Dopo una tempesta di sabbia il deserto mutava totalmente: le dune si erano spostate, ingrandite, affusolate o smussate e la strada era diventata un tutt'uno con lo spazio circostante, polvere su altra polvere d'oro, che brillava con i raggi del sole, che era tornato a splendere nel cielo terso e ad alzare una calura soffocante che, nella sua bella tuta nera, rischiava di farlo lesso da un momento all'altro.
Alexander guardava perplesso il panorama intorno a sè grattandosi la testa spaesato. Quale fosse la giusta direzione da seguire, ormai, non lo sapeva più, nemmeno guardando la cartina, piena di punti di riferimento, spazzati via senza alcun rimorso, da quell'esercito d'ombre letali e arena graffiante. Ne portava ancora i segni sul volto. Microscopici taglietti che bruciavano a contatto col sudore.
Se sapeva orientarsi e conosceva ogni segreto delle montagne, non significava che lo sapesse anche del deserto. Anzi. Il Deserto era sempre stato la grande incognita di quella competizione, il suo tallone d'Achille. A pelle, lo odiava, non per un motivo preciso, ma per un insieme di fattori: in primis il caldo insopportabile e la sabbia e poi perchè, inspiegabilmente, suo padre ne era sempre stato affascinato, motivo più che sufficiente per detestarlo.
"Ho sempre amato il deserto e il suo silenzio. Ti siedi su una duna di sabbia e non vedi altro se non un mare dorato che brilla avvolto dal nulla. Non c'è niente. Non sei niente."
Non gli aveva mai concesso occasioni di farselo piacere, non gli interessava nemmeno trarre insegnamenti di sopravvivenza, dalle sfide che un luogo così inospitale poteva riservargli, voleva solo andarsene, più in fretta possibile. In quel luogo aleggiava burrascosa la presenza ingombrante di suo padre e lui si sentiva schiacciato da metri cubi di sabbia che gli facevano mancare il respiro.
"Il deserto è un luogo privo di aspettative Alexander, ma ricorda, è l'unico nel tuo regno, che non ne ha. La cosa positiva? Almeno non puoi deluderlo!" Gli aveva dato una pacca sulla spalla quasi come se volesse schernirlo e a conferma che non aveva mai creduto in lui. In quel preciso momento però, circondato dal nulla assoluto, si sentiva esattamente un perdente. Suo padre, non si era mai sbagliato sul suo conto e realizzarlo così, lo faceva sentire totalmente inadeguato. Era abituato alle critiche del padre eppure non si era ancora abituato a farsele scivolare addosso, a non rimanerne ferito e a non farsi avvelenare il cuore da quel cinismo denigratorio con cui ogni volta lo affondava. Non lo conosceva. Non si era mai preso la briga di conoscerlo.
Adalia invece, si sentiva parte del Deserto, come se fosse il suo elemento naturale. Nonostante la pelle di porcellana, non si scottava mai al sole e il suo corpo non faceva mai fatica ad adattarsi alla calura, come se avesse un interruttore interno di auto termoregolazione corporea. Non sudava perdendo liquidi e sali minerali come invece il ragazzo che, da quando erano rimasti incastrati tra le dune, boccheggiava e non faceva che lamentarsi del caldo insopportabile che gli dava alla testa.
La ragazza aveva finito di riempire le borracce nel laghetto dell'Oasi e aveva scoperchiato le motociclette pronta a rimettersi alla guida del suo bolide. Si era girata verso Alexander sperando in un suo cenno di approvazione, ma il ragazzo stringeva con veemenza la cartina, ormai quasi a brandelli e aveva lo sguardo vacuo, perso verso l'ignoto orizzonte.
"Alex, dormi in piedi? Dobbiamo ripartire."
"Perchè mi chiami così?"
Adalia scrollò le spalle e rispose ovvia "Perché è il diminutivo del tuo nome"
"Solo la mia famiglia mi chiama Alex. Non prenderti queste libertà, Fräulein."
"Ti ha morso uno scorpione? Mamma mia quanto siamo acidi! Visto che, A L E X, non ti piace, d'ora in poi sarai Dummkopf."
"Sei detestabile Fräulein." sorrise perfido e la scaraventò di peso nel lago. La ragazza fece finta di annegare e dopo alcuni secondi, che a lui sembrarono interminabili minuti, si buttò per cercarla.
Adalia sbucò all'improvviso schizzandolo.
"Ti pare un gioco da fare?" le bloccò i polsi serio e scuro in viso. "Ho creduto che..."
"Che?" si avvicinava pericolosamente facendo aderire il suo corpo sinuoso a quello del ragazzo.
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Head to Heart
ChickLitDedicato a chi crede nell'amore ... La competizione più bella per cui concorrere è l'amore ... #partecipazione ai "The Wattys 2021" #contestestivo2021 🏆31/08/2021 1° posto nella lista uno - categoria Storie d'Amore in "Buon Appetito! Uno scambio p...