Capitolo 3: La foresta

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Proseguirono il viaggio in silenzio;nessuno dei due
proferì parola.
Nessuna parola, niente poteva cancellare quella terribile immagine dalla mente di Syrvan: come una orribile cicatrice nulla avrebbe mai più potuto sanare quel ricordo.
Continuarono il loro viaggio verso Sud tra le colline di Ayt'Verim con passo lento e con capo basso. Thera camminava avanti, mentre Syrvan, assorto tra i suoi neri pensieri, proseguiva dietro in disparte.
Si addentrarono nella Foresta Blu, nella zona più interna dove nessun Umano avrebbe mai avuto il coraggio di accedere. Sulla Foresta si raccontavano numerose oscure vicende. Secondo alcuni, gli stregoni voluti da Re Albion per rinverdire la Foresta bruciata tra le fiamme della furia di Re Aghelos, non erano morti in tale intento ma erano invece diventati un tutt'uno con gli alberi da loro stessi rinvigoriti. Certi ritengono di aver colto tra il frusciare delle foglie e il turbinio del vento i loro lamenti o di averli addirittura avvistati sotto forma di creature legnose nell'intento di proteggere la Foresta da scomodi forestieri. Gli Edwin li chiamano in tanti nomi, solitamente Namatte Ruht ,Creature Albero, o Nihitte Eonno, Maghi Erranti.
Thera era nervosa, molto, consapevole del fatto che il Primo Ambasciatore aveva già mandato un plotone di uomini per catturarli e poi "processarli".
<Lupo d'oro sa bene che la Foresta di Albion è un ottimo nascondiglio per un Edwin. Sarà un pessimo politico ma resta un Pretardo dalle discrete conoscenze militari.>.
Ad accrescere ancora di più l'agitazione che distraeva la mente di Thera,c'era il pianto silente ma costante di Syrvan. La donna non riusciva a comprendere la fragilità di un giovane ma forse poteva immaginarla. Sapeva però che Syrvan doveva irrobustire il suo cuore: quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie di mali che gli sarebbero ben presto venuti incontro.
Syrvan doveva essere forte.
Nonostante ciò la Edwin non sapeva come comportarsi; non era mai stata avvezza all'educazione dei bambini. Syrvan sin da quando era in fasce era stato una sfida per lei.
Amare era stata una sfida per lei.
Sino a ora, Thera era riuscita ad amare e comprendere Syrvan come se fosse stato figlio suo, ma adesso era davvero incapace di reagire: non sapeva come consolarlo, non riusciva a cogliere la sua fragilità.
< Sii spontanea ... > pensò Thera < fa' quello che ritieni giusto! Per un secolo intero non hai fatto altro che badare a Syrvan! Ora che questo ragazzo affronta la sfida più importante della sua vita resti con le mani in mano?! > continuava a dire a se stessa.
-Fermiamoci qua, questo spiazzo sembra abbastanza accogliente.- disse così Thera tentando di scorgere dalla reazione di Syrvan un briciolo delle sue emozioni.
Non ricevendo risposta da parte del ragazzo, il quale si limitò semplicemente a posare le sue robe per terra, Thera riprese a parlare:
- Non posso dire di comprendere la fragilità ma posso compatire il tuo dolore. So cosa vuol dire perdere metà di se stessi ma non serve piangerci sopra. Piangere sulla cenere dei morti li lascia morti lo stesso. Non darti colpe che non hai.-
A quel punto Syrvan di scatto alzò il capo e fissando intensamente negli occhi Thera, gridò con voce rotta dal pianto:
-Invece no! Sono io il colpevole di tutto ciò! Se fossimo rimasti lì ... -
-Saremmo morti con loro... - rispose gelida Thera - ... e noi, tu non puoi morire. - .
-Come facevano a sapere di noi Thera? Come? - .
-Non lo so Syrvan, ma, in ogni caso,prima o poi, Brom avrebbe fatto questa fine ... -
-Non capisco Thera ... -
-Vedi, Brom da tempo è alleata con Kayrea e con i Vhanner pertanto ...-
- Per Elyok Thera cos'è questa storia?! Io non ne sapevo assolutamente niente!-
- Tutti erano a conoscenza di questo fatto!Forse anche gli Uomini! Il Primo Ambasciatore non avrebbe fatto una mossa così azzardata altrimenti! E' pur sempre un Pretardo. Qualcuno ci avrà visti e l'avrà riferito a Sefelto; Lupo d'oro aspettava solo un pretesto del genere per radere al suo il villaggio.-
- Tutto così in fretta!Non ci capisco più nulla! Perché allora Kayrea è ancora in piedi invece Brom ... -
- Una grande città come Kayrea non può essere distrutta così su due piedi! Non è una città qualunque! Inoltre è piena di Edwin ribelli pronti a combattere contro l'Impero. La sua distruzione sarebbe guerra aperta contro tutti gli Edwin e i Vhanner. Resta sempre e comunque pericolosa per l'Impero: distruggerla porterebbe guerra, tenerla in piedi porterebbe prima o poi a una guerra.-
-Andremo in questa città Thera?- chiese Syrvan ingenuo con tono più sereno.
- No. Troppo rischioso. Ora che l'Impero è alle nostre calcagna nessuna città è sicura, né tantomeno quella al confine. Potremo star tranquilli soltanto quando avremo oltrepassato la Foresta e saremo ormai a Trunder'O, si spera.-
L'Edwin si voltò verso Syrvan ma ormai il ragazzo dormiva: sorrideva.
Anche Thera adesso sorrideva con nel cuore un piccolo fardello in meno; era riuscita a rasserenare Syrvan ed era felice.
< L'anima dei giovani è grande quanto quella dei più vecchi solo che ha più spazio per nuove emozioni, buone o cattive che siano.>
Mentre Syrvan dormiva beato, Thera, ancora sveglia, osservava le infinite stelle che adornavano il mantello della triste Nureor.
Quelle luci nel cielo erano le brillanti spade delle Valyrin, le dame della Dea Gulahar che tentavano, cavalcando le loro bestie alate, di infrangere il manto di Nureor, sperando, un giorno, di liberare la loro signora e di farla tornare a Nosingard, la Reggia degli Dei, dove avrebbe finalmente consumato la sua amara vendetta.

La maledizione del primogenito: TaylonghiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora