Capitolo 14 - Sibilla

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/// Lara ///

I miei piedi erano distrutti, così come la mia mente. Stesa nel letto faticavo a credere di essere davvero in quel posto, lontano da casa e dalla mia famiglia.
Alice dormiva già da un pezzo, era stata stranamente silenziosa durante tutto il tempo del ritorno alla locanda.
Nonostante cercassi disperatamente di distrarmi, non potevo fare a meno di sentirmi in apprensione per Holli e tutta la mia famiglia.

Quando mi risvegliai la mia schiena chiese pietà, non c'era dubbio che quei mattoni che chiamavano letto sarebbero stati dei veri avversari per il mio buonumore durante la nostra permanenza nella prima dimensione.
Il sole era appena sorto illuminò la nostra stanza, vidi atterrare sul davanzale della finestra un pettirosso che iniziò a cantare a più non posso.
<<Sta zitto!>> urlai seccata in unisono ad un'altra voce, anche Alice si era svegliata.
Sentii due tonfi sul muro alla mia sinistra seguiti da un <<State zitte voi!>>, ovviamente non poteva non essere Croix.
<<Io gli spezzo le corna>> dissi esasperata tirando un pugno sul muro in tutta risposta.
<<Sei stata tu a liberarlo...>> mi ricordò Alice sbadigliando, mi voltai verso di lei e sospirai, aveva ragione.
<<Non so cosa mi sia preso... pensavo che mi avrebbe aiutata ma è davvero inutile>> risposi con un filo di voce.

Non far colazione con mio padre e le sue lezioni fu destabilizzante, al contrario di Alice, io faticavo ad adattarmi ai cambiamenti, soprattutto così in fretta.
Seduti ad un tavolo della locanda fissammo le lettere che i corvi continuavano a recapitare, le avremmo dovuto leggere tutte per capire se ci fossero indizi su dove si trovassero Nebula ed Holli.
Alice era più sulle nuvole del solito, continuava a parlottare con i folletti che vedevano solo lei e Nabu ed arrossiva ogni due per tre.
<<Quasi tutte le mie lettere parlano di ragazze scomparse in riva al torrente, la mattina al sorgere del sole o la sera all'imbrunire>> disse Lugus mostrandomi il foglio che stringeva fra le mani.
<<Ma come faremo a trovarle se già l'ultima volta son riuscite a raggirarci per bene?>> chiesi sconfortata da quell'impresa impossibile.
<<Qui sarà diverso, voi potete usare la magia senza problemi ed io ho più amici nel bosco>> rispose Nabu mordendo un pezzo del suo pane con marmellata.
<<Poi c'è Ida>> aggiunse Lugus sorridente, amava molto l'ippogrifo, io rabbrividii al solo pensiero di rivederla!

<<Di cosa avete parlato ieri tu e il Re?>> chiese Croix, aveva due occhiaie enormi e non smetteva più di sbadigliare.
<<Mi raccontava di come i nobili della vale siano preoccupati, soprattutto da quando si è scoperto che lo sciamano non è altri che un ragazzino. Lui però ha ripetuto molte volte che non è il suo caso, ha piena fiducia in me e altri lecchinaggi simili. Insomma, non ci ha detto nulla di utile>> rispose Nabu stiracchiandosi.

In base alle lettere non ci restò che appostarci al torrente, il corso d'acqua scorreva velocemente spezzando la valle in due. Un ponte di legno ormai quasi andato a pezzi era l'unico collegamento che connetteva i villaggi alla fitta foresta. Il greto del corso d'acqua era fatto di sassi bianchi che al sole sembravano quasi scintillare.

Non molto lontano dalla nostra postazione c'erano delle donne intente a lavare i loro panni, erano tutte ragazze per lo più della nostra età ma i loro visi erano molto più provati.
<<Non fa più così schifo essere criticati da mezzo paese eh?>> disse Croix provocandomi, indicando le mie coetanee.
<<A diciott'anni sono già sposate con uomini che non amano e sono anche costrette a dar loro dei figli>> lo osservai, sapevo che mi stava provocando ma le sue parole mi fecero più male di quanto potesse pensare. Non che lui potesse capire, ma vedere come in entrambe le dimensioni la felicità sembrava un sogno proibito mi fece venir il voltastomaco.

<<Non lo ascoltare, non è sempre così. Questa è la realtà dei piccoli villaggi, nelle città le cose iniziano a cambiare e noi faremo di tutto per far parte di quel cambiamento>> mi consolò Lugus dando una spallata al fauno.
Nabu come sempre mi fissava di sottecchi e mi dava l'impressione di provare dispiacere per me, qualsiasi cosa dicessi o facessi. Mi ritirai da quei discorsi senza dire una parola, mi avvicinai invece ad Alice che stava realizzando un cerchio magico dentro al quale saremmo stati al sicuro in caso Nebula fosse comparsa per attaccarci.

Nabu e le StregheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora