Piangiamo sul latte di riso versato

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Ho sempre fatto fatica a dormire, quindi quando ero piccola, lasciavo una luce accesa e passavo la notte a fare le ombre cinesi sul muro della mia camera.
In realtà sapevo fare solo i conigli e gli uccelli, quindi non era un granché, ma mi piaceva guardare anche la mia ombra, la mia figura, come apparivo sul muro.
E poi sognavo, mi immaginavo scene che non avrei mai vissuto: mi immaginavo un amore giovanile, quello definitivo, un futuro roseo, un lavoro incredibile in un mondo prospero e anche una realtà diversa dalla mia, ogni tanto.
Ho inventato storie per tutta la vita, mi facevano compagnia e arricchivano i tempi morti, il che significa che il mio letto è stato teatro di milioni di favole, che farebbero arrossire la fanciulla di "le mille e una notte", sopratutto per gli attori da Oscar, dei veri fuoriclasse: i miei peluche. Com'era magnifica la mia Minnie dal vestito rosso e tacchi gialli, è una vita che mi pento di averla data in beneficenza.
Il teatro però mi sembrava distante, forse roba da ricchi...amavo i film, grazie a cui ero potuta entrare in infiniti mondi narrativi. Sono quella persona che tutti odiano perché li ha già visti.
I romanzi li trovo gradevoli, soprattutto quelli dilettantistici, che senza grammatiche complesse riempivano lo spazio notturno e mi permettevano di creare altri infiniti mondi narrativi.
Ho iniziato a circa 13 anni, non avevo ancora scoperto che avessero inventato la masturbazione per rilassarsi, quindi mi sfogavo con la scrittura.
No, non scrivevo romanzi erotici, l'argomento mi era troppo alieno e poi sono piuttosto noiose le storie di quel genere, guardate After ad esempio: il bad boy che si infatua della brava ragazza, trascinandola in un vortice di passioni e pericoli avvenenti, mentre lei crede di salvare l'ennesimo caso umano insegnandogli ad amare. È tragicamente noioso.
Non che l'abbia letto, ovviamente.
Ma tutti hanno un'opinione su tutto, giusto? Il fatto che sia comune lo rende lecito, sbagliato?
Non so, su questo ci sto ancora riflettendo.
Il vero problema però non sono solo gli arroganti ipocriti che sparano a zero su tutto e su tutti solo perché internet li illude di avere l'autorità di farlo - infondo i cazzoni e le stronze sono sempre esistiti - il dramma è che l'umanità ha imparato a idealizzarsi, a fornirsi identità e principi che non le appartengono per natura, ma che insistono nell'insegnare ai propri figli perché sperano che siano quell'1 su 10000 che non è totalmente inutile e depravato. A ogni generazione sembra di aver perso i valori, ogni epoca si crede troppo piena di crimine e povertà, intellettuale e pratica, ma i valori non sono mai esistiti.
Piangiamo su un latte di riso versato.

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