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UN GIOCO DI SGUARDI
1994
Londra, Inghilterra

adaptable song: Soul Kitchen, The DoorsNarratore esterno

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adaptable song: Soul Kitchen, The Doors
Narratore esterno

Il sangue era schizzato sulla carta da parati e i lamenti erano cessati. In sottofondo, il gracchio di un giradischi riproduceva un suono sporco e lontano.
L'abat-jour spandeva una luce fredda e talmente forte da permettere che l'unica testimone di quel torturato omicidio assistesse con occhi attenti e terrorizzati.

Il corpicino  era al centro del salotto, in piedi e con le braccia tonde lungo i fianchi, fasciati da un completo carta da zucchero.
Il viso di porcellana era immobile e gli occhi erano fissi su quelle dita gonfie e livide che le sfioravano la punta delle sue ballerine immacolate.

Il cadavere, di rimando, restituiva lo sguardo alla figlia, in silenzio.

L'uomo in nero, identificato come l'omicida, si piazzò con le gambe ai lati di quel corpo freddo e puntò la pistola verso la bambina che lo guardava con un'espressione vitrea, trasparente.

Il tempo smise di correre, per pura ironia, in quella grande casa nel cuore della periferia inglese.

"Ottimo lavoro."

Nella penombra, una donna accese tre candele in equilibrio su un candelabro con la punta consumata della sigaretta, per poi buttare il mozzicone sotto la suola del suo tacco rosso.
Una retina nera che scendeva da un cerchietto impigliato tra i capelli le celava l'espressione compiaciuta nel vedere un lavoro portato a termine impeccabilmente.

L'uomo armato ripose la pistola, sorpassò la donna e scomparve dietro la parete. E nessuna di queste azioni fecero spostare di un millimetro la bambina, ancora lì, in piedi e sotto il lampadario di cristallo.

Le luci fioche delle candele donarono un'atmosfera confusa, mentre la donna avanzava verso la bambina, scavalcando il corpo inerme del vecchio proprietario di casa. Si adattò alla sua minuta altezza, si liberò della retina e incrociò i suoi occhi, grandi e verdi, come se fosse tutto un gioco di sguardi.

Poi la bambina abbassò il capo, intimorita, e quel gesto fece spiegare le labbra rosse della donna, la quale prese ad accarezzarle i capelli chiari raccolti in una treccia sfilacciata.

"Non devi aver paura di me."

L'attenzione generale si spostò sul suo bel completo, sul quale, all'altezza del cuore, era ricamata una piccola lettera: A, in carattere corvino ed elegante.

"Vieni con me, chéri."

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