Cap III: Una Magia

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Piano piano, arrivammo al suolo, ed io riuscii a posare le mie zampe per terra.

Ero ancora scioccata, stupita... Non so neanche io come descrivere quella sensazione.
Sta di fatto che ora eravamo sani e salvi, e che avevo finalmente in mano la sfera.

Senza ulteriori indugi, liberai una buona quantità di magia dal mio corpo, e la feci entrare in sincronia con la sfera.
Essa brilló. Creó un bagliore molto potente. Bagliore già visto varie volte in passato, che peró mi stupiva ogni volta.
Io e Rakan vedemmo le pianure ioniane acquistare energia e, allo stesso tempo, vedemmo la sfera pian piano svanire. Ce l'avevamo fatta: avevamo aiutato (anche se di poco) Ionia.
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Io e Rakan ci avviammo in cerca di un villaggio vicino. La città dalla quale eravamo partiti distava troppo, e non avevo le forze per tornarci.
La strada al ritorno duró molto, soprattutto per me, che ero stanca e anche un minimo ferita.
Rakan, non so per quale motivo, mi fissó per tutto il tempo. Non so di preciso se mi fissó davvero per tutto il tempo, ma di sicuro mi sentii il suo sguardo addosso per tutto il tragitto.

Solitamente, tornata in città, mi accingevo subito a pianificare la prossima missione. Questa volta, magari per l'orario (era sera), magari per la stanchezza, decisi di fermarmi e di ripensarci poi in seguito.
Io e Rakan entrammo nella taverna della Luna Piena. La solita taverna di città. Compiendo missioni e pianificandone altre, mi era spesso capitato di entrare nelle taverne. Ma questa era particolare. Già in passato vi ero stata, ed avevo apprezzato molto il comportamento degli umani nei confronti dei vastayani.
Solitamente, noi eravamo visti solo come dei pagliacci, o come dei demoni. In quella taverna, invece, sapevo di potermi sentire al sicuro, senza essere vittima di pregiudizi o altro. Anche Rakan non sembrava odiarla, anzi, appena arrivati alla taverna, sembró molto felice di potervi sostare.

Senza indugi, entrammo, e affittammo 2 camere separate. Ovviamente, ognuno pagó il suo pasto e lo portó in camera.
Il pasto delle taverne non era il massimo. Il solito purè a base di patate, con bistecca di fianco e qualche altro contorno. O perlomeno, questo era quello che mangiavo io. I piatti principali costavano troppo, e non avevo intenzione di spendere troppi soldi.

Arrivata in camera, mi tolsi subito la veste da battaglia, e mi sedetti sul letto, per mangiare il mio pasto.
Solo mangiando notai le mie ferite. La maggior parte erano quasi nulle, piccoli taglietti insomma, ma una sul braccio era davvero fastidiosa. Un grosso taglio sul gomito, faceva molto male. Mi sarebbe peró bastato dormirci sopra, per alleviarne il dolore almeno.

Finito il pasto, chiamai un attimo Rakan nella mia stanza per dargli ordini riguardo il giorno dopo. Infatti, avevo in mente di prendermi un giorno di riposo dalle missioni, e sfruttarlo come giorno di allenamento.
Rakan bussó, e aprì la porta.
Gli spiegai tutti i miei piani, uno ad uno, e lui annuì ad ogni mia parola. Sembrava aver capito.
Dopodichè, lo congedai.
Peró, prima di chiudere la porta, Rakan si voltó, dicendomi:
"Credi davvero di poter nascondere quella ferita in eterno?".
Quindi, l'aveva notata. Ed io che avevo provato a nasconderla per non creare problemi.

"Ahh, non cercavo di nasconderla, semplicemente credo che entro domani guarirà, credo che la avvolgeró con una benda" dissi io.
"Dovresti saperlo, le ferite vanno sempre curate se possibile, e non lasciate così" disse lui, avvicinandosi a me.
"Dammi il braccio". Ed io gli feci vedere la ferita. A guardarla più attentamente, non era così leggera: sembrava seria.
Rakan disse: "Tranquilla, non è troppo grave, dammi solo qualche secondo".

Dopo aver detto questo, Rakan si staccó una piuma dal manto, e la pose sulla mia ferita.
"Cosa stai facendo? Sei impazzito? Come ti permetti di staccarti una piuma? Oltretutto, davanti ad un'altra vastayana" dissi io, in preda al panico.
Ma prima che continuassi a parlare, notai l'aura di Rakan. Era completamente calma. Letteralmente, era calmissima. Così calma, da trasmettermi tranquillità al tempo stesso.
La piuma si illuminó, dopodichè svanì, nel nulla. Rakan, con voce tranquilla, mi chiese: "Prova a vedere adesso: come va?"
Guardai il braccio: la ferita era completamente sparita. Provai a muoverlo in tutte le direzioni: nulla. Nessun segno di ferita. Il mio braccio era come nuovo.

"Ma come hai..." chiesi io, stupita.
"Roba da nulla, non farci caso. Queste sono le basi" rispose lui.
Si alzó dal letto, e si diresse verso la porta. Arrivato all'uscita della camera, mi disse: "Buonanotte"
Ed io risposi "Buonanotte...".
Ed andai a dormire.

La mattina dopo mi svegliai molto presto, stranamente tranquilla. Alzandomi dal letto, notai che effettivamente la ferita non c'era più, e che non sentivo alcun dolore.
Dopodichè, iniziai a progettare dei piani nella mia mente riguardo quale missione avremmo potuto fare oggi. Effettivamente, eravamo entrambi ancora stanchi e scossi dalla missione prima, ed iniziare subito un'altra avrebbe solo peggiorato le nostre condizioni. Decisi quindi, anche se per la prima volta, di darmi un giorno di riposo, o perlomeno, un giorno distaccato dalle missioni.
Ovviamente, non volevo restare un giorno ad oziare. Volevo solo avere una giornata tranquilla, ma ovviamente anche in quella giornata avrei fatto qualcosa. Allora mi vestii, corsi subito alla porta affianco, e aprii la porta. Rakan stava ancora dormendo.
Senza nessuna esitazione, andai vicino al letto e battei forte le mani, così da svegliarlo. Dopo vari minuti, Rakan tiró su la testa, e mi guardó con aria stralunata. Mi chiese varie volte che ore fossero e perchè stavo facendo quel chiasso. La risposta fu una da parte mia: "Rakan, oggi andiamo ad allenarci!".

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