Capitolo 1: Un nuovo ritorno

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La luce di un mattino pigro e silenzioso dipingeva d'oro ogni cosa visibile al di là dei finestrini, mentre il paesaggio correva incessantemente davanti al cielo sereno.

Il mese di settembre era arrivato quello stesso giorno, tanto che il clima non sembrava volerne ancora sapere di abbandonare il caldo dell'estate, e se non fosse stato per lo scopo di quel viaggio, chiunque sul treno avrebbe fatto lo stesso. Infatti, più di qualche passeggero aveva ancora la testa immersa profondamente nella spensieratezza delle vacanze.

Oltre l'orizzonte, numerose nuvole bianche pascolavano a gruppi, passando a intermittenza molto vicine al sole già alto, senza raggiungerlo mai.

Il manto bianco del cielo qualche volta si confondeva con le tracce di vapore sbuffate dalla gigantesca locomotiva, la quale sfrecciava dritta nel mezzo della campagna da un tempo indeterminato.

Galen scrutava assorto il panorama che cambiava scivolando via.
Senza accorgersene, aveva iniziato a calcolare la frequenza con cui il treno passava di fianco a campi verdi, ingialliti, o brulli.

A dodici anni da poco compiuti, era un ragazzo dai tratti ancora bambineschi, così com'è comune per molti di quell'età. Aveva un aspetto piuttosto ordinario: altezza nella media e un viso dalla conformazione delicata, caratterizzato da un naso sottile, leggermente all'insù, e da due occhi verdi espressivi e vivaci. Infine, un caschetto di biondi capelli mossi arrivava quasi a coprirgli le orecchie.

Non aveva ancora terminato la conta, quando l'apparizione improvvisa di un campo di fiori rossi lo prese alla sprovvista, distraendolo e facendogli capire quanto quel passatempo in realtà lo annoiasse.

Scostandosi dal finestrino, il suo sguardo cadde su chi gli stava di fronte. Ryley Shifford si era addormentato da parecchio.

Si potrebbe dire che, al contrario di Galen, fosse un tipo dall'aspetto eccentrico: molto magro, quasi deperito, aveva dei lineamenti sfuggenti, ad eccezione di due zigomi alti e spigolosi che gli risaltavano in volto. I suoi capelli erano di un color amaranto spento, tanto scuro che solo grazie ai raggi del sole si intravedeva qualche riflesso rossastro. Questi avevano un taglio davvero strambo, con ciocche più lunghe, accorciate in maniera irregolare o tagliate di netto. Dovevano essere opera di qualcuno decisamente goffo.

La carnagione del ragazzo poi, era a dir poco insolita. Galen aveva sempre pensato che la sua pelle chiara sembrasse sottile e verdognola come il ventre di un rospo, e che ciò gli conferisse un aspetto tutt'altro che sano. Quel colorito era vagamente richiamato dalla divisa di Hogwarts che il ragazzo portava, decorata con l'emblema e gli ornamenti smeraldini di Serpeverde.

Non era una persona molto socievole, ma tutti quelli che lo conoscevano, al di fuori dei professori, lo chiamavano Rilo.

Galen lo fissò per alcuni secondi: 'Bene. Dorme ancora' fu l'unico pensiero che la scena gli suscitò.

Non che Rilo non gli piacesse da sveglio; sapeva anche essere una persona gradevole o semplicemente silenziosa quando decideva di esserlo, ma da addormentato era certamente più prevedibile.

Ai lati di Galen e Rilo, sedevano altri due compagni: Ozzy Butler e Allegra Mugpry. L'uno di fronte all'altra, si comportavano come se nessuno, al di fuori di loro stessi, fosse presente nella carrozza o nell'intero vagone.

Ozzy, preso dalla noia, era intento a far saltellare da una mano all'altra una piccola raganella che si muoveva indemoniata. Il suo nome era Clammy, e in momenti come quello, esprimeva tutta la sua gioia per essere uscita dalla tasca del padrone, dove spesso era obbligata a stare.

Guardandoli insieme, sarebbe stato facile notare l'estrema antitesi tra i due: da una parte, l'anfibio aveva un corpo molto esile e si muoveva con grande agilità, mentre dal canto suo, Ozzy era un ragazzone alto, con le spalle ampie e dal fisico massiccio.

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