Mancavo da Istanbul da due anni, passati a girare il mondo fotografando la natura, la guerra, i poveri non ero stato via mai così a lungo, ma mi mancavano mio padre e mio fratello Embre. Mi mancavano i suoni e i profumi della città e mi mancavano i dipendente dell'agenzia di famiglia la Frickiarica.
Avevo avvisato che sarei arrivato oggi, ma mi ero alzato presto e volevo fare un po di movimento, il fiume mi attendeva, un po di rafting mi avrebbe fatto bene, amavo fare sport all'aria aperta,amavo lo sport in generale due ore di allenamento al giorno.
Sentii il cellulare squillare nella Jeep, ero appena uscito dal fiume e mi stavo vestendo
"Embre"
"Dove sei Can?"
"Sono per strada"
"Si certo, fra quanto arrivi?"
"Ti ho detto che sto arrivando, che ce ti manco?"
"Terribilmente"
"Arrivo"
Il tempo di cambiarmi e sono in ufficio.
Arrivo in agenzia, saluto tutti, la prima che incontro e Deren
"Can, bentornato"
"Buongiorno"
"Abbiamo sentito tutti la tua mancanza, tutto bene, sai ti trovo in ottima forma"
"Grazie" trovo Deren un po troppo emozionata ed invadente, la supero e le chiedo
"Papà è in ufficio?"
"Si è dentro, fra poco vi raggiungo, ho delle cose da fare"
mi dirigo verso l'ufficio ed entro
"Oh signor Aziz, è uno splendore" abbraccio mio padre, quanto mi è mancato, quasi mi commuovo.
"E questo chi è?" Indico mio fratello Embre "Fatti abbracciare"abbraccio anche lui, è diverso da me lui ama la città, lavora in agenzia al fianco di mio padre veste alla moda, abiti firmati, siamo stati divisi per tanti anni quando eravamo piccoli, quando mia mamma lo ha portato con se dopo il divorzio.
"Che hai fatto ai capelli" Glieli arruffo un po e lui si scoccia, lo prendo in giro dicendoli che sembra un damerino
" noi di città ci vestiamo così, ma tu non lo puoi sapere dato che vivi nella giungla"
"Sei stato in Cambogia, vero?" mi chiede mio padre
"Si e non è un posto turistico credetemi"
"Non avevamo dubbi, chissà quando saresti tornato se non fosse per l'anniversario"
Sono tornato perché ricorre il quarantesimo anniversario dell'agenzia, una festa di gala devo mettere lo smoking, gli abiti formali non mi piacciono, mi stanno strette le regole dell'alta società.
Mio padre Aziz deve partire per una crociera intorno al mondo, quindi ho solo oggi per stare con lui.
Io riparto fra due giorni, altri posti da fotografare mi aspettano, ho lavorato tanto per essere il miglior fotografo turco, ci sono voluti tempo, fatica e lavoro.
Aziz convince Embre a fare una sfilata tra i dipendenti, ha un buon rapporto con tutti, sono la sua famiglia,loro lo accolgono con applausi e fischi di apprezzamento "Bravo, bravo" gli dicono.
"Grazie, grazie, chi si vuole fare una fotografia si metta in fila" lo osservo, osservo tutti e sorrido, mi sono mancati, il chiasso di quel posto, le risate.
E' ora di andare in teatro, dove si svolge il galà, entro nell'ufficio chiedendo se papà è pronto
"Can accomodati, ce una cosa di cui ti voglio parlare"
"Ce qualche problema?"
"Non partire per favore, resta, stabilisciti qui"
"No papà ne abbiamo già parlato tante volte, ho un nuovo progetto, fotograferò i campi profughi nel mondo, e poi lo sai che mi sento soffocare dopo due giorni qui"
"Si lo so bene, ma ce una ragione, un perché" Papà abbassa la voce circospetto "L'azienda è in pericolo"
"Ah si? E perché?"
"Ti ricordi Ailyn la ex di Embre? Ha fondato una sua agenzia"
"Lo sapevo" Lo guardo incredulo, su quello che mi sta dicendo
"Noi creiamo una campagna e lei crea la stessa campagna, prendiamo accordi con dei clienti, prepariamo tutto e lei ci anticipa, c'è una spia in agenzia, ho perfino assunto un investigatore, ma nulla, ci sta rovinando la reputazione" Sono scocciato e seccato da quello che mi sta chiedendo.
"Embre cosa ne pensa?"
"Lui dice che è una coincidenza e non crede che ci sia una spia"
"Cosa posso fare?"
"Vorrei che tu lavorassi qui dentro, magari tu troverai chi è la spia"
"Papà ma che dici?cosa c'entro io fallo fare ad Embre" Papà scatta in piedi adirato
"Embre. Embre, non è in grado, non può fare tutto da solo, è bravo nelle finanze, tu eri il migliore dell'azienda" sorrido incredulo
"Si papà, ma era tanto tempo fa, una vita fa" insiste
"Can se lo fai tu, ti ricompenserò, Embre non se ne può occupare, non se la sa cavare come te" "Non si può fare, trova un altra persona, Embre la prenderebbe troppo male" "Pensaci, non darmi una risposta subito, ma fallo per me" papà mi sta supplicando
"Fallo per me ho bisogno del tuo aiuto" mi alzo indeciso su cosa rispondere, è un grosso sacrificio quello che mi sta chiedendo, "Ci penso" gli rispondo ma non penso accerterò, tutto questo mi sta stretto, papà è felice della mia risposta. Usciamo dall'azienda, Goulisse la segretaria di papà ci ha avvisato che lauto è pronta.
Arriviamo in teatro papà mi fa vedere dove è la loggia che ha riservato per me e Pollin, la mia ragazza, arriverà in tempo per il gala, lui ed Embre saranno seduti in platea.
Esco fuori e la telefono, è già arrivata " Vado in hotel, mi preparo e arrivo"
"Papà ci ha riservato una loggia , vediamoci li"
"Va bene a dopo"
Più tardi papà mi chiede come vada con Pollin " come vuoi che vada, ci vediamo tre volte all'anno"
"Mi piace quella ragazza, se tu lavorassi in azienda potreste convivere"
"Ti prego non insistere" Arriva Embre e lo porta via, è ora di andare, stanno arrivando gli ospiti, andando via mi ordina senza mezzi termini di mettermi lo smoking e io da buon figlio ubbidisco!
Alla festa ce molta gente,saluto con piacere tutti, e chiacchiero con loro. Methin il mio caro amico, uno dei migliori, che lavora con noi ormai da dieci anni. All'improvviso vedo arrivare Ailyn, so che è venuta per creare scompiglio, mi avvicino a mio padre per sostenerlo. Lei è li per provocare, sconvolge mio padre,è nervoso, interviene anche Embre che riesce a mandarla via. La serata inizia, anche se sono preoccupato per lui, lo lascio in buone mani con Embre, in platea, e mi avvio per le scale, ho chiamato Pollin, mi ha detto che è arrivata, sono arrivato alla loggia, apro la porta, è buio, vedo poco, ma scorgo nella penombra una sagoma di donna, Pollin è già arrivata,sono contento è da molto che non ci vediamo, mi avvicino e con impeto l'abbraccio stretta e la bacio, nel momento in cui le nostre labbra si incontrano capisco che non è lei, ma sono attratto da questa donna, ha un profumo inebriante che mi rapisce, l'abbraccio più stretta e il mio bacio diventa più esigente, ma lei si stacca e scappa. Non faccio in tempo a dirle di aspettare che lei è già andata via "Chi ho baciato, aveva un profumo insolito di fiori selvatici?" Arriva Pollin, la saluto, ma il mio pensiero va alla sconosciuta, chi sarà?
Io e Pollin ci accomodiamo e guardiamo quello schermo che proietta la carriera di mio padre e la vita della sua società, ma sono distratto, guardo in basso in platea in cerca di qualcuno che torna al suo posto, o di un movimento, un segno, ma non trovo nulla, Pollin mi fa delle domande ma io sono vago e rispondo a monosillabi, questo incontro mi ha sconvolto, a me Can Divit, che per anni ho vissuto di avventure, ho scalato monti, sono stato in mezzo alla guerra ma niente mi ha sconvolto come questo bacio.
Finalmente finisce, io e Pollin ci avviamo giù per le scale Pollin mi invita a bere qualcosa prima di rientrare "Certo, ma fammi togliere questo smoking"
" ti aspetto fuori" Mi cambio, indosso i miei comodissimi abiti jeans, camicia, e scendo per raggiungere Pollin, vengo fermato da Methin, il mio amico, l'avocato dell'azienda
"Can ti posso parlare? "
"Non so come dirtelo, non è facile, metto a repentaglio la fiduccia di tuo padre"
"Methin che succede?" Insisto, lo vedo incerto e insicuro, forse un po allarmato.
"Tuo padre domani parte per una crociera"
"Si, e allora?"
"Non girerà il mediterraneo"
"Ah si? E dove andrà?"
"Va a farsi curare" mi spiazza, non so che pensare
"A farsi curare per cosa?"
"Non devi preoccuparti, te l'ho detto solo perché parte e non lo vedrai per alcuni mesi"
"Methin, dimmi cosa ha mio padre!" mi altero ed alzo la voce, lo prendo per le spalle
"Un'infezione ai polmoni, la situazione è critica, ma, una cura ce , non devi preoccuparti, Can mi dispiace dirtelo in questo momento" ci guardiamo negli occhi sa che è stato un duro colpo per me, me lo legge negli occhi, mio padre è tutto per me.
"Dove andrà a curarsi?"
"A Cuba, ci sono i migliori medici" sono nervoso, non so come comportarmi
"Non è possibile"
"Can, Can ascoltami, tuo padre non voleva che né tu né Embre veniste a saperlo, all'inizio non gli ha dato peso, poi andando avanti ha avuto delle crisi respiratorie, e il medico gli ha consigliato aria di mare, quindi andrà con lo yacht in Francia, poi da li a Cuba"
"Va bene, ora vado da lui" Methin sa che sono sconvolto da quella notizia, mi conosce
"Aspetta, promettimi che non dirai niente,tuo padre mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno, e specialmente a tuo fratello"
"Va bene, va bene Methin, devo parlare con la mia assistente ora, parleremo dopo" a malincuore chiamo l'ufficio di New York "Ciao, sono Can, non credo di poter tornare a breve, ho avuto un imprevisto, qua l'azienda ha bisogno di me, devo chiudere l'ufficio, per quanto riguarda i dipendenti ci penserò io, se ci fossero problemi chiamami" Cosi avevo chiuso momentaneamente l'ufficio di New York, a malincuore avevo messo la mia vita in stand-by
Raggiungo mio padre, lo guardo, solo ora noto il suo respiro affannato , "Come stai?" gli chiedo
"Umiliato, tutti mi chiedono di Ailyn e il suo lavoro, se sia stata lei a rubarci i lavori o se siamo stati noi a rubarglieli" lo abbraccio e lo faccio allontanare , ci dirigiamo in macchina, Pollin ci segue, papà la saluta "Speriamo di avere più tempo la prossima volta"
"Buona serata" Accompagno mio padre alla macchina, lo guardo, sono inquieto, non so che fare, continuo a guardare la gente che sta passando, cercando qualcuno che neanche so chi è
"Amore cerchi qualcuno?"
"No nessuno" Pollin mi conosce ha capito "Beviamo qualcosa?"
"NO, papa domattina parte "
"Va bene, vai anche tu" mi stupisce
"Sei arrabbiata?"
"No è nel tuo DNA sparire, come potrei arrabbiarmi ... "
"Vengo da te domattina"
"Domattina ho il volo, vedrai ci rifaremo" le prendo la mano, chiamo un taxi, la bacio sulla guancia e l'abbraccio salutandola, lei va via e resto solo, ormai non ce più nessuno, vado via anche io torno a casa da mio padre, voglio passare un po di tempo con lui.
La casa è deserta, sono irrequieto, curioso, non so cosa mi prende, ricordo il suo profumo,le sue labbra, mi perseguitano. Arriva mio padre, lo sorprendo in cucina che prende delle pillole, cerca di nascondermelo "Cosa sono queste?"
"Niente, solo per la vecchiaia" si difende "Vieni, andiamo in giardino"
Il giardino ci accoglie, silenzioso, un fuocherello che crepita in un camino fuori accanto a delle poltrone dove ci accomodiamo.
"E' bello averti qui"
"Pensavate di non vedermi più" papà ride alla mia battuta, ci accomodiamo, sembra che il tempo non sia passato, è bello essere a casa.
"Come stai papà, sembri stanco"
"Sono stanco"
"Papà che ne pensi se vengo con voi in crociera? Potremo passare un po di tempo insieme"
"Non credo di partire dopo quello che è successo, rimanderò la partenza non posso lasciare l'azienda"
"Non puoi, quando ti ricapita un'occasione del genere? C'è Embre!"
"Figlio mio, Embre non è adatto, non ha né la creatività né le capacità per dirigere l'azienda,parliamo di quarant'anni di sacrifici" vedo mio padre dispiaciuto, combattuto, aggiunge "Non posso partire ora, non posso proprio partire, rischiamo il tracollo"
"Resterò finché non tornerai dalla crociera" non credo neanche io alle mie parole, ma non mi resta altra alternativa
"No non se ne parla, tu hai altri progetti, ci ho pensato, non posso chiederti una cosa del genere, tocca a me"
"Non ti devi preoccupare, posso rimandare il progetto, e troverò la spia prima che torni dalla crociera"
"Vuoi farlo veramente?"
"Certamente, ti meriti una vacanza, e non tornare prima di tre mesi" mi sorride, è sollevato, glielo leggo negli occhi,
"te lo prometto, sono felice, hai lavorato per anni in azienda, penso che avrai il pieno controllo della situazione " papà continua a vantarmi, mi lusinga, lo lascio fare, lo vedo sollevato, spero la vacanza gli faccia bene, che le cure siano ottime.
"Vai a riposarti" mi abbraccia e mi augura buona notte, io resto in giardino, ripenso alla serata, alla loggia a quelle labbra dolci, a quel profumo insolito di fiori selvatici, alla sua pelle morbida alla sua vita che ho tenuto fra le braccia per un attimo, chissà se lei ha provato qualcosa, se è stato inaspettato come per me.
Io ed Embre accompagniamo papà al porto, al suo yacht , è venuto il momento di salutarlo, ci abbracciamo, un po commossi
"Grazie per tutto " anche mio fratello lo abbraccia, "Embre, non abbiamo potuto parlare, ma mentre sarò via Can prenderà le redini della società"
"Come, non avevi un progetto?" lo vedo un po' astioso, ma cerca di nasconderlo
"Per papà posso anche rimandarlo"
"vi siete già accordati, forse potevate mettermi al corrente?"
"Abbiamo parlato ieri sera, non ce stato il tempo?"
"Non litigate, impiegate le vostre energie per trovare la spia che è in agenzia, fatelo per me" e fu così che Aziz partì.
Mio fratello ed io ci prendemmo un te, era offeso, arrabbiato, lo sentivo, e sentivo il suo astio
"Stai bene?"
"Si certo, papà ha rimpiazzato il figlio con cui lavora con quello preferito"
"Non essere sciocco, non ce alcun preferito e non ti ha rimpiazzato, appena rientrerà dalla crociera tornerà tutto come prima"
"Va bene" lo dice poco convinto
"Perché ti infastidisce tanto, ti occuperai del settore finanziario, io di quello creativo, fra tre mesi tornerà tutto come prima, e io partirò come vedi tutto tornerà alla normalità nella tua vita"
"va bene, siamo d'accordo"
"Certo che siamo d'accordo come sempre" faccio una pausa, lo guardo "papà è molto preoccupato per la spia, tu sospetti qualcuno?"
"non ne ho idea"
"Nessuna? .. sforzati fai mente locale" lo prendo in giro sul suo abbigliamento, lo chiamo damerino e rido, lui ancora si sente minacciato, non capisco perché. Lo lascio li nel bar e vado in agenzia.
Arrivo, parcheggio, sono di buon umore nonostante tutto, mi devo rimettere al passo, sono anni che non lavoro più qui, anni passati tra montagne e campi profughi, tutta un altra vita. L'agenzia mi è sempre stata stretta, sono andato via per anni alla ricerca di avventure di adrenalina, ma ora sono qua e darò il meglio come è il mio solito, scoverò la talpa di Ailyn.
Mi dirigo verso il mio ufficio, e mi imbatto in Cey Cey e Goulisse che parlano con una ragazza mora, lei è di spalle, non mi vede, ma sta parlando di me senza conoscermi
"Questo signor Can sembra che sia uno snob presuntuoso che prende tutto alla leggera" faccio cenno a Cey Cey e a Goulisse di stare zitti e non dire che sono dietro a quella sconosciuta e la lascio parlare, le i continua a dire "quando si annoia gioca a fare il selvaggio, se ne va in giro, abbraccia i leoni, quando è stanco viene in azienda e gioca a fare il capo, voi non lo trovate un tipo arrogante? Comunque mi è venuta fame, voi no?" io rido sotto i baffi, la trovo strana, sincera Cey Cey e Goulisse tentano di farle capire che sono dietro di lei. Ma lei continua "Can chi è, io non lo so, non l'ho mai visto e adesso scopro che è il mio capo, anche io lavoro in azienda, si è vero che sono solo una tuttofare, ma non vuol dire che debba essere l'ultima a sapere le cose" Finalmente ha capito che sono li dietro di lei, mi tolgo gli occhiali, e mi affianco a lei , la guardo negli occhi, restiamo per un po a fissarci, è bellissima, molto timida, arrossisce "Il tuo nome?" le chiedo
"Sanem" dice timidamente
"Sanem" Ripeto, incantato mi piace questo nome
"Si Sanem mi chiamo Sanem" ripete impacciata, la fisso ancora per qualche istante ma mi accorgo che non siamo soli e per dissimulare dico a loro tre "Vi voglio in riunione fra cinque minuti"
Ho chiesto a tutto il personale di riunirsi, ci sono tutti, anche Sanem la ragazza nuova.
"buongiorno a tutti, per un po' sarò a capo dell'azienda, molti di voi li conosco già, altri li conoscerò piano piano" il mio sguardo si posa su di lei, mi accorgo che è intimidita dal mio sguardo, sono confuso, perché la fisso? "Prima di iniziare vorrei un te" tutti mi guardano straniti, che non abbiano mai visto un te? In ufficio non ce un te, è quello che mi dice Sanem "lo volevo anche io prima ma non ce in ufficio"
"Can, fatti consigliare, un espresso Italiano, un caffè con latte, altrimenti un caffè americano"
"No Deren voglio un te semplice anzi due" finalmente i due te arrivano, e iniziamo la riunione
"Vi ho riuniti qui per un'importante questione, ce una spia nell'azienda" tutti sono stupiti, si alza un vociare "Tutti i particolari delle nostre campagne vengono passate ad Ailyn, potrebbe essere un dipendente, chiunque sia da oggi inizia la caccia, e quando scoprirò chi è dovrà fare i conti con me"
guardo tutti, e mi accorgo che sono intimoriti, faccio questo effetto ogni tanto "tutte le informazioni dell'agenzia non devono uscire da qui, abbiamo un progetto importante e se esce qualcosa ne pagherete le conseguenze, parlate ora altrimenti andate" Sanem, si alza, ha capito che la riunione era finita, tutti la guardano le chiedo"da quando lavori in azienda?"
"Da ieri"
"Bene, spero sia chiara la situazione, la riunione è finita" mi alzo e vado nel''ufficio di Embre, lui mi aggredisce
"hai bloccato il sistema?"
"Si per accedere ora serve una password, altrimenti tutti possono accedere e rubarci le idee"
"Sei rimasto per complicarci il lavoro?"
"Dobbiamo mettere in sicurezza l'ufficio per prendere la spia"
"Anche io non accedo, dubiti di me?"
"Sei paranoico, nascondi qualcosa? Comunque ai progetti più importanti accederà solo Sanem"
"perché lei?
"Ha iniziato ieri, non ha esperienza"
"Meglio cosi'"
"Non sa fare nulla"
"Le insegneremo"
"Va bene, fai come vuoi"
"Bastano cinque minuti senza connessione e vai fuori di testa, esci vai a farti una passeggiata"
Me ne vado seccato da quella discussione, incontro i ragazzi e li avviso che da ora in poi ci vorrà una password per accedere ai vari servizi, prendo il computer di Leyla, lei quel PC lo porta anche fuori dall'azienda e viene usato da tutti. Mando Sanem da Embre
Sono sul lungo mare, sto facendo la mia corsa serale, rallento, mi siedo, e penso, penso a quel bacio nella loggia, alle emozioni che mi hanno travolto, a quel profumo che mi ha inebriato, che non riesco a dimenticare, mi tormenta, non so che mi sta prendendo, ho un vuoto nel cuore che non so colmare. Le sue labbra morbide, le vorrei baciare, il suo corpo esile lo vorrei abbracciare. Guardo le stelle e penso che anche lei le sta guardando, la sento sempre più vicina, mi illudo che anche lei mi pensi.
Di buon mattino arrivo in agenzia, saluto un po tutti, mi dirigo spedito da Sanem e le chiedo di portarmi le cartelline delle campagne degli ultimi tre mesi, mi devo aggiornare, sono stato fuori troppo tempo. Passo a salutare Embre, poi mi dirigo nell'ufficio di mio padre che ora è il mio, trovo dentro Sanem con le cartelline che le ho chiesto.
"Già qui?" lei non si era accorta di me e si spaventa facendo cadere le cartelline sul pavimento
"Mi scusi, non mi sono accorta di averla alle spalle, mi ha fatta spaventare" mentre lei parla, mi cade l'occhio sulla mano, dove vedo scritti con la penna dei nomi "Che cosa sono?"
"Un mio hobby"
"Un hobby? Amet e Mete, un hobby non sembra?" anche a me cadono le cartelline, mi sento un po' impacciato davanti a lei
"Hai contagiato anche me" finisco di raccoglierle, le squilla il telefono, mi chiede se può andare, deve rispondere, le dico di andare, io invece inizio a leggere quella montagna di documenti.
Dopo alcune ore arriva Sanem, con uno straccio
"Posso rendermi utile?"
"Vuoi pulire le finestre?"
"No sono venuta a pulire le cartelline, mi sono accorta che erano piene di polvere, non vorrei che sporcassero la sua camicia"
"Va bene fai pure" la osservo, è proprio strana
"Se posso fare qualcosa per lei dica pure!"
"In effetti ce qualcosa che puoi fare per me, mi serve una fotocopia di questo documento" glielo porgo, lei fa per andare, ma torna indietro
"Non posso farlo"
"Perché ?" la guardo scettico sorseggiando il te
"Non so usare la fotocopiatrice" mi dice "Potrebbe insegnarmelo?"
"Chiedi a Goulisse"
"Sarebbe una buona idea, ma vorrei evitare di chiederglielo, perché mi prenderebbe in giro, come il resto dell'ufficio, la prego mi eviti questa umiliazione"
"D'accordo facciamo questa cosa"
"Facciamogliela vedere a chi ti prende in giro"
"Grazie"
Ci dirigiamo alla fotocopiatrice, e spiego a Sanem come usarla" lei mi osserva con attenzione "ecco questo è tutto, buon lavoro" Continuo il mio noioso lavoro di lettura, Sanem ogni tanto mi allieta la giornata portandomi del te, questi documenti non finiscono mai.
Tutti stanno lasciando l'ufficio, consulto Deren su una campagna e decido di andare via, trovo Sanem nel mio ufficio, vuole mettere apposto le cartelline, le do quelle che ho già letto e porto via quelle che non ho ancora letto, sono stanco decido di fare una corsa, mi aiuta sempre.
Dopo la corsa assetato rientro in casa, una bella doccia mi farà bene, sotto il getto restauratore, mi ritorna il buon umore, sono un fascio di tensione e dolori muscolari, non sono abituato a stare fermo nello stesso posto così tanto, ma l'ho promesso a mio padre, e cosi farò.
Dopo la doccia ci vuole un po di musica prima di prepararmi uno spuntino, ma arrivato in cucina sento un rumore provenire dalla sala da pranzo, che sia un ladro? Ma con mia sorpresa trovo una donna che cerca a di uscire dalla vetrata scorrevole, a grandi passi mi dirigo verso di lei, l'afferro per un gomito facendola girare verso di me, ma con mio grande stupore riconosco Sanem, la ragazza nuova dell'ufficio, è spaventata per non dire terrorizzata, ha gli occhi sbarrati dallo spavento
"Che ci fai qui" le dico quasi urlando, dato che la musica è a un volume parecchio alto, ma nell'avvicinarmi a lei sento quel profumo, lo stesso della loggia, e il tempo si ferma, respiro a fondo questo profumo, è lo stesso della ragazza nella loggia.
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Sono Can Divit
FanfictionDal primo incontro in poi cosa prova Can nella movimentata storia con Sanem, emozione dopo emozione vi porterò in questa stupenda storia d'amore vista con il cuore di un uomo straordinario