Questa notte non sei riuscito a chiudere occhio. I pensieri ti hanno tenuto sveglio, e quando finalmente il sonno ha posato le sue labbra sulle tue, gli incubi ti hanno stretto le dita attorno alla gola e hanno premuto finché non ti sei sentito soffocare.
Nei tuoi incubi c'è lei, Alita, le tenebre l'avvolgono come un manto, ma la riconosceresti ovunque. Quegli occhi, così profondi e umani, e allo stesso tempo così altro, così diversi dalla norma, così speciali, ti guardano fra il biasimo e la disperazione. Ami quegli occhi, perché sono occhi che non hanno niente a che fare con la meschinità della gente, occhi che non conoscono il male del mondo. In quegli occhi puoi perderti e ritrovarti come la persona che vuoi essere. Come il ragazzo che forse un giorno sarai a Zalem. Ma adesso sono solo due pozzi di paura.
Come puoi farmi questo? Ti chiedono. Pensavo m'amassi. Non le hai mai detto di amarla. Ma è il tuo sogno e lei un prodotto della tua mente creato per tormentarti, quindi è normale che sappia certe cose. O forse anche l'Alita reale lo sa. Forse l'ha notato da ogni tuo gesto, dal modo in cui le prendi la mano e le sorridi, dal modo in cui l'hai baciata quella notte, consapevole che non vorrai più baciare nessun'altra, consapevole che ogni tuo passo futuro vuoi compierlo con lei.
Ti amo, cerchi di dire. Ma le parole ti rimangono incastrate in gola. Le ripeti ancora e ancora, ma non vogliono uscire.
Abbassi gli occhi sul suo corpo, per prenderle la mano, rassicurarla, dirle, almeno con quel gesto, che sei lì e rimarrai al suo fianco. Ma vorresti non aver mai spostato il tuo sguardo, perché ora la verità ti colpisce in faccia e tu non sei pronto a sopportarla. Alita è sdraiata sull'asfalto, immobile. Non siete soli. I tuoi amici, la tua banda criminale, la stanno facendo a pezzi. Con i loro gesti precisi, con le loro armi, le portano via una mano, poi un braccio, poi una gamba.
È un lavoro veloce e pulito – lui e la sua squadra sono sempre stati i più efficienti nel settore – presto avranno finito e lei sarà ridotta a un nucleo pronto per la discarica. Il corpo di Alita è di ottima fattura, non ne fanno più così, tecnologie avanzatissime e ormai dimenticate. Chissà quanti crediti riusciranno a guadagnare, sicuramente abbastanza per salire a Zalem.
Non è fantastico, Hugo? Non è quello che hai sempre desiderato?
Rimani immobile, incapace di respirare. La tua mente è annebbiata dall'orrore.
Cos'hai fatto?
Cerchi di urlare ai tuoi amici di fermarsi, di lasciarla stare. Ma le parole sono pezzi di vetro che ti rimangono dentro.
Per favore, basta. Tutto questo è sbagliato, non voglio farlo più.
Ma nessuno può sentirti, le tue suppliche non suscitano reazione.
Provi a scagliarti contro di loro. L'unico pensiero coerente che riesci a formulare è che devi fermarli, a qualunque costo. Ma non riesci a muoverti. Nonostante i tuoi sforzi, non hai altra scelta che assistere immobile alla scena. Urli, ma le urla risuonano solo dentro la tua testa.
Mentre la smantellano, pezzo dopo pezzo, gli occhi di Alita si fissano ai tuoi. E in essi, c'è tutto quello che non avresti mai voluto vedere.
Ti svegli in un bagno di sudore. Per un attimo pensi di star ancora sognando, perché non riesci a muoverti o a parlare. Il panico ti striscia addosso. Trovi la forza di soffocare nel cuscino l'urlo che ti è rimasto incastrato in gola e quel semplice atto è un sollievo. Urli a lungo, nel silenzio di un'alba neonata.
Non puoi più farlo. Il ragazzo che credeva di doversi spingere a tutto per il proprio sogno non c'è più. Il tuo sogno non vale niente se ferisce chi ami, non vale niente se ti trasforma in un mostro. Il mondo è crudele e ognuno deve vivere per se stesso, te l'hanno insegnato da bambino. La scelta è semplice: distruggere o essere distrutto.
Ma vivere per te stesso non è vita. È come se Alita fosse uno spartiacque nella tua esistenza, la divide nettamente fra un prima e un dopo. E tu, anche volendo, non puoi più essere la persona di prima. Un pensiero ti scuote la mente e ha lo stesso sapore di una rivelazione. Non è la discarica in cui vivi a renderti spazzatura, è quello che fai. Saresti spazzatura anche a Zalem, lo saresti ovunque i tuoi piedi si posassero.
Tu sei ciò che fai, ti esaurisci nei tuoi atti empirici. Sono i tuoi pensieri, le tue parole, le tue azioni a definirti. Sono le persone vicino alle quali scegli di stare.
E tu hai scelto Alita, e lo fai ogni giorno, a qualunque prezzo. Anche se ciò significasse restare bloccato nella Città di Ferro per sempre. Anche se ciò volesse dire rinunciare al tuo sogno.
Sai cosa devi fare.
Ti alzi e vai alla finestra del tuo appartamento. Per una volta guardi fuori e non vedi le strade dissestate, il caos e la criminalità. Osservi il cielo decorato di stelle ed è bellissimo.
ANGOLO AUTRICE
Okay, ho visto "Alita Angelo della Battaglia" e io non sono una grande fan di questo tipo di film, ma WOW. Dico solo, WOW. Finalmente un action-film/science-fiction che non scade nel fumettone demenziale, ma che viene guidato dai suoi personaggi e non dagli effetti speciali (e comunque sono belli, tanto belli).
Comunque, di solito odio i sogni orrorifici, come quelli che mi hanno rifilato in quella serie obbrobrio di "Tiny Pretty Things", ma questo mi sembrava giusto per Hugo. È un personaggio dalla personalità molto complessa e a volte contraddittoria e volevo cercare di rendere uno dei suoi momenti decisionali più importanti. Non concordo personalmente con tutto quello che ho scritto, ad esempio nella frase "Tu sei ciò che fai, ti esaurisci nei tuoi atti empirici" presa a mani basse dal libro di filosofia, ma mi sembrava un modo di pensare adatto per una personalità pragmatica come la sua. Spero davvero che ciò che ho scritto vi piaccia.
Beh, che dire gentaglia, la smetto di sproloquiare, o l'angolo autrice diventa più lungo della fanfiction. Vi auguro una buona giornata/serata/mattinata, a seconda di quando leggerete questa cosa.
Love to all of you.
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Punto di rottura
FanfictionUna one-shot su Hugo dal film "Alita: Angelo dalla battaglia". Penso che Hugo sia un personaggio semplice solo all'apparenza, ricco di passioni e contraddizioni e ho voluto descrivere il momento precedente alla sua scelta di non smembrare più cyborg...