I'd be the prom queen if crying was a contest

2K 93 24
                                    

Diluc era confuso. Non aveva mai dato un nome a questa confusione, non capiva perché si sentisse così confuso. Era certo che le altre persone non si fossero mai sentite smarrite come lui. Non sapeva come chiarirsi le idee. Si sentiva come se non avesse più un volto, quando si guardava allo specchio non sapeva cosa provasse davvero.
Si sentiva un fluido in mezzo a tanti oggetti solidi: senza una forma. Eppure sembrava ingannare tutti. Era come se le altre persone lo vedessero come se fosse in un contenitore, quindi aveva una forma per forza di cose.
Ma al ragazzo quella "forma" non andava più bene. Non sapeva perché, si era stancato di essere visto come qualcosa che in realtà non era. Non sentiva di potersi esprimere completamente, ma non capiva in che senso.

Capì tutto una sera, e questa realizzazione lo colpì in pieno.

Doveva essere presente ad una cerimonia importante alla quale sarebbero venuti anche degli esponenti di Mondstadt e di altre città. Ovviamente la prima impressione sarebbe stata tutto, specialmente per lui, il capitano dei cavalieri di Favonius. Sì, lui e Kaeya avrebbero dovuto prima di tutto presentarsi in modo elegante in modo da garantirsi la simpatia degli altri esponenti. Diluc pensava che per suo fratello sarebbe stato molto più difficile a causa del colore della sua pelle. Per il rosso sarebbe stato meno complicato. Ma non poteva dire di sentirsi pronto a livello soggettivo. Quel giorno più che mai Diluc avrebbe voluto scappare via.
Doveva essere accettato. Ma sapeva che se qualcuno avesse saputo delle domande che ronzavano nella sua testa nessuno gli avrebbe più parlato.

E così, non seppe nemmeno lui perché, aprì l'armadio appartenuto a sua madre e prese il primo vestito che gli capitò di vedere: era un abito nero lungo e scollato sul petto. Aveva dei ricami di pizzo adorabili, e sulla spalla sinistra era presente un fiocco che ricordava le sembianze di un fiore. Non lo indossò, rimirò lo specchio solo per vedere come sarebbe stato se se lo fosse messo.

"Ma cosa stai facendo?" Iniziò a domandarsi. "Non puoi andare vestito così alla cerimonia. Sei Diluc Ragnvindr, ricordati."
Sì, tutti gli ricordavano il suo nome. E non seppe nemmeno lui perché avesse afferrato un abito proprio dall'armadio di sua madre. Avrebbe potuto provare qualcosa che apparteneva al padre o a Kaeya, ma non successe così.
E non gli dispiacque, in realtà.
Vide apparire l'accenno di un piccolo sorriso sul suo volto.

E, proprio in quelle circostanze, Kaeya fece il suo ingresso nella stanza.
-ah, quindi sei qui.- Disse il ragazzo con i capelli blu.
Diluc si spaventò, ma non lasciò andare il vestito. Lo tenne con le mani, come se si fosse girato per vedere se quell'abito gli calzasse.
Si accorse dopo di come lo stesse tenendo in mano.
I due si guardarono per molti secondi, prima che Diluc realizzasse cosa stesse succedendo. Quest'ultimo si sentì come svegliato da un bel sogno. Quella sensazione che si prova quando la sveglia ti fa abbandonare il sonno, costringendoti ad alzarti dal letto. Si sentì spiazzato e, per la prima volta, indifeso. Non ne aveva mai parlato con Kaeya. Non avevano mai avuto conversazioni su certi argomenti. Per questo Diluc non seppe come potesse sembrare la cosa agli occhi del suo amico. Anzi, forse non voleva saperlo. Cosa avrebbe fatto se Kaeya, una delle persone a lui più care, l'avesse rifiutato?
Il rosso cercava di evitare di formulare questo tipo di pensieri, non voleva avere alcuna risposta. Avrebbe voluto essere accettato, soprattutto dai membri della sua famiglia. Perché Kaeya, anche se non era esattamente suo fratello, ormai faceva parte della famiglia. E non essere accettato da lui avrebbe fatto così male, troppo male. Diluc preferiva non pensarci.

-Hey? Luc? Stai bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma, sei più bianco del solito.- Disse Kaeya, vedendo l'espressione allarmata del fratello.
Diluc non rispose, si limitò a riposizionare goffamente il vestito nell'armadio.
-Nulla, non è successo niente. Sto bene, Kaeya.- Diluc usava raramente il nome intero di suo fratello, lo faceva inconsciamente solo se dovevano parlare di cose importanti.
Kaeya si avvicinò all'armadio, guardando gli abiti al suo interno.
-Sai con quale vestito staresti meglio?- Chiese Kaeya.
Diluc fece per chiudere il guardaroba, ma si fermò non appena sentì queste parole uscire dalla bocca del ragazzo dai capelli cobalto.
-questo.- Kaeya afferrò una veste dalla stoffa rossa. Era un abito lungo fino alle caviglie, che copriva il petto e le spalle. Era semplicissimo, ma a Diluc piacque. Non era complesso o sofisticato, ma era comunque bello.
Il rosso rimase confuso da quella mossa.
Aveva capito male tutto? Aveva pensato di etichettare Kaeya come qualcuno che in realtà non era? Diluc si diede la colpa per quei pensieri.

𝐒𝐓𝐀𝐘 𝐆𝐎𝐋𝐃 || Kaeluc oneshotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora