Fight Club

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VII. Your head will collapse
if there's nothing in it, and you'll ask yourself
where's my mind?

Quella notte una pioggia sottile si scagliava incessantemente sulla terra, non risparmiando nessuno, nemmeno il Comandante Smith. Se la sua rabbia si fosse automaticamente convertita in calore probabilmente avrebbe fatto evaporare ogni singola goccia nel raggio di 2 metri, ma purtroppo non ne era ancora in grado, ed era fradicio. Le ciocche bionde gli ricadevano sulla fronte fino a sfiorargli le ciglia, e si appuntò mentalmente che avrebbe dovuto a tutti i costi spuntarle. Sbadigliò, le palpebre che non ne volevano sapere di rimanere dischiuse. Ormai aveva perso il conto delle notti di sonno perse, ma sapeva quanto esse fossero visibili sotto agli occhi, e adesso che era quasi giunto a destinazione il sonno arretrato bussava alla sua porta come un dannato, anche nonostante le gocce fredde ed il vento. In quel momento agognava il suo amato letto più di ogni altra cosa al mondo, e se solo non fosse stato così abituato all'ordine e al pulito non avrebbe pensato due volte al buttarsi sotto le coperte senza neanche farsi prima un bagno.

Bussò forte al grosso portone del quartier generale, imprecando per il semplice fatto che fosse chiuso davanti al Comandante dell'intero Corpo, e scaricò la sua rabbia sullo sfortunato cadetto che andò ad aprire.
"Voglio Mike, Hange e Levi nel mio ufficio. Subito." ordinò impassibile, pentendosi quasi subito della durezza delle sue parole ma incolpando la brutta situazione da cui era appena uscito.
Arrivò fino alla porta lignea del suo ufficio, la testa che gli doleva e una scia di acqua lasciata lungo tutto il percorso. Entrò, trovando Hange e Levi in piedi davanti alla scrivania, come era stato loro richiesto. Fecero entrambi il saluto militare portandosi il pugno sul cuore ed Erwin si sentì un po' meglio alla vista di quei volti amati e conosciuti.
"Dov'è Mike?" mormorò togliendosi stancamente il lungo cappotto verde e posandolo sull'attaccapanni, incurante del fatto che avrebbe creato una pozzanghera d'acqua di dimensioni non indifferenti.
"Ha preso la febbre spaccaossa e l'ha attaccata anche a Nanaba. L'unica superstite è-"
"Michelle" scandì Erwin, una nuvola di ricordi preziosi ad oscurargli la mente al solo pronunciare quel nome.

"Presente, Comandante" mormorò una voce, e tutti si girarono verso l'entrata.
Senza neanche farlo apposta Michelle era arrivata nell'esatto momento in cui il suo nome era stato pronunciato, e adesso si richiudeva distrattamente la porta alle spalle. Erwin la guardò di sfuggita. Era bella come sempre, ma dovette annotarsi mentalmente di ricordarle di indossare la giacca, perchè come suo solito non la indossava neanche quella sera.

Il Comandante si passò una mano tra i capelli fradici, sospirando stancamente, ed iniziò a ripercorrere a grandi linee i giorni passati lontano. Giusto una settimana prima era arrivato al Quartier Generale un novellino del Corpo di Guarnigione, annunciando che il Comandante Smith era richiesto al massimo livello dalla Divisione di Comando Centrale. Erwin aveva a malapena avuto il tempo di prendersi qualche cambio che era dovuto partire di corsa. Il motivo di tutto ciò gli era stato spiegato una volta arrivato davanti a Darius Zackly in persona, che aveva borbottato qualcosa a riguardo di una rivolta popolare alquanto numerosa. Erwin si era chiesto che cosa c'entrasse lui, ma come sempre c'era arrivato abbastanza facilmente. La gente si era ribellata a causa del malcontento generale, della fame e della povertà causati dall'attacco dei giganti, e gli altri rami dell'esercito stavano semplicemente cercando di scaricare la colpa sul suo Corpo. Per le persone comuni era fin troppo facile collegarli direttamente ai giganti e additarli come colpevoli di un qualcosa senza né capo né coda, e agli altri corpi quella situazione faceva anche comodo. Per lo meno era data loro la possibilità di screditarli formalmente e di abbassare ancora di più la loro già scarsa popolarità.

"Ne ho già approfittato per scrivere alcuni rapporti" concluse il Comandante tirando fuori da una valigetta di pelle un fascio di fogli, mentre Michelle aggiungeva mentalmente "e si vede" alla frase. Non aveva mai visto Erwin in condizioni tanto pessime. Oltre ad essere bagnato come un pulcino aveva i capelli a dir poco disordinati, il volto stanco e segnato da occhiaie tanto evidenti da sembrare finte e una corta barba bionda a corrergli lungo le guance. Era a dir poco strano vedere l'ordinato, stoico ed impeccabile Comandante Erwin Smith ridotto così, ma a Michelle si riempì il cuore di dispiacere. Sapeva quanto ci tenesse alla pulizia e all'ordine personale, ma oltre a quello la irritava da impazzire sapere che avesse dovuto lavorare instancabilmente tutto il tempo mentre i colleghi della Polizia Militare deridevano lui e la Legione Esplorativa.

Call of silence /Erwin Smith/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora