Cinque

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-Stiamo parlando di una serata di beneficenza, no di uno strip club.- disse secca all'amica bionda.

-Non puoi chiedermi aiuto e poi bocciare tutti i vestiti che ti presento!- scioccò l'altra riagganciando l'abito blu attillato all'appendiabiti.

-Scusa Els, è che sono agitata...- ammise facendo scorrere le mani tra gli abiti, ogni tanto ne staccava uno, lo guardava meglio e poi lo riappendeva. L'indecisione faceva parte di lei.

-Hey Marg, guarda questo!- urlò la bionda dall'altra parte del negozio.

Si girò verso l'amica che reggeva in mano un abito bianco con le spalline e la gonna a ruota.

Marg si avvicinò per controllare che dietro non fosse troppo corto, odiava i gusti dell'amica.

-Wow, non mi sarei mai aspettata una scelta così di classe da te.- disse ridendo.

-Senti stronzetta, vattelo a provare.- le ordinò l'altra spingendola verso i camerini del negozio.

-Okay, vestito preso, scarpe le ho, Francisco penso che qualcosa da mettere ce l'abbia.- dico infilandomi gli occhiali da sole per uscire dal negozio.

-E se non ce l'ha va bene anche nudo.- aggiunse l'altra facendo ridere Marg.

-Sei tanto nervosa eh?- chiese infilandosi la borsa a tracolla.

-Si..-

-Per?- chiese Els.

-Per tutto. Per Sabato. Poi lunedì devo andare agli uffici perché hanno detto che mi devono proporre un nuovo contratto.- disse guardando il marciapiede che calpestava.

-Tranquilla! Magari ti propongono qualcosa di fighissimo, un tour, un nuovo cd o due, chi lo può dire.- disse facendo spallucce. I capelli lunghi, biondi e mossi le ricadevano ordinatamente in lunghe onde sulle spalle, gli occhi di un forte azzurro risaltavano con il nero del mascara.

Margherita si riteneva semplice ma complessa. Si truccava poco, un po' ti mascara e fondotinta e via. Niente matita o rossetti. Cercava sempre di essere il più naturale possibile.

-Devo andare a lavoro adesso, ho il nuovo set fotografico per il magazine di Victoria's secret, ti cerco io sta sera.- disse dandole un bacio e aprendo con le chiavi la portiera dell'auto con cui erano arrivate.

-Okay, ciao Els.- disse salutandola con la mano e allontanandosi verso il ristorante dove l'aspettava Francisco.

-Non posso crederci, dimmi che è vero!- urlò al telefono alzandosi velocemente dal tavolo dove stava pranzando con Francisco.

-Si hai capito benissimo!- urlò la ragazza dall'altra parte del telefono.

Marg iniziò ad urlare al telefono come una pazza, saltellava per il locale e avvolte le uscivano discorsi insensati dalla bocca. Francisco si stava tappando con entrambe le mani il viso per non far vedere che rideva, gli occhi verdi più intensi che mai.

-Quando vieni? Quando arrivi? Quando parti? Quanto resti?- chiese tutto di un fiato al telefono.

-Parto fra due settimane!- urlò Lavinia al telefono.

-Oddio non vedo l'ora!- urlò di nuovo.

-Nemmeno io!- urlò l'altra ancora.

Francisco si alzò dalla sedia e andò a pagare il conto, allora Marg si avviò verso l'uscita facendogli cenno che l'avrebbe aspettato.

Spinse con delicatezza la porta a vetri del ristorante e scese il gradino finendo con la suola delle sue solite convers sul marciapiede in cemento.

-Verrai a stare da me vero?- chiese con urgenza a Lavi.

-Ovvio, mi approfitterò della fama della mia migliore amica per vivere del suo reddito.-

-Niente di nuovo quindi.- disse ridendo.

-Stronza. Devo andare ci sentiamo presto!- urlò prima di buttare giù.

-Allora? Viene da te?- chiese Francisco uscendo dal ristorante.

-Ovvio.- disse sorridendo Marg.

Le si avvicinò lasciandogli un bacio sulle labbra, gli voleva tantissimo bene. L'aveva sempre aiutata e sopportata quando dava di matto. Sempre al suo fianco.. Lo amava? Beh, no.

Ma nemmeno lui la amava, lei lo sentiva. Potevano essere dei buonissimi amici ma non amanti.

Eppure ci volevano provare lo stesso.

-Devo andare a casa a prepararmi.- biascicò tra le labbra di Francisco.

-Certo.- le sorrise, le prese una mano e la accompagno per tutto il tragitto.

-Okay il vestito va bene, ma ho le mutande che mi stanno segando il culo in quattro e le scarpe che fanno bestemmiare i piedi.- si lamentò con Francisco guardandosi allo specchio lungo la parete bianca della sua camera.

-Cambiale.- disse semplicemente lui facendo spallucce.

-E quale metto?- sbuffò lei cercando nell'armadio un paio di scarpe da poterci abbinare.

-Metti quelle li nere.- disse Francisco indicando un paio di tacchi.

Le prese svogliatamente e si mise a seder sul letto accanto al ragazzo già vestito.

-Siamo in ritardo.- disse ridacchiando Francisco.

-I migliori si fanno aspettare.- ridacchiò lei.

-Si effettivamente è vero.- disse avvicinandosi alle labbra di lei velocemente e premendovi contro con forza le sue.

Niente, nessuna farfalla, nemmeno un bruco. Il nulla più totale.

-Andiamo è tardi.- fece poi lui.  

Undercover || Sequel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora