Hunting Snakes: a Harry Potter story

Capitolo 5: Fantasmi di mezzanotte

Col passare dei giorni, Galen finì spesso per interrogarsi su fatti che sembravano lasciare indifferenti i suoi amici. Perché mai continuava a studiare con attenzione quelli che, fino a prova contraria, erano studenti qualsiasi? A volte si accorgeva di fare più attenzione a loro che a Varan, il che aveva dell'incredibile, vista la situazione. Inoltre, la rapina alla Gringott gli era rimasta nella mente ben più a lungo di una semplice notizia di cronaca. Forse stava diventando paranoico, e di frequente si sentiva come se gli stesse per esplodere la testa.

Eppure, a suo modo di vedere, continuavano ad accadere cose strane.

Un giorno, durante Difesa contro le Arti Oscure, il professor Raptor venne convocato dalla McGranitt, che gli chiese di sospendere le sue lezioni per il resto della giornata a causa di una questione urgente. Il poverino si era congedato dalla classe con profonde scuse e balbettii, prima di uscire a passo incerto.

Nessuno si lamentò dell'accaduto, poiché voleva dire interrompere una lezione confusa e sconclusionata sull'addomesticazione dei Ghoul (almeno in teoria) e allontanarsi da quell'aula impestata di aglio; ma appena si trovò fuori sul terzo piano, Galen notò che i due insegnanti erano inequivocabilmente diretti al corridoio proibito.

Il giorno dopo, giovedì, il pomeriggio stava trascorrendo tranquillo durante Storia della Magia.
Nei fasci di luce che filtravano dalle finestre del primo piano galleggiavano innumerevoli granelli di polvere senza gravità, e come sempre, gli alunni tentavano invano di resistere al tono soporifero del professor Rüf, che stava elencando le date più salienti nei rapporti tra comunità magica e Chiese europee nel Medioevo.

Come accadeva di frequente, il discorso dell'insegnante aveva sforato l'orario della lezione, ma a causa del torpore diffuso, ben pochi avrebbero potuto accorgersene.

Per una volta, Galen non riusciva a pensare a niente che non fosse soffice e a forma di cuscino, e ogni tanto pareva anche a lui di fluttuare con la testa a mezz'aria come la polvere.

Fu difficile scuoterlo da quel torpore, ma quando proruppe un acuto frastuono di grida provenienti da fuori la finestra, la sua mente tornò irrimediabilmente alla realtà.

«Sono quelli del primo anno» commento Ozzy, seduto accanto e altrettanto assonnato. «Oggi hanno la prima lezione di Volo, e staranno facendo un gran chiasso perché uno di loro è riuscito ad alzarsi di venti centimetri da terra... idioti!»

Doveva essere proprio così, perché ascoltando più attentamente, Galen riuscì a captare l'inconfondibile voce di Madama Bumb, più agitata del solito.

«Sì, ma che diavolo stanno combinando?» biascicò con la bocca impastata.
Senza più dedicare neanche un minimo di interesse verso la lezione, spostò tutta la sua attenzione sulla finestra, oltre la quale sembrava stesse accadendo qualcosa.

D'un tratto, una figura nera si stagliò contro al fascio luminoso, proiettando una lunga ombra all'interno dell'aula. Galen ebbe un fremito, poi si accorse che si trattava di un ragazzo in sella a una scopa. La sagoma era totalmente raggomitolata intorno al manico di legno e ondeggiava paurosamente. Le urla di Madama Bumb, sempre più forti, diedero a Galen la certezza che lo studente avesse perso il controllo della scopa, e che ormai fosse salito troppo in alto. Madama Chips poteva curare quasi ogni ferita, ma in caso di cadute da altezze come quella, soprattutto se si batteva la testa, anche la medicina magica potesse fare poco.

Galen si guardò intorno freneticamente: era assurdo, ma nessuno si era accorto di cosa stesse accadendo, decine di facce assenti guardavano ovunque, tranne in direzione della finestra.

Tornò al ragazzo sulla scopa, e realizzò di non avere più tempo: le sue mani avevano lasciato la presa, e si apprestava a cadere per metri e metri a corpo morto.