Era una calda mattina di maggio, finalmente dopo giorni e giorni di pioggia era spuntato il sole, un sole magnifico che dipingeva quell'azzurro limpido del cielo. Si respirava una magnifica aria estiva e tutto sembrava risplendere di una luce calda e avvolgente. Approfittai della splendida domenica e così andai a fare due passi in aperta campagna, dietro casa mia. Mi è sempre piaciuta la solitudine, rimanere sola con i miei pensieri, ascoltare la mia musica a tutto volume nelle cuffiette, immersa in quel magnifico panorama. Quel giorno ero particolarmente felice, le belle giornate mi mettono sempre di buon umore. Mi ricordo di essermi seduta sul prato; non so perché ma tutto mi sembrava parte di un videoclip musicale, dai bambini che vedevo giocare in lontananza agli uccellini posati sul ramo di quel maestoso ciliegio di fronte a me. Mi sentivo in pace e non avrei mai pensato che quel giorno avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
La riproduzione casuale aveva fatto partire la mia canzone preferita quando improvvisamente ti vidi per la prima volta. Eri solo, come me; dal modo in cui correvi capii subito che eri un'atleta, avevi un'aria così seria e composta che quasi mi metteva in soggezione. Ti fermasti, probabilmente per riprendere fiato dopo la lunga corsa o magari per aggiustarti una delle tue airpods. Ricordo che non ti voltasti a guardarmi anche se sapevi benissimo che io non riuscivo a distogliere lo sguardo da te. Ti fermasti per pochissimo tempo, ma a me sembrò un'eternità, come se quel momento fosse messo in pausa e fatto ripartire all'infinito. Continuai a seguire con lo sguardo ogni tuo piccolo movimento fino a che non ti vidi andare via. Pensai che non ti avrei mai più rivisto ma il destino voleva forse che le cose andassero diversamente e così abbassando lo sguardo notai un telefono tra i fili d'erba e dunque mi alzai per raccoglierlo. Nel tirarlo su lo schermo si illuminò e riuscii a vedere sullo sfondo che la canzone messa in pausa era proprio quella che stavo ascoltando in quel momento. Ancora oggi se ripenso a quel giorno non riesco a capacitarmene..come è stata possibile una cosa del genere? Le probabilità che potesse accadere una tale coincidenza sono minime. Fu davvero una coincidenza o il destino volle che in quel preciso istante entrambi ascoltassimo la stessa canzone? Questa domanda mi tormenta ancora..
"Ah grazie menomale che l'hai trovato" disse ad un tratto una voce alle mie spalle. Eri tornato indietro, altro segno del destino, io credo.
"Figurati" fu l'unica parola che uscì dalla mia bocca. Non potevo vedermi in quel momento ma sono quasi sicura di essere arrossita, sentivo infatti un forte bollore sulle guance e non potevo di certo nasconderlo. Te ne accorgesti sicuramente.
"Cosa ascolti?" mi chiedesti.
"Quello che ascolti tu" risposi senza pensarci due volte.
"Spiritosa" dicesti con aria altezzosa, squadrandomi dalla testa ai piedi.
"Sono seria" dissi mostrandoti il mio telefono.
Non potrò mai dimenticare il tuo viso in quel momento, facesti un sorriso così puro che tutt'ora trova spazio nella mia mente tra i ricordi migliori. Fu allora che mi guardasti dritto negli occhi, fu allora che mi accorsi dei tuoi piccoli smeraldi illuminati dalla luce del sole. Eri così affascinante quel giorno, così sicuro di te ma fu solo in quel momento che sentii un sussulto nel mio animo, un leggero fremito che mi pervase. Il tuo sorriso era il più bello che io avessi mai visto.
"Deve essere destino allora. Beh se lo è davvero ci rivedremo...il tuo nome?" replicasti incredulo.
"Emma"
Mi sorridesti di nuovo e ti voltasti per andartene.
"E il tuo nome?" ti chiesi.
"Se è destino lo saprai!" urlasti mentre correvi via.
"Se è destino lo saprò" ripetei a bassa voce.

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Quello che eravamo
RomansLa fine è solo l'inizio. Emma credeva potesse durare in eterno, credeva che quegli occhi verdi l'avrebbero guardata ogni giorno, la solitudine le sembrava quasi un'utopia. Cosa le ha fatto cambiare idea?