The meeting

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"Bevi troppo caffè" Affermò la castana, stringendosi meglio nel maglione.
"Ah ah, scrivilo sulla mia lapide." Replicò la mora.
"Lo farò." Disse lei.
"E ricordati la moka nella tomba." Aggiunse l'altra.
"Indimenticabile." Confermò.
"Meglio delle tue sigarette." La canzonò, prendendo un sorso della bevanda calda.
"Vogliamo discutere della tua isteria?" Chiese la castana.
"Hai il ciclo, Maria?" Domandò ridacchiando la mora.
"Taci Vi." Sbuffò la castana, con finta esasperazione.
"Mi diverto troppo." Replicò Viola, finendo il caffè.
"Cazzo, sono le nove! Paga che andiamo!" Si lamentò la castana, iniziando a raccogliere le sue cose.
"È presto." Sbuffò la mora, assottigliando lo sguardo sui clienti del bar.
"Presto? La lezione della Corbetta inizia tra venti minuti!"ribattè lei.
"Ma è in ritardo!" Esclamò Viola.
"Sei ancora in fissa con quello sconosciuto? Magari ha un'esame." Affermò Maria.
"Non sono una maniaca...mi incuriosisce. Prende sempre lo stesso caffè, le stesse caramelle e legge il giornale! Quale ventenne leggerebbe un giornale?" Chiese Viola.
"Uno che si interessa di attualità?" Ipotizzò la castana.
L'altra ridacchiò.
"Siediti...tra poco arriverà..."Sussurrò assorta.
"Va bene, ma questa è una follia! Dovresti almeno parlargli prima o poi." Replicò Maria.
"Certo e dirgli cosa?
Ciao! Sono Viola! Da settembre ho notato che vieni sempre qui alla stessa ora, prendi le stesse cose e leggi un giornale. Hai un'aria interessante! Vorrei conoscerti!
...sento già l'accusa di stalking." Replicò la mora, giocando con la tazza sul tavolo.
"Sarebbe stalking se sapessi il suo nome, la sua età e il suo indirizzo." Disse la castana.
"Touché." Sorrise Viola.
"Oh? È arrivato!" Esclamò Maria.
Lo sguardo verde dell'amica vagò subito per la sala, fino ad individuare il suo obiettivo.
Si portò il pollice alle labbra e iniziò a mordicchiare l'unghia, mentre i suoi occhi lo studiavano.
"Ha la barba più lunga." Sussurrò.
"Cosa?" Chiese Maria, confusa.
"Buongiorno, un'espresso e degli orsetti gommosi." Recitò lei a memoria, in concomitanza all'abiale dello sconosciuto.
"Non capisco che ci trovi di così interessante." Ripetè la castana.
"Mi sembra uscito da un'altro tempo: sempre così cortese, ben vestito, il giornale sottobraccio. Non esistono più. Mi incuriosisce, una volta l'ho visto con un libro horror.
Che ci trova uno così pacato in un'horror? Sembra uscito da qualche storia o un vecchio film.
Credo abbia due facce: una volta sono riuscita ad andare abbastanza vicino da sentire del Jazz, ma la volta dopo sentiva del rock.
Ha l'aria da tipo intelligente...Secondo me studia filosofia.
Non ti sembra uno da filosofia?
Poi ha un'incisivo rotto, secondo te perché? È in forma, magari fa arti marziali...ce lo vedrei,forse qualcosa con anche una componente spirituale.
Poi che lingue parlerà? Secondo me sa il francese...è uno da francese."lo raccontò, accarezzando ogni parola come quando si legge un bel libro.
"Ti ho visto osservare molta gente, Viola...ma questa volta sei particolarmente ispirata. Dovresti conoscerlo." Le consigliò Maria.
"Con che scusa?" Chiese lei.
"Non lo so...magari potresti chiedergli se verrebbe alla mostra della facoltà d'arte. Fanno gli sconti agli studenti dell'uni."propose lei.
"Io studio storia dell'arte, Maria, non disegno." Replicò lei.
"Fingi di scambiarlo per un'artista."Suggerì la castana.
"Sono una pessima attrice, lo sai."Affermò Viola.
"Giusto...ma rifiuto il fatto di perdere la lezione della Corbetta per niente, quindi vai la e digli ciao." Ordinò Maria.
"E se andassi in panico?" Chiese.
"Da come lo descrivi, è troppo buono per fartelo pesare." Cercò di incoraggiarla lei.
"Va bene...vado..."Dichiarò lei.
Agitata come se fosse sotto esame, si alzò e stirò la gonna a portafoglio in fantasia scozzese, aggiustò la grossa giacca nera e si sistemò velocemente i capelli.
Con la borsa in spalla, si diresse verso il tavolo del ragazzo, maledicendosi per aver messo le rumorose dottor Martin proprio quella mattina.
Si fermò davanti a lui e mise le mani sullo schienale di una sedia vuota, sperando di scaricare l'ansia come se fosse una messa a terra.
"Ciao."Esordì.
"Ciao...posso aiutarti?" Domandò lui cortesemente.
"Ehm...si...no...Mi chiamo Viola." Si presentò lei, allungando la mano destra.
Lui accennò a un sorriso confuso e gliela strinse.
"Sono Andrea." Disse.













Note
Questo testo è, in realtà, un regalo che feci al mio ragazzo prima che ci mettessimo insieme. Non era molto convinto delle mie doti da scrittrice su commissione, quindi è nato più da una ripicca per dimostrargli che ne fossi capace...comunque, spero piaccia anche a voi♥️

Ci sarebbe anche il seguito, ma da quando abbiamo iniziato a frequentarci non sono più riuscita a scrivere di lui con un'altra, anche se frutto della mia immaginazione 😅

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