I said don't be afraid, we're going home

770 46 7
                                    

Avvertenze
Angst

Crediti per il personaggio di Caelus: animaa_ru su Twitter

...
Era tutto perfetto, sì. Kaeya e Diluc erano sposati, e avevano avuto la possibilità di avere un figlio tramite la pratica dell'utero surrogato. Il bimbo era nato in salute. Aveva una chioma rossa perché il padre biologico era Diluc, mentre i suoi occhi bluastri erano solo una divertente coincidenza che aveva incuriosito la coppia.
Caelus, era questo il suo nome. Era un bambino vivace, portava gioia ai suoi genitori. Come tutti i bambini amava giocare all'aperto, fare nuove amicizie e spesso rideva mentre dava una mano ai suoi genitori a svolgere il proprio lavoro. Non aveva la possibilità di aiutare Kaeya, ma non era raro vederlo mentre offriva una mano al suo altro padre. Spesso pestava l'uva o apparecchiava i vari tavoli della taverna, oppure aiutava Adelaine a svolgere delle faccende. Si divertiva a fare la sua parte per la famiglia. Era tutto perfetto.

Ma Caelus si ammalò. Una malattia rara, di cui nemmeno i dottori sapevano fornire una diagnosi accurata. Il bambino si sentiva costantemente debole, sentiva dolori in tutto il corpo, e aveva spesso la febbre alta. Andò avanti così per molti mesi, in cui Diluc stette a casa dal lavoro per prendersi cura di suo figlio. Kaeya avrebbe voluto davvero fare la stessa cosa, ma Diluc insistette perché almeno lui guadagnasse qualcosa per pagare le cure. L'adulto dai capelli indaco non sapeva quanto fosse scaltro sperare nelle cure, dato che per molto tempo non funzionarono. Ma sapeva che non avevano altra scelta.

Le cure fecero effetto solo nell'ultimo periodo, quando Caelus si sentì molto meglio. Diceva di non sentire più dolori, non aveva più la febbre. Si sentiva stanco, ma i medici dicevano che fossero solo le medicine, di cui tra l'altro Caelus non aveva più bisogno. E sì, Diluc e Kaeya non sapevano se ci fosse da fidarsi, ma non avevano le conoscenze adatte per controbattere. Così scelsero di fidarsi.

Era il compleanno di Kaeya quando il tutto precipitò.

Jean entrò in fretta nell'ufficio del capitano della cavalleria, affiancata da Adelaine. L'uomo stava compilando dei documenti importanti, ma vedendo la fretta delle due donne si allarmò. Adelaine non doveva essere lì. L'aveva vista solo un'altra volta al quartier generale dei cavalieri di Favonius, il giorno in cui Caelus si ammalò.

-Kaeya!- Lo chiamò Jean.

-Jean? Adelaine? Che succede?- Chiese l'uomo, che già temeva una brutta notizia.

-Si tratta di Caelus!- Esclamò Adelaine.

Kaeya non chiese altro. Si diresse verso le stalle dei cavalieri di Favonius, alla ricerca di un cavallo che potesse portare entrambi alla dawn winery in tempi abbastanza brevi. Di solito l'uomo passava molto tempo prima di decidere un cavallo adatto, ma in quell'occasione scelse il primo che gli capitò sotto mano.
Salì in groppa con Adelaine, e l'animale iniziò a galoppare sempre più velocemente verso la dawn winery.

Quando arrivarono, entrambi scesero velocemente dal cavallo ed entrarono nell'edificio quasi correndo.

-Adelaine, dov'è Caelus?- Kaeya quasi urlò.
-Nella mia stanza.- Kaeya poteva sentire l'affanno nella sua voce. La povera ragazza era sfinita. Aveva corso fino a Mondstadt, le mancava il fiato ormai.
L'uomo entrò nella stanza di Adelaine, dove vide Diluc e Baizhu seduti di fianco al letto di Caelus, dove il bambino era sdraiato, debole, mentre piangeva silenziosamente. Kaeya si sedette subito di fianco a Diluc, e prese la mano di Caelus.
-Papà...- Fu l'unica parola che il bimbo fu in grado di pronunciare.
-Sì, entrambi i tuoi papà sono qui, Caelus. Va tutto bene, non preoccuparti.- Gli disse Kaeya, cercando di rassicurarlo.

Diluc non aveva la forza di guardare suo figlio o suo marito, stava stringendo i pugni. Sapeva già cosa sarebbe successo, e non lo accettava. Non lo sopportava. Avrebbe voluto dire a Baizhu che si sbagliava, che non era vero, che non sapeva fare il suo lavoro. Ma Baizhu non aveva mai sbagliato niente in tutta la sua carriera. Era il dottore che aveva dato loro quella che più si avvicinava ad una diagnosi, al contrario di tutti altri. Non accettava la realtà, ma sapeva di non poter cambiare le cose.

𝐒𝐓𝐀𝐘 𝐆𝐎𝐋𝐃 || Kaeluc oneshotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora