Endlessly

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X. Amami ancora, fallo dolcemente
un anno, un mese, un'ora
amami perdutamente

Il profilo del naso di Erwin Smith non era propriamente bello, ma Michelle non riusciva a staccarvi gli occhi di dosso. Ne era innamorata persa e si tratteneva dall'accarezzarlo per il solo timore di svegliare il proprietario. Durante quella notte aveva avuto modo di appurare quanto avesse il sonno leggero, e si era ripromessa di lasciarlo riposare il più possibile, dato anche che in genere non si concedeva mai del sonno extra.

Riavvolse il nastro per l'ennesima volta e ripercorse la nottata appena trascorsa, una vampata di adrenalina che prese a correrle lungo le vene scaldandole il corpo. La sensazione delle sue mani era ancora vividamente impressa su ogni centimetro di pelle, il suo tocco si era trasformato in un marchio indelebile e ancora adesso si sentiva avvampare al solo ripensarci. Le grosse mani del Comandante erano un paradiso, e come valore aggiunto sapeva bene come usarle. Sembrava che Michelle per lui fosse un semplice libro aperto, perchè era andato a colpo sicuro a sfiorarla nei suoi posti più sensibili, come se già sapesse. Tutto era successo per caso, si erano trovati svegli, si erano guardati e avevano cominciato a baciarsi dolcemente. Erwin aveva preso in mano la situazione e l'aveva spinta sotto di sé lentamente per non farle neanche notare che si stesse muovendo. L'aveva baciata dolcemente ancora a lungo, senza allungare le mani, ma poi era sceso lasciando una scia di baci umidi giù dalla mascella fino ad arrivare alla pelle delicata del collo, che aveva iniziato a torturare con baci, morsi e risucchi languidi. La sensazione della sua lingua addosso, unita al fiato caldo che la incendiava dentro, le aveva fatto perdere qualsiasi tipo di freno inibitore e aveva seguito l'istinto, allacciando le gambe intorno al suo bacino. Erwin aveva ridacchiato leggermente, con tutta l'aria di un perfetto playboy, e aveva iniziato a slacciarle la camicetta, seguendo con le labbra l'apertura di ogni bottone, le dita esperte corse ad accarezzarle la pelle del ventre torturandole i fianchi, mentre con le labbra lasciava baci lungo tutti gli addominali. Si era fermato alla linea dell'ombelico, rimanendo fedele a ciò che lo aveva fermato in una situazione simile il giorno precedente. Non che fosse particolarmente facile trattenersi, ma non se la sentiva di profanare troppo quel luogo, ed era pronto anche a sopportare l'acuto dolore che lo pervadeva ogni qualvolta si eccitasse senza concludere niente.

Era risalito senza staccare le labbra dal suo corpo, la punta del naso che le sfiorava delicatamente la pelle calda, il respiro che si faceva sempre più pesante. Non bisognava essere un genio per comprendere che fosse la prima volta che qualcuno le faceva una cosa simile e forse era proprio per quello che non se la sentiva di calcare troppo la mano. Faceva spesso così, dava qualche assaggio senza mai concludere, fino a quando la sovrastimulazione non faceva il suo dovere e portava tutti a bruciare di un immenso desiderio inestinguibile, che lui era pronto a placare, ma con Michelle si sentiva quasi a disagio al pensiero di farlo. Era come se fosse troppo perfetta per essere deturpata da uno come lui, e se non avesse iniziato a sbottonargli la camicia si sarebbe probabilmente fermato lì. Stavolta era stata lei a lasciare morsi e sospiri sul suo collo, scendendo poi lungo tutto il petto muscoloso, lo sguardo di chi non ha mai visto prima così tanto ben di Dio. Erwin aveva osservato con il labbro tra i denti lo scintillio di lussuria che pervadeva quelle luccicanti iridi calde, stupendosi non poco quando le posizioni erano state ribaltate e gli era salita cavalcioni. Non amava stare sotto, ma quando si sedette sul suo bacino le due nature si scontrarono e fu scosso da un gemito improvviso. Dio, era da troppo che non provava qualcosa di così forte. Il respiro era accelerato, la testa sembrava essersi staccata dal collo ed essere finita dritta tra le nuvole, mentre il corpo iniziava a minacciare di tradirlo. Sentiva pulsare sotto i pantaloni, ormai tanto stretti da fargli male, e in un impeto di lucidità la guardò negli occhi, cercando di manterersi cosciente il più a lungo possibile. Forse entrambi capirono che fosse giunto il punto di non ritorno. Michelle sotto di sé percepiva un enorme rigonfiamento, e la cosa la incuriosiva e la eccitava da impazzire. Non le sembrava nemmeno possibile a dire il vero, e non si era mai immaginata che potesse veramente raggiungere uno stato simile.
Entrambi avevano le guance rosse, il respiro accelerato e le camice aperte, ed Erwin si alzò leggermente appoggiandosi sui gomiti. Michelle si lasciò andare fino a quando non riuscì a sdraiarsi sul suo petto, adagiandovisi e sperando di riuscire a calmarsi. Lo sentì sospirare pesantemente, e le sue braccia forti la raggiunsero, circondandole la vita.

Call of silence /Erwin Smith/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora