II. "All'Ombra di San Marco"

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Ciao a tutti! Sono contenta di inaugurare l'apertura di questo servizio con "All'Ombra di San Marco", un romanzo breve scritto da LaviniaFonzi. Avevo iniziato a leggere questa storia prima di aprire il servizio e sono stata contenta di aver trovato "il pretesto" di questa recensione per averla continuata.

"All'Ombra di San Marco" è una delle prime opere che sono state scritte dall'autrice, che ha peraltro già una lodevole pubblicazione all'attivo nel romanzo "In nome del Giglio."
L'opera che Lavinia mi ha chiesto di recensire è un romanzo breve, ambientato nella Venezia di fine '700.

I capitoli letti sono stati 12 su un totale di 12.

COPERTINA E SINOSSI

Mi piace, perché rende bene l'ambientazione in cui si svolge la storia

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Mi piace, perché rende bene l'ambientazione in cui si svolge la storia. Forse l'immagine è un pochino scura e avrei cambiato il font, ma sono pareri di una che di grafiche che capisce poco, anzi, è proprio negata. Però è ben leggibile, sia titolo, sia il nome autore e questa è la cosa più importante.

Riporto la sinossi:

"Venezia, 1780.

Quando ruba un braccialetto a una ragazza, Leone non immagina che la sua vita cambierà per sempre. Costretto a fuggire per evitare l'arresto, si nasconde su di una gondola e assiste una misteriosa conversazione: due loschi individui stanno pianificando l'uccisione di un uomo importante. Leone si ritrova suo malgrado coinvolto: riuscirà a salvarsi e a sventare il complotto?"

È nel complesso sintetica e ben fatta: se vuoi aumentare l'aria di mistero, puoi omettere l'omicidio, rimanendo sul vago con frasi come "stanno ideando una pericolosa congiura" o qualcosa di simile. Bello l'interrogativo finale come chiusura.

Grammatica e stile

Hai uno stile semplice, essenziale, però tutto sommato pulito. Non fa male vedere la narrativa storica priva di quei fronzoli a volte inutili, che non aggiungono nulla al contesto. Usi spesso la paratassi, frasi brevi, le subordinate sono poco presenti. Ci sono delle imprecisioni in termini di punteggiatura (prevalentemente nei dialoghi), alcune ripetizioni che ti sono state ampiamente segnalate, ma sono meno presenti, perlomeno negli ultimi capitoli che ho letto proprio stamattina. Ti segnalo una, che è spesso ricorrente, che è la parola "fanciulla". Ci sono sinonimi come "giovane", "ragazza", "pittrice", nel caso di Olimpia. Le ripetizioni sono anche un mio tallone di Achille. Per evitarle rileggo il testo ad alta voce: non le elimina tutte forse, ma ci si rende conto delle ridondanze più importanti e aiuta a sistemare un po' anche la punteggiatura. In aiuto poi ci sono sempre i dizionari dei "Sinonimi e Contrari". Anche la funzione "Sinonimi" di Word, in mancanza di tempo, dizionario o Internet, può facilmente risolvere la cosa.

Un'altra cosa che mi sento di dirti, è di sostituire la "E'" con la "È", come ti ho già consigliato in linea. In verità non è soltanto un "errore" che tu fai, ho notato parecchi autori scriverla così, ecco perchè lo riporto nel servizio, nella speranza che possa aiutare tutti. Si può inserire tranquillamente l'accento su Word dalla "Sezione Simboli", e poi usare la funzione "Trova e Sostituisci" per cambiarle tutte, oppure da telefono. Per me è tutto fatto in buona fede ovviamente, perché ho notato che la maggior parte degli autori lo fa proprio perché appunto non sa come mettere la "È". Ciononostante, rimane il fatto che volendo essere pignoli è grammaticalmente scorretto, perché nessuno nello scrivere a penna metterebbe mai l'apostrofo, e lo stesso dovrebbe essere quando si scrive al PC. Un'altra lieve disattenzione c'è allo spazio dopo i punti sospensivi, che spesso manca. Non ho riscontrato errori di ortografia. Farei forse un po' più attenzione al registro linguistico: in alcuni casi ci sono espressioni che mi hanno un po' stonato nel contesto storico. Ti prendo un esempio dal Capitolo IV, "Una fanciulla":

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