Capitolo 12

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In questo capitolo è presente un trigger warning. Segnerò l'inizio e la fine.

Kenma POV

T/N: "No... Non sono vergine"

Abbasso lo sguardo. Sono frastornato e non so neanche perché. È solo che me l'aspettavo diversa, T/N.
Non so esattamente in cosa in realtà, ma me la immaginavo diversa. Forse volevo sentirmi importante per lei, essere l'unico...

L'unico? Ma se siamo solo amici e forse neanche questo...?

Era bello aver trovato qualcuno di simile a me... Qualcuno da proteggere, a cui non sentirmi inferiore. Ma ovviamente quello a non aver mai avuto nessuno o a non aver mai avuto esperienze resto io.

Dopotutto oggi in palestra l'ho vista con Yukie. Ho visto come pendevano dalle labbra l'una dell'altra...

T/N è sicuramente a pezzi, ma non ha problemi a farsi apprezzare dalle persone, a trovare amici, pretendenti, amori... È timida e introversa ma è gentile, intelligente, forte...

Chissà con quanti ragazzi e ragazze è stata, quanti "ti amo" ha detto e si è sentita dire...

Sto perdendo la ragione... Queste cose non la definiscono come persona...

La guardo alzarsi ed uscire rapidamente, barcollando. Poco dopo, Yaku si alza a fatica e le corre dietro.

Ho mal di testa, non so se sia per l'alcol o se è per ciò che è appena successo ma sapevo che giocare a questo gioco idiota non era una buona idea.

Trascino il mio futon in un angolo e, senza dire nulla, mi metto sotto le coperte con il cellulare in mano. Non ho troppa voglia di giocare, ma mi aiuterà a isolarmi dalle persone nella stanza e a non pensare troppo. Pensare troppo fa male.

flashback
(⚠️⚠️TW: suicidio⚠️⚠️)

È stata una giornata piuttosto difficile, ho litigato con Kuroo, il mio migliore amico. Ma che dico? Il mio unico amico. Solo a ripensarci mi viene da piangere, gli occhi diventano di nuovo lucidi e il naso mi pizzica.

Perché Kuroo era così arrabbiato? Che cos'è che ho fatto per dargli fastidio? Ah, sì... Certo...
Quel litigio è iniziato a causa mia. Gli ho dato dell'egoista perché ha altri amici all'infuori di me, ma sono ben consapevole di essere io il problema. Infatti lui non ha esitato a farmelo notare. Mi dispiace di essere capitato nella sua vita, devo davvero essere tossico e un peso.

"Ma si può sapere perché passi tutto il tempo a giocare a quegli stupidi videogiochi? I ragazzi normali escono con gli amici, vanno all'aria aperta, socializzano... Che cos'hai tu che non va?"

Vedo mia madre sulla soglia della porta guardarmi coi suoi occhi delusi e quasi disgustati da me. Da suo figlio.

"Non so"

Affermo, tornando a guardare lo schermo del televisore. Non ho voglia di parlare.

"Non ce la faccio più Kenma! Sono davvero stufa! Almeno guardami quando ti parlo!"

Esclama, staccando il cavo dello schermo dalla corrente. La guardo infastidito.

"Si può sapere che cosa c'è?"

Chiedo, in una specie di ringhio. Non ho voglia di sostenere una conversazione del genere.

"Che cosa c'è?! Kenma a volte non esci da questa stanza per giorni. Per  g i o r n i Kenma! Hai dei doveri, sei uno studente, sei un figlio! Dovresti trovarti degli amici, trovare il bello nello sport, impegnarti con la scuola! E invece no. Passi le tue giornate davanti a una stupida console! Che cosa dovrei fare, dimmelo!"

La guardo con occhi stanchi.

Perché non può solo stare zitta?

"Dimmelo Kenma che cosa dovrei fare, eh? Dovrei toglierti tutti i videogiochi e tutti i manga? Obbligarti ad uscire? Mandarti a trovare un lavoro part-time? KENMA TI STO PARLANDO, GUARDAMI! SONO TUA MADRE!"

Sbuffo, irritato. Con questo discorso non fa altro che spingermi verso il baratro.

Perché non può solo stare zitta?

"E con ciò?"

Alzo lo sguardo verso di lei, con un'espressione assente.

"Tu mi devi tutto, sono io che ti ho messo al mondo. Io ti ho dato la vita!"

La mia vita? Peccato che non glie l'abbia chiesto io. Se non lo avesse fatto sarebbe stato meglio per entrambi. Invece sono qui a cercare di rimediare al danno che ha creato mettendomi al mondo.

"Se ci tieni tanto alla mia vita, allora riprenditela."

È un gesto automatico. Quasi non lo controllo, non ci faccio caso. Eppure ora ho in mano il coltello da cucina con cui l'altro giorno ho aperto la scatola dell'action figure di Nezuko.
È un coltello dalla lama liscia e piuttosto affilata, infatti basta solo una piccola pressione sul mio polso che sento un dolore acuto e subito dopo un calore che mi pervade il braccio.

Il sangue inizia a scorrere sul mio polso, riempiendo le mie mani e tingendo il pavimento. Le urla di mia madre sono sempre più ovattate e distanti. Tutto attorno a me si fa nero.

(⚠️⚠️FINE TW⚠️⚠️)


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Angolo cottura

Per farmi perdonare della mia poca continuità, oggi doppio capitolo per voi yeeeyy!

Lo so, mi dispiace. È un po' un capitolo pesante, spero non sia stato doloroso o nocivo per nessun* di voi.

Credo che metterò nella descrizione della storia che la storia è piuttosto angst, giusto per precauzione.

Come state? Che ne pensate del capitolo?

-M

You're the angel that I couldn't kill || Kenma x reader    [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora