Victor fece un movimento inaspettato, guardando con la coda dell'occhio il volto della madre. Lei capì troppo tardi che suo figlio avrebbe fatto tutto il contrario di ciò che gli ordinò e urlò:
-Fermo!-
Il giovane, nonostante le ferite sulle braccia e l'ordine di Natasha, si buttò in mare per recuperare la sua amata rosa e darle la pace che si meritava. Cherry rimase immobile e Crono sospirò abbassando un po' lo sguardo, tutti e due sapevo già l'atto che avrebbe commesso, non avrebbero potuto comunque fermarlo.
Il ragazzo continuava a nuotare senza sosta per raggiungerlo anche se sentiva il fuoco nelle sue pallide braccia, a causa dell'acqua gelida e salata.
[...]
Il giorno dopo tutto era come prima, la madre e Cherry nei campi, Crono dopo aver fatto una lunga chiacchierata con Victor quasi tutta la notte, tornò nella sua verde reggia, sperando un giorno di tornare in quel paradiso. La rosa tornò al suo posto e il giovane nel letto con fasce attorno alle sue braccia.
Il ragazzo girò il volto verso la finestra e ammirando il cielo azzurro mescolarsi con le nuvole bianche, quanto amava quel cielo soprattutto quando c'era il sole in autunno, amava quella stagione soprattutto per tutte le sue forme.
-Lo sai che se continui così finirai tu ad esser portato via dalla Morte stessa? Mio giovane Fioraio- una voce vecchia ruppe il piacevole silenzio
-Lo so, non sono stupido- rispose sapendo chi fosse costui
Fu sempre lui, il nostro medico Morbus, seduto in una sedia con la sua d'annata aurea sporca
-Sai che devi compiere delle missioni, quindi non rischiare hai già una malattia a presso, non degenerare le cose-
disse il vecchio con aria seria guardando il giovane ammirare il gatto appena salito sul letto
-Si chiama Mister Mezzanotte, bello vero? Nero come la notte senza stelle e gli occhi come il sole al primo mattino-
rispose il giovane mentre accarezzava il dolce gatto
La figura sospirò e rispose cortesemente -Un bellissimo animaletto è-
Il Fioraio tirò fuori un sorriso per poi guardare il vecchio. Egli conosceva molto bene il ragazzo, si era affezionato a lui, da quando ha riferito la sua malattia viene a trovarlo una volta alla settimana per sapere se sta bene. Nel sapere che si fa del male lo rende un pò triste e non può farci niente.
Il vecchio scomparve lasciando anche lui un bel sorriso di pace, mentre il giovane rideva e piangeva allo stesso tempo per le gesta di Morbus. Non se lo sarebbe mai aspettato da un dottore dell'inferno, si sentiva speciale dopo quello che fece la figura.
Dopo quel emozionante momento, il ragazzo, non potendo alzarsi dal letto,
sperò che la sua amata sarebbe venuta lì per vedere come stesse. Aspetto un ora, poi due, poi tre e così via, nel frattempo erano venuti Natasha e Cherry a trovarlo. Per carità a lui faceva piacere che le sue due rose fossero andate a trovarlo ma, la sua speranza si dissolse dai suoi pensieri quando fu sera. Ci rimase malissimo, la sua amata non è venuto a trovarlo, perché? Non lo sapeva? Non poteva? Aveva da fare? Ma la domanda che gli colpi il cuore, come un pugnale era
Non gli importava?
A causa di quella domanda, ebbe per la prima volta dopo tanto tempo, un attacco di panico. Gli mancava l'aria, respirava a fatica, la mano se la stringeva al patto sentendo il cuore battere come se stesse per esplodere, le lacrime uscivano come non mai. Un esperienza terribile che non provava da tanti anni ormai.
Quella rosa è riuscita a risvegliare quel dolore lancinante? Dopo tanti anni?
Com'è possibile?
Iniziò a guardarsi in torno, come se stesse cercando qualcosa che lo facesse calmare, in queste situazioni non voleva mai chiamare nessuno, voleva far vedere che stesse bene, non voleva far preoccupare nessuno. "Basta far preoccupare gli altri" si ordinò.
Il suo primo attacco di panico fu in una sera d'inverno, sotto le coperte bianche e calde, pronto per entrare nel mondo dei sogni, sembrava così tranquillo, ma, pur troppo non fu così; iniziò ha sentire una forte pressione sul suo petto, il respiro abbandonare i suoi polmoni, il suo corpo tremare come una foglia sotto la grandine e le lacrime che cadevano dai suoi occhi pieni di paura. Quella volta iniziò ad urlare, si guardava intorno pretendendo di vedere o avere un qualcosa che lo aiutasse, si alzò e iniziò a camminare con la testa che girava come una trottola, si reggeva e sbatteva contro i muri della casa, sembrava un labirinto in quel momento con ostacoli insuperabili. Riuscì ad uscire, pur essendo a piedi nudi nel bel mezzo della notte fredda, iniziò a correre, era orribile la situazione, sembrava di stare sempre nello stesso punto e correre a vuoto.
Il dopo ve lo lascio immaginare, "chissà come avrà risolto la situazione" chiedetevelo.
Tornando alla storia, dopo quell'accaduto ne vennero altri, sempre più forti e spaventosi. Dopo anni di tentativi nel trattenerli e combatterli, non si fecero più presenti, "anni di pace" li chiamò, a quanto pare la pace non può durare per sempre.
Mentre cercava di respirare prese la decisione di andarsene da quella stanza, doveva scappare, non aveva un luogo preciso, doveva scappare e basta. Cadde dal letto, non potendo alzarsi a causa delle gesta di prima; arrivò alle scale, sembrava di stare sulla punta di una torre altissima. Cercò di alzarsi ma fece un passo falso e rotolò giù per le scale, usò la sua schiena per proteggersi dalle forti botte che prendeva mentre rotolava, servì pure per proteggersi dalla schienata data al muro.
Si alzò con molta fatica, tremava e sentiva molto freddo, era uno degli attacchi di panico più forti che ebbe in tutta la sua vita, teneva la mano nel punto dove si trovava la milza, dolore puro. In tutto ciò Mister Mezzanotte è sempre stato affianco a lui, cercava di fare quel poco che riusciva a fare, era a conoscenza della situazione.
Il giovane uscì dalla casa, aveva con se solo una vestaglia che lo riscaldava, andò nella stalla e chiamo il suo fidato cavallo, Armis si prestò a lei inchinandosi permettendo, sia al ragazzo che al gatto, di salire sulla sua grande e lunga schiena bianca.
-Corri amica mia, come se la morte ci seguisse- disse il ragazzo posando la testa vicino al suo orecchio, e lei eseguì iniziando a correre, sempre di più. ma non erano soli in quel momento, qualcosa li inseguiva veramente, l'emozioni e le sensazioni orribilanti si fecero sentire ancor di più, le stesse emozioni che provò quando rischiò di non vedere più il Nonno.
Il giovane si girò e vide...
STAI LEGGENDO
Il Fioraio
General FictionUn Fioraio, di nome Victor, abita in delle sperdute campagne verdi. Ha una fattoria e dei grandi giardini, insieme a lui ci sono le sue amate rose, i suoi familiari. In questa storia si parlerà di come Victor combatte contro la Morte, in prima perso...