Fourteen - Lorenzo

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Una volta entrato nella stanza inizio a sbottonare il farsetto. Non vedo l'ora di togliermi tutta questa roba per potermi mettere a letto. Mi volto verso l'altro lato del letto e vedo Clarice di spalle intenta a togliere i grandi orecchini e gli anelli d'oro.

"Tutto bene qui, oggi?" le chiedo correndo in suo soccorso per allargare le stringhe del vestito. La sento fare un respiro profondo, come se fosse finalmente libera di inalare tutta l'aria della stanza.

"Diciamo di sì".

"Diciamo? Cos'è successo stavolta?"

"Niente di troppo grave. Piero e Giovanni hanno avuto una brutta lite".

"Dove sta la novità?" chiedo con voce divertita. I nostri figli litigano di continuo eppure sento qualcosa nella sua voce: una nota di preoccupazione.

"Lo so, Lorenzo. Questa volta Piero mi ha spaventato è stato molto aggressivo con il fratello, molto rabbioso", si siede sul letto e io faccio lo stesso.

"Cosa intendi per aggressivo?"

"Voglio dire che ha squarciato la tela del fratello, quella a cui Giovanni aveva lavorato da solo".

"Quella dei cavalli?" Clarice annuisce passandosi una mano sulla fronte.

"Domani proverò a parlare con lui" concludo, per rincuorarla.

"Lo farai davvero, Lorenzo?" Quanto mi conosce.

"Ci proverò, davvero. Lo prometto".

"Lorenzo, non esiste solo Firenze. I tuoi figli hanno bisogno di te. Piero ha bisogno di te. Credo che stia cercando di attirare l'attenzione su di sé e non sta cercando la mia" mi redarguisce.

Mi alzo per continuare la mia opera di svestizione.

"La città conta su di me, Clarice".

"Anche la tua famiglia!"

Ha ragione. 

Sono diviso tra il cercare di essere una buona guida per questa Repubblica e l'essere un buon figlio, un buon marito, un buon padre. Sento troppi ruoli gravare sulle mie spalle e non credo di essere all'altezza delle aspettative.

"Credi che non voglia essere qui, per loro?" Mi aggrappo all'anta dell'armadio ancora aperta.

"Non lo credo affatto. È solo che ci sono cose in cui non posso sostituirmi a te. Potresti iniziare a portare Piero con te, alla banca. Potreste passare del tempo insieme, in questo modo". La sua voce è piena di speranza, come se questo potesse bastare per recuperare tutto il tempo perso, le assenze.

"No, Clarice. È troppo piccolo" mi limito a dirle mentre mi metto a letto.

"Ma Lorenzo questo..."

"Sai come la penso, Clarice" la interrompo gelandola con le mie parole. Non replica oltre.

La sento alzarsi dal letto e sfilarsi il vestito blu che aveva questa sera a cena. 

So di averla delusa, ancora una volta ma Piero non è pronto. È piccolo. Preferirei che si godesse la giovinezza quanto più possibile, come fece mio padre con noi. Vorrei tediarlo con gli affare il meno possibile fino a quando potrò.

Mi volto verso la grande finestra ora celata dalle tende dorate. Per questa sera sarò solo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2021 ⏰

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