Capitolo 4

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Ero davvero felice, dopo anni e anni di studi e sacrifici, finalmente avevo preso la laurea. Potevo vedere la felicità di mia madre uscire da tutti i pori, aveva le lacrime agli occhi, specialmente quando fecero il mio nome per proclamarmi dottoressa in giurisprudenza.
Era così fiera e orgogliosa di me; non che non lo fosse mai stata, era pur sempre mia madre e, anche quando raggiungevo traguardi anche insignificanti, era sempre lì ad elogiarmi con il sorriso sulle labbra.
Indossavo un vestito rosso con lo scollo sulla schiena e con un fiocco di lato, appositamente cucito da mia madre, era così emozionata all’idea di farmelo di sana  pianta con le sue mani.
Ebbene sì, mia madre faceva la sarta, era la più rinomata del paese, persino le persone più importanti del paese volevano che gli confezionasse i vestiti.
Tutti i vestiti che avevo li aveva fatti lei personalmente. Dopo tanti sacrifici, finalmente era riuscita a realizzare il suo sogno: aprire un laboratorio tutto suo, per dare vita alle sue idee.
Mamma era una grande lavoratrice; metteva passione in tutto quello che faceva, dal cucinare, altra sua passione fin da bambina, al pulire tutta la casa.
Anche il vestito che indossava per quell’occasione l’aveva fatto lei: un tubino blu con scollo a V molto semplice, che metteva in risalto le sue forme.
Mamma era una donna bellissima: occhi verde smeraldo e capelli lunghi, mossi, color rame. Aveva delle belle forme, benché non fosse troppo alta; precisamente 1,65, e magra.
Io da lei ho preso il carattere; molto forte, altruista e sicura di me , ma allo stesso tempo ho anche preso la fragilità di mio padre; non lo  davo a vedere, soffrivo dentro, rimanendo impassibile all’esterno, con quella corazza che durante gli anni mi ero costruita. Solo una persona riusciva a leggermi dentro. Lei. Mia madre. Ai suoi occhi ero sempre scoperta, era l’unica che mi conosceva davvero, più di me stessa.
Da lei avevo anche preso il fisico e il colore degli occhi. Ho sempre amato quel colore, mi ha sempre trasmesso allegria e serenità. Il suo poi era di un colore speciale, che solo con lo sguardo riusciva a trasmetterti sicurezza. I capelli invece erano neri come la pece, uguali a quelli di mio padre, con la sola differenza che i miei erano lunghi e mossi.

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