi senza lasciare traccia poche settimane dopo aver ultimato un progetto "sconosciuto". Non era difficile fare due più due, in particolare con persone come noi che quella tecnica la usavano costantemente.

In pratica, Ushijima era l'uomo più protetto del pianeta, l'unica cosa che lo avrebbe potuto uccidere sarebbe stata la vecchiaia, e noi non avevamo il tempo di aspettare che diventasse un vecchio decrepito con l'alzheimer. Anche perchè lo saremmo stati anche noi visto che aveva più o meno la mia età, forse un paio di anni in più.

Una volta pareva esserci stata un'occasione per toglierlo di mezzo, l'unico vantaggio che avessimo mai avuto. Si era trattata di una riunione formale che l'imprenditore avrebbe dovuto sostenere con uno dei suoi collaboratori. Era un affare importante, che richiedeva la presenza di Ushijima nel luogo concordato dal suo socio. Tale collaboratore era un uomo paranoico, costantemente convinto che qualcuno lo volesse uccidere, il che non era del tutto sbagliato visto quanti nemici contava. Ma la cosa aveva giocato almeno in parte a nostro vantaggio, poichè per l'incontro aveva espressamente chiesto al nostro nemico di venire da solo e senza i suoi uomini, che avrebbero potuto colpirlo a tradimento, o non avrebbe fatto affari.

I made a promise: SakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora