Parte 26

460 30 57
                                    

Jack

Dovrei lavorare, lo so benissimo.

Eppure sono poggiato col fondoschiena sul bordo della mia scrivania, intento a sfogliare le foto sul cellulare. Il tutto, con un sorriso ebete stampato sul volto.

Il nostro primo risveglio a casa sua.
La colazione in pigiama.
La neve da spalare, di nuovo.

Ho pronta la mia stilografica nuova di zecca: ditemi dove devo firmare.

"Love is in the Air!" Una voce cantilena divertita.

"Witch! Stavo giusto cercando su internet, la maglietta più imbarazzante da regalarti."

"Raccontala a qualcun altro! Non ti sei nemmeno accorto che sono entrata!" Ridacchia. "Tutto pronto per Capodanno?"

Una domanda, mille frasi sottintese.
Perché lei sa, lei conosce le mie intenzioni.

Mi giro e vedo il cofanetto lasciato su alcune scartoffie da firmare.

I palmi iniziano a sudare, il cuore a battere agitato.
Tutte le belle sensazioni di poco prima, totalmente surclassate da... ansia?

"Sto correndo? Forse, è troppo presto. Forse, dovrei aspettare..."

"Frena, frena. Hai dei ripensamenti?"

Scuoto la testa nell'intento di schiarirla, e lo vedo. Il quaderno rilegato in pelle cattura la mia attenzione.

"La amo." Soffio fuori il mio punto fermo. Quello da cui voglio far partire la mia nuova vita, la mia storia.

Ti amo

Sorrido ripensando alla sua calligrafia incerta, a quelle parole scritte nere su bianco.

"Allora, smettila subito. Judy ti ha aperto la porta della sua casa, ti ha fatto conoscere sua figlia, la sua cerchia di amici... Cavoli, Jack, da quando stai con lei, dici meno parolacce!"

Alzo gli occhi al cielo.

"Cazzo, quanto è vero!"

Scoppiamo a ridere, allentando la tensione che aleggiava nell'aria.

"Grazie, Ami."

Mi abbasso e me la stringo forte al petto.

"È una donna fortunata."

"No, sono io quello fortunato."

Sfoggia il suo sorriso da volpe.

"Sei venuta qui per rassicurarmi?"

"Chiamalo: intuito femminile."

"Non credo che Josh sarebbe felice, se lo chiamassi così."

"Lo sai che con le parole è una frana! Se non venivo io, ti avrebbe rassicurato sciorinando una delle sue solite formule magiche! Che so, magari citava anche Einstein."

"Probabile."

"Gli dirò che lo ringrazi."

"Così mi fai sembrare in debito!"

"Diciamo, pari. Perciò scordati quella macchina da centomila dollari! Sì, proprio quella che mi hai salvato come Screensaver sul PC! Qual era la scritta che rimbalzava sul monitor?"

Rido divertito.

"Rudolph vuole una nuova slitta."

"Mi sa che la renna dal naso rosso, comprerà una macchina famigliare, cinque porte e con il bagagliaio mooolto grande!"

"Quello che sto per dire, non l'ho mai detto. Se necessario, negherò anche davanti a un Giudice... Ma spero che tu abbia ragione."

"Sicuro di non volerlo ripetere, magari davanti al microfono del mio cellulare? Lo potrei usare come suoneria quando mi chiami!"

"Perfettamente Imperfetti" Volume II "Le mie mani, i miei occhi" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora