Jack
"Ehi, cucciola! Hai fatto la guardia alla tua padroncina?"
Appena varco la soglia, Ombra alza la testa con fare guardingo, ma appena mi riconosce prende a dimenare adagio la coda. Non posso che lasciarle una carezza sul pelo morbido, prima di soffermarmi sulla figura dormiente.
I capelli neri, un po' arruffati, le incorniciano il volto perlaceo, disteso nel sonno ristoratore che la flebo stilla nel suo sangue. La voglia di toccarla guida la mia mano verso la sua pelle, ma all'ultimo freno, mi blocco a un centimetro, e torno indietro.
Ho paura di svegliarla prima del tempo.Una sedia abbandonata in un angolo mi chiama; la avvicino al letto e silenziosamente crollo.
I gomiti sulle ginocchia, mi afferro la testa, i capelli tra le dita, e inizio a incamerare aria al sapore di disinfettante."Sei qui dentro per colpa mia." Non riesco a frenare quelle parole che per troppo tempo ho trattenuto in gola. Mi scappano in un soffio di fiato debole, cariche di rammarico, di colpa.
"Sto cercando mia madre, Judy Medley. L'hanno ricoverata nel primo pomeriggio."
Angel?
Risucchio l'aria tra i denti; mi alzo di scatto e ritorno in corridoio.
Infagottata in un cappottino grigio, la ragazzina ascolta attentamente le indicazioni di una infermiera. Appena si volta nella mia direzione, i suoi occhi azzurri mi riconoscono, mi inchiodano, mi rimproverano."Angel..."
"Dov'è?" La sua voce è dura, elettrica.
Non mi da il tempo di rispondere che mi ha già superato di gran carriera, per poi arrestarsi sull'uscio della stanza in cui sua madre riposa.
"Mamma." Lascia andare un sospiro tremante.
L'astio rivolto alla mia persona, totalmente collassato o solo lasciato da parte per un altro round.
Ombra le arriva vicino, le salta addosso, la festeggia.
Per tutta risposta, lei cade a terra e abbraccia, si avvinghia al collo nero, lasciandosi andare in un pianto sommesso.
La suoneria di un cellulare interrompe la stretta.
La ragazzina afferra la borsa per prendere l'oggetto che, insistentemente, canta le note di una qualche band giovanile.
Sfrega via le lacrime e tira su col naso."Puoi rispondere al mio posto? È zia Alex. Sono scappata da casa grazie a Caterina; mi sa che mi ha beccata."
"Sei scappata? Come sei arrivata fino all'ospedale?"
"Ho preso un taxi." Alza le spalle e mi allunga il telefonino.
Lo afferro un po' esitante e premo sulla cornetta verde.
"Pronto, Alex. Sono Jack. Sì, è qui. È arrivata da cinque minuti... Posso immaginare e sicuramente ne parlerete con calm... Hai perfettamente ragione... Alex! Conta fino a tre. Fallo! Brava. Ci penso io, adesso l'importante è che sia al sicuro. Appena Judy si sveglia, le riporto a casa. D'accordo, grazie. Ciao."
La telefonata più isterica che io abbia mai avuto il piacere di intrattenere. Spero anche l'ultima.
"Quanto è arrabbiata?"
"Le passerà. Anche se non posso darle torto. Non è un bel Mondo quello che ci circonda, Angel. Le strade di New York non sono sicure per gli adulti, figuriamoci per le ragazzine. Sei stata una piccola pazza a venire fino a qui, da sola."
"Non si abbandona un membro della Squadra." Lascia andare un lungo respiro ancora intenta ad osservare la figura distesa nella stanza. "È colpa tua?"
Una freccia al petto mi avrebbe fatto meno male.
"Ha avuto una crisi mentre era in terapia con te?" Continua imperterrita.
"Sì. Mi dispiace."
Chiude le mani a pugno, una, due, tre volte.
"Ti ha difeso, lo sai?"
Alzo lo sguardo a quelle parole e mi scontro contro i suoi occhi. Sono piccoli pugnali e come tali mi trafiggono.
"È un uomo buono." Cantilena. "Spiegami come è possibile allora, che lei sia sdraiata su un letto d'ospedale, con un ago piantato nel braccio, a causa tua... se è vero che sei un Uomo Buono!?" Le trema la voce.
Paura? Rabbia? Tutte e due a mio avviso.
Restiamo in silenzio per un momento che mi appare lunghissimo.
"Piange di notte, quando pensa che io stia dormendo; la sento singhiozzare su quel maledetto cuscino.
E poi la vedo... La vedo toccarsi la faccia, sfiorare le cicatrici davanti allo specchio. Sembra chiedere ai suoi occhi di collaborare, di vedere di nuovo; agli sfregi di sparire." Prende un respiro agitato. "Ci provo. Io ci provo ad avere undici, schifosi, anni. Ma non posso permettermelo! Siamo una Squadra. Ombra, la Mamma ed io... La migliore!" Si gira verso la figura dormiente. La voglia di correre dentro e gettarsi su quel letto, le si dipinge in faccia."So cosa provi. Ho perso mia madre che ero solo l'ombra di un uomo fatto e finito. Mi è morta tra le braccia... A volte mi sveglio di notte con quell'immagine davanti agli occhi."
Dovete essere forti... una squadra. I miei ragazzi. Vi voglio bene.
Un singhiozzo.
"Nei miei incubi... stringo tra le braccia mia madre, gli occhi vuoti, la pelle fredda, il petto immobile." Altre lacrime arrossano i suoi pozzi azzurri.
Non resisto oltre.
Annullo la distanza e mi porto quel corpicino, ancora infantile, al petto. La stringo e lascio che sfoghi tutte le emozioni che si porta dentro. Piange mentre artiglia la mia maglia tra le dita."Ho così paura, Jack! Ho paura di rimanere sola."
"Non succederà, non lo permetterò. La Mamma starà bene, vedrai. Ce ne prenderemo cura, insieme. Non vi abbandono."
"Sono stata cattiva. Mi dispiace." Singhiozza ancora.
"Shh. Non devi chiedere scusa. Avevi ragione ad essere arrabbiata, ma la tua mamma mi sta aiutando a diventare più forte. Voglio essere più forte per me, per la mia famiglia, per voi."
La scosto leggermente e la fisso.
"Tua madre mi è entrata sotto pelle, Angel, non voglio mentirti." Prendo coraggio a due mani e mi sbilancio, mi butto. "Posso chiederti il permesso..."
Mi guarda confusa, curiosa; adesso il suo viso dimostra i suoi undici anni.
"... Il permesso di starvi vicino, di far parte della vostra Squadra?"
Le si dipinge un sorriso tra la tristezza versata.
"Ma voglio fare le cose per bene."
"Ti aiuterò io!" Mi interrompe con fare sicuro.
"Grazie. Avrò bisogno di tutto l'aiuto possibile. Vedrai, non ti deluderò. Non vi deluderò!"
"Mamma ha ragione: nel profondo sei un Uomo Buono, Jack!"
Le incornicio il viso e con le dita cancello le tracce umide sulle sue guance.
"Allora, come prima buona azione... andiamo a svaligiare la macchinetta del cibo spazzatura. E per non farci mancare nulla, direi di affogare il tutto in una bella cioccolata calda. Cosa ne dici?"
"Affare fatto!" Si allunga quanto basta per lasciarmi un bacio sulla guancia.
"Penso di iniziare a volerti bene, Jack."
"Mi impegnerò per toglierti qualsiasi dubbio al riguardo! Ti voglio bene, Biondina!"
E me la stringo ancora un po', la circondo, la proteggo.
Mi entra sotto pelle, esattamente dove custodisco le persone a me care.
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"Perfettamente Imperfetti" Volume II "Le mie mani, i miei occhi"
RomansaA Judy la vita le ha sbattuto prima una porta, poi un portone in faccia. Ma lei non si arrende, non se lo può permettere. Ha una figlia che adora, un lavoro che ama, una labrador nera di nome Ombra che l'aiuta. Nonostante le persone fidate, a cui sa...