Cap.5: Due chiacchiere.

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Lunedì mattina, la comunità ritornò caotica dopo il rientro dei ragazzi.

Liam e Zayn tornarono ad ignorarsi, e nessuno, soprattutto i ragazzi che li avevano visti avvicinati nel weekend, riusciva a capire il motivo.

Quella mattina i professori privati entrarono nelle proprie aule ed ogni gruppo seguì le proprie lezioni.

L'ora di religione, invece, era comune per tutti.
Una volta che tutti i ragazzi entrarono nella Cappella, Suor Amelia, cominciò la predica.

Dall'ultima panca si sentì sbuffare, non di noia, ma di ansia. Liam stava per avere una delle sue crisi, stava per impazzire, tutti si girarono verso di lui e notarono come la sua ansia lo stesse risucchiando.

Liam sentiva un peso, proprio all'altezza dello stomaco, chiudeva e riapriva gli occhi continuamente, le sue mani cominciarono a tremare. Era osservato da tutti, dalle Suore, dalla Direttrice e dallo psicologo.

I suoi compagni cercarono di avvicinarsi, la prima fu Ikram, che gli tese la mano e lo portò fuori di lì.

"Okay. Che è successo lì dentro?" gli chiese dopo avergli fatto bere dell'acqua fresca.

"Niente" rispose freddo, ma Ikram sapeva che stava mentendo ed infatti nemmeno lui stesso credeva a quella risposta, così la ragazza cominciò ad osservarlo, braccia conserte e sopracciglio inarcato.

"Racconta a qualcun altro questa cazzata, non è la prima volta che ci entri lì dentro da quel che mi hanno detto. Cosa ti ha spaventato?"

"Un conto e se ci entro da solo, un altro se ci sono tante altre persone" disse prima di alzarsi e tornarsene per conto suo in camera.

Restò lì per la mezz'ora successiva, poi quando qualcuno bussò alla sua porta si alzò per aprire.

Si ritrovò davanti Zayn, con un'espressione preoccupata e le mani tremolanti.

"Come stai?" disse soltanto

"Bene, credo" rispose Liam richiudendo la porta.

Non avrebbe mai capito perché Zayn si comportasse così nei suoi confronti.

"Lo psicologo vuole incontrarti subito dopo pranzo, comunque."

Poi il silenzio, Zayn se ne era andato.

L'ansia cominciò a risalire nelle vene di Liam, cominciò a sentirsi oppresso, ricominciò a tremare, ma andava fatto. Lui sapeva che era per il suo bene che era lì dentro.

Anche se forse avrebbe preferito una clinica psichiatrica per la sua situazione, ma i genitori pensavano che stando a contatto con altri ragazzi della sua età le cose sarebbero andate sicuramente meglio.

Ad ora di pranzo tutti erano raggruppati pronti a ringraziare Gesù e mangiare.

Questa cosa faceva ridere alcuni ragazzi, i meno credenti insomma, soprattutto Zayn, che non entrava in una chiesa e non pregava dalla prima comunione.

"Liam, lo psicologo è pronto per accoglierti" disse la direttrice mettendogli una mano sulla spalla.

Liam sorrise tristemente e la seguì fino all'ufficio dello psicologo.

"Permesso?"

"Prego, accomodati pure Liam"

Liam entrò e si guardò intorno, sembrava confortevole, cosicché si sedette su quella comodissima poltrona e senza temere riuscì a guardare negli occhi quell'uomo elegante davanti a lui. Il dottor Micheal Jones.

"Allora Liam, ti va ti parlarmi di quello che succede?"

Prima di rispondere, Liam ripercorse gli ultimi mesi nella sua testa.

𝐷𝑜𝑠 𝑎𝑙𝑚𝑎𝑠 𝑦 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑟𝑎𝑧𝑜́𝑛 // Ziam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora