She

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Arrivò il mattino seguente, e Victor era ancora sul letto a fissare il soffitto con un espressione dubbiosa ma allo stesso tempo felice per quello che era successo con She nella cupola. Ma c'era altro a cui doveva pensare. Si alzò e andò in bagno per controllare le ferite, si tolse le bende, guardò per qualche secondo i tagli toccandoli. Pensò a quello che aveva fatto e non provava alcun rimorso, si sentiva troppo in colpa di ciò che aveva fatto al suo giardino e alle sue rose, poi dopo l'accaduto di Angela si sentiva ancor più in colpa quindi aveva ancor più motivo di fare queste cose. Nessuno doveva saperlo apparte Ome, lui, anche se provavi a tenerglielo nascosto, veniva a saperlo comunque.
Si guardò allo specchio per qualche secondo e disse:
-Continua a fare il cazzo che ti pare ma difendi e cura le tue rose, Fioraio-
sospirò e tornò a guardarsi i tagli sui polsi, erano così rossi...
Prese delle bende da un cassetto sotto il lavandino e coprì il tutto per poi tornare in camera a vestirsi per la dura giornata di lavoro che gli aspettava. Andò in cucina e lì c'era ad aspettarlo il dolce gattino nero:
-Buongiorno Mister Mezzanotte, ha dormito bene?- chiese lui al gatto
Il micio miagolò e passò tra le sue gambe facendo le fusa.
-È un sì a quanto pare- disse lui prendendo il felino e posandolo sulle sue spalle.
-Ora prepariamo la colazione e andiamo a lavoro- disse il ragazzo guardando Mister Mezzanotte e lui approvò.
Il ragazzo rise e iniziò a preparare la colazione, come al solito caffè-latte e al gattino un po' di tonno.
Mentre facevano colazione, Victor, guardava fuori dalla finestra e intravide She che prendeva il sole del mattino sotto forma di rosa. Ah si perché non ve l'ho spiegato come funzionano le forme delle rose. Partiamo da un semplice fiore come tutti gli altri ma dentro i petali c'è un volto con gli occhi chiusi e quando Victor si avvicina a questo fiore esso si trasforma in una persona ma solo con il busto, nudo, mentre le gambe sono le radici del fiore e sono verdi. Sembra stregoneria si, ma vi spiegherò più avanti come è possibile tutto ciò. Tornando a Victor che ammirava She, rimase fermo per qualche istante solo per ammirare la rosa ancora dormiente.
Si poteva vedere benissimo dalla sua espressione che c'era qualcosa, un sentimento molto forte, ogni volta che la guardava posava la mano sul punto dove l'aveva baciato e sospirava con un sorriso, al sol pensiero di baciarla lo faceva arrossire.
Il felino capì subito la situazione e posò la zampa sulla guancia del ragazzo
-Si, la amo, la sogno ogni notte non so perché, ma ogni volta che la vedo, mi perdo nella sua bellezza- disse al gatto
Mister Mezzanotte annuì e diede un "bacio" sulla guancia.
-Ahh lo so, bene ora andiamo che è tardi- disse con un sorriso per poi lavare e la tazza.
Uscirono e andarono verso i campi di grano, ma il gatto scese dalle spalle del ragazzo e corse verso She
-No! Mister Mezzanotte torna qui!- disse facendo cadere le attrezzature che aveva in mano per poi rincorrere il gatto.
Il felino si avvicinò alla rosa e miagolò
-Oh ma che bel gattino, ciao- disse She prendendolo in braccio.
Mister Mezzanotte iniziò a dargli dei bacini sulla sua docile guancia, bianca e pulita da ogni imperfezione.
She aveva degli occhi bellissimi, a Victor ricordavano molto le nocciole in estate, i capelli rossi come le fragole, le labbra sottili rosee e le mani piccole e delicate, tutto in lei era meraviglioso al ragazzo. Per il Fioraio, She era un fiore di cristallo puro, era innamorato di lei, voleva tanto dichiararsi ma aveva sempre la costante paura che lo rifiutasse.
-Mezzanot!...ohh ciao She- disse il giovane alla rosa mentre il suo volto iniziò a diventare rosso come un pomodoro
-Buondì Victor, come stai?- chiese la rosa
-B...bene- rispose balbettando
-Hahah mi fa piacere vederti felice, una domanda quando hai preso questo piccolo gattino?- chiese She
-Oh beh ecco stava tra...- il ragazzo a metà della frase si fermò, era talmente distratto dalla bellezza di quella rosa che nemmeno le parole uscivano con un filo logico, lui era paralizzato, come al solito.
-Victor- chiamò il ragazzo
-Victor tutto ok?- chiese
Il volto del ragazzo era sognante, aveva la bocca aperta e gli occhi luccicanti. Però il suo sogno non durò molto perché il gatto diede un colpo di coda in faccia al giovane facendolo tornare nella vita reale.
-Si! Ci sono! Ehm buona giornata She eh ora io e Mister Mezzanotte dobbiamo andare- disse nervosamente togliendo il gatto dalle mani di She:
-Ma spiegami come mai tutta questa fretta, resta qui con me, parliamo un pò- supplicò la ragazza
Il ragazzo si sciolse alla supplica della rosa e con un sorriso disse:
-Ah va bene She- e si sedette per terra con lei e posò il gatto affianco a lui.
-Allora cosa mi racconti di bello? Cosa a da fare il nostro eroe oggi?- chiese la rosa dandogli un delicato pugno sulla spalla del ragazzo
-Niente di interessante, devo lavare i cavalli forse vado a fare un giro con Ome...- il ragazzo venne interrotto da una domanda di She:
-Chi è Ome?-
Il ragazzo perse un attimo il respiro e si diede una sberla per questo, nessuno doveva sapere di Ome nemmeno la donna che amava:
-Nessuno...è ehm...un cavallo nuovo che sta per arrivare...si-cercò delle scusanti mentre si accarezzò la guancia siccome lo schiaffo che si era appena dato era troppo forte. She rise e disse:
-Va bene non faccio domande è il lavoro e non mi riguarda- posò una mano sulla gamba del ragazzo e lo guardò intensamente. Lui non sapeva cosa fare, il contatto non era il suo forte e non capiva cosa stesse succedendo, perché She aveva appena posato la mano sulla sua gamba?
-Senti...io ho una cosa da dirti e...da molto tempo che la tengo dentro e non riesco più a trattenerla- disse la ragazza. Il ragazzo diventò rosso e ingoio molto rumorosamente e chiese:
-Di...di che si tratta?-
-Bè...è più una richiesta che una dichiarazione Victor- tolse la mano dalla gamba del ragazzo -vorrei...-
Il ragazzo iniziò a sudare freddo e trattenne il fiato:
-Vorrei diventare umana Victor- rispose la ragazza con voce seria
Il ragazzo tornò a respirare e cadde a terra tutto sudato e disse:
-Ah...bene, un umana, pensavo...niente...ehm, vuoi diventare veramente un umana?- si alzò guardandola dritto negli occhi:
-Si, vorrei poter viaggiare conoscere il mondo, scoprire...capisci?- disse She
Victor si rattristì e  cercando di nascondere i suoi sentimenti disse:
-Se è questo quello che vuoi...ma ci sono delle conseguenze, non potresti più tornare qui e...non ci vedremmo mai più- prese le mani di She
-Cosa?- chiese preoccupata la ragazza -Ma io voglio che tu venga con me...-
-Io non posso lasciare questo posto She, posso farti diventare umana ma ci dovremmo dire addio poi, quindi devi scegliere- disse Victor guardandola dritto negli occhi e accarezzando le sue mani:
-Va bene- rispose la rosa per poi togliere le mani da quelle del ragazzo -Ti farò sapere- si girò e guardò il resto del giardino ignorando il ragazzo. Victor prima di alzarsi disse:
-Allora a dopo-
-Buon lavoro- disse She con voce tenera dando al ragazzo un bellissimo bacio sulla guancia
Il ragazzo diventò nuovamente un peperone, prese un bel respiro allargando le spalle e alzando il petto, si girò prese Mister Mezzanotte e si incamminò verso la fattoria.
Quando fu lì, posò il gatto su uno sgabello di legno, si allontanò di tre passi e iniziò a pensare a quello che fosse successo:
-Oh padre di tutti gli dei. Cosa accadrà? Però mi ha dato un bacio, perché lo ha fatto? mi ama? ah non ci capisco niente- disse il ragazzo mettendosi le mani tra i capelli.
Mister Mezzanotte si sedette e cercò di calmare il suo padrone miagolando.
Ad un certo punto lo sclero del giovane venne trasformato in un urlo di paura perché, mentre saltellava e girava su se stesso, non pensava di ritrovarsi faccia a faccia con Ome, infatti, tutti gli animali presenti, Ome compreso, risero.
-Oh amico mio, non mi stancherò mai di te- disse la figura a Victor
-Ma li mortacci tua, Ome! So giovane, non me puoi spaventà così- disse il ragazzo parlando in dialetto forse Romano
-Hahahah, perché ora parli in dialetto Romano non l'ho sei nemmeno pirla, dai ora dimmi la motivazione del perché tu sia preoccupato- chiese l'amico
Prima di rispondere prese un bel respiro:
-She vuole diventare umana- guardò l'amico con volto triste
-Oh merda- esclamò Ome
-Ora non ci voglio pensare devo fare un sacco di cose, dai aiutami a lavare i cavalli- disse il ragazzo:
-Lo sai che lui non è d'accordo nel far diventare le rose umane senza il suo permesso- avvisò Ome
-Si lo so, ma dipenderà tutto da She- disse Victor
-Sai cosa devi fare- disse la figura
-Lo chiamerò- disse il ragazzo
Victor prese il gattino e se lo mise sulla spalla, prese dei secchi, delle spugne e andò verso le stalle. La figura guardava il ragazzo con volto preoccupato, non disse nulla ma semplicemente si limitò ad aiutare il suo caro amico innamorato.
Nelle lontane colline vicino hai giardini del Fioraio, c'erano due figure, non umanoidi, avevano lunghe corna sul loro capo, volti seri, zanne al posto di denti, busto da uomo, occhi gialli e rossi di rabbia e zoccoli al posto di gambe. Erano i demoni della condanna, erano stati chiamati dalla Morte stessa per commettere uno atto terribile.
-Allora mia signora ci dica quando iniziare l'opera è l'attueremo- affermò uno dei due demoni
-Abbi pazienza mio demone, prima di attuare la mia opera dovrete cambiare forma-
-Eh perché? Siamo demoni non miseri umani- disse l'altro demone
-Idiota, devi sembrare un umano per essere credibile e non dargli sospetti- disse la Morte infastidita
Il demone, si chinò in segno di perdono.
La Morte sospirò, guardò il giardino e disse:
-È il momento miei demoni- tornò a guardarli -Diventate gli esseri che odiate e completate l'opera-
I demoni si chinarono al suo cospetto risero e poi scomparvero in una nube nera; la Morte tornò con lo sguardo verso il giardino e disse -La tua condanna sta per iniziare umano-
Il Fioraio e Ome si trovavano sempre nella fattoria, avevano appena finito di lavare i cavalli, ad un certo punto il ragazzo chiese
-Perché non cavalchiamo un po'?-
Ome, senza pensarci due volte e senza avergli dato una risposta, prese due selle, le mise al disopra dei cavalli e ognuno sali sul proprio.
Il cavallo del giovane era un cavallo bianco femmina di nome Armis. Il Fioraio era molto affezionato a questo cavallo, ha viaggiato in lungo e in largo con lei, come lui si fidava di lei, lei ricambiava. Un amicizia tra uomo e creatura, un amore infinito. Invece, il cavallo di ombra era un cavallo nero corvino, non si potevano vedere nemmeno gli occhi per quanta oscurità emanava il volto della creatura, il suo nome era Midnight, anche Ome aveva un rapporto molto stretto con essa.
I due amici cavalcarono in mezzo alla natura, come dei selvaggi, liberi dal male della vita, urlavano, cantavano e ridevano, sì, sembrava proprio un sogno.
Arrivarono in un fiume li vicino, scesero dai cavalli, il giovane posò il gatto su una roccia delicatamente, si perché Mister Mezzanotte era rimasto sulla spalla del ragazzo tutto il tempo, i due si guardarono con volto sorridente e iniziarono a correre verso il fiume togliendosi solo la parte di sopra dei vestiti e si gettarono in acqua.
Sembravano dei bambini, giocavano insieme come un tempo, un ricordo ricreato, la pace, il divertimento, la felicità che provavano era immensa, poi ha una fine, no?
Dopo aver giocato, per asciugarsi, si stesero sotto al sole e iniziarono a chiacchierare:
-Ah...caro amico mio, siamo amici da anni ormai e modestamente non mi sono mai stancato di te, né adesso e né in futuro, i nostri ricordi sono troppo preziosi per metterli in un piccolo cassetto e lasciarli lì a marcire, ti voglio un bene dell'anima amico mio, voglio vederti felice con la donna che ami e diventare zio- disse la figura al ragazzo
-Le tue parole mi riempiono il cuore di gioia caro amico, mi commuove la tua sincerità, i tuoi sentimenti verso i miei confronti, i nostri ricordi non marciranno mai, saremo sempre insieme anche se dovessimo litigare, lottare, piangere saremo sempre insieme come una vera amicizia, e si ti voglio un mondo di bene anch'io e ricorda che per diventare zio sono io che devo pagare non tu, sarà difficile quindi aspetti ora- rispose il ragazzo con un sorriso
-Aspetterò anche 100 anni, ma il nipote lo voglio- disse Ome
-Chiamalo Alfonso- disse la figura
-Ma che nome è Alfonso, suvvia, io vorrei due gemelli un maschio e una femmina, uno si chiamerà Sole e l'altra Luna- ribatté il giovane
-Wo piano amico mio, due gemelli è tanto, e poi se proprio insisti chiama il maschio Fernando e la femmina Fernanda- disse la figura:
-Ma come ti vengono in mente questi nomi assurdi, no non li chiamerò mai così- rispose ridendo
Iniziarono così una lunga conversazione, tra risate, battute e offese amichevoli.
Tra gli alberi della folta natura c'erano i due demoni della condanna che li spiavano
-Quindi lui è il giovane Fioraio di cui la Morte ci ha tanto parlato- chiese uno dei due
-Si, niente male, io qualche cosa in più farei oltre a rubate l'anima della rosa, comprendi?- disse l'altro
-Oh si, una condanna in più non fa mai male hahahah- rispose il demone
-Allora siamo d'accordo- disse
-Puoi dirlo eccome-

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