IL SOGNO

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Lo invito a sedersi sul divano e io vado nel bagno a cercare il kit di pronto soccorso. Ritorno in salone e lo trovo a guardare le poche foto appese o messe sul caminetto.
<<Vivi sola?>> chiede con sguardo perso.
<<No, con mio padre, solo che per ora è fuori per lavoro. Tu invece?>>
<<Beh, direi di sì.>>dice ritornando a guardarmi.
<<In che senso?>>
<<Non ti interessa!>> dice con tono gelido.
<<Scusa, calmati però>>
<<Sono calmissimo sei tu che fai troppe domande>> ma dice vero? Ha iniziato lui con le domande... Boh sto ragazzo è bipolare.
<<Vabbè, dammi la mano>> dico cercando di cambiare argomento... Non ho voglia di iniziare una discussione con persone così.
<<Non ne ho bisogno, grazie!>>
<<Ma se hai la mano piena di sangue>>
<<Lui è messo peggio.>> dice con fermezza.
****
Alla fine si fece bendare la mano, senza spiccicare una parola e nessuno sguardo...
<< Si è fatto tardi, vado a casa>> dice con uno sbadiglio.
<< Se vuoi resta.>> si, ok non lo voglio in casa ma è veramnete tardi, (3:30), e mi ha salvato da un maniaco, è il minimo.
<< No, non voglio darti disturbo>>
<<Nessun disturbo, è il minimo per ringraziarti.>> Ci pensa un poco, ma alla fine annuisce.
<<Come facciamo per il pigiama?>>
<<Ti presto qualcosa di mio padre. >> Salgo nella camara di mio padre e cerco qualcosa nel suo cassetto, dove lascia il cambio, per quando torna a casa.
Trovo solo una magliettina e un pantalone della tuta, meglio di niente, sicuramente più comodo dei suoi jeans.
Gli scendo i vestiti e gli indico dove si trova il bagno per cambiarsi, nel mentre mi butto nel divano.
Esce dal bagno finalmente, ci sarà stato almeno 15 minuti solo per cambiarsi.
Saliamo e gli dico dove si trova la stanza per gli ospiti.
****

"Non mi lasciare sola ti prego."
Grido mentre i dottori mi fanno uscire dalla stanza. Piango e mi dimeno ma niente sono fuori dalla stanza.
"Non c'è niente da fare ormai" sento il dottore mentre parla con i colleghi dentro la stanza.
****
<<TIPA sveglia.>>
Sento gridare e qualcuno che mi spinge.
Apro gli occhi e vedo Alexander che mi fissa.
<<Finalmente ti sei svegliata>>
<<che ci fai nella mia stanza?>>
<<Gridavi e piangevi nel sonno, non riuscivo a dormire.>>
<<Scusa>>
<<Tranquilla, ne vuoi parlare ?>>
<<Magari domani, voglio dormire>>
<<Va bene vuoi che resto qua ?>> dice con un sorrisetto malizioso.
<<No, puoi andare >> vedi te questo che pensieri che si fa.
<<Va bene.>>
Va per uscire dalla stanza ma lo fermo.
<<Anzi, resti? Però non è per fare quello che pensi tu.>>
<<Va bene, tanto in quella stanza mi sento troppo solo.>>
Si mette sotto le coperte con me e ci giriamo ognuno da un lato.
Devo ammettere che ha un buon odore.
<<Buonanotte tipa strana>>
Ma dice a me ? C'è io sono strana ? Lui è un bipolare e la strana sono io.
<<Notte>> .
****
La mattina dopo mi sveglio con il suono della sveglia, non riesco ad alzarmi, qualcosa mi blocca. Apro gli occhi e noto che il bipolare di ieri ed è totalmente buttato su di me. Cerco di spingerlo via ma non riesco, allora decido di andarci con le maniere forti.
Prendo il mio telefono e tirandomi un po' arrivo a prendere la cassa accanto al comodino.
Appena riesco a collegarla, metto un di quelle canzoni da serata, avvicino la cassa al suo orecchio e faccio partire la canzone.
<<MA SEI STUPIDA!>>

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