Capitolo 14

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Tornata a casa pranzai e corsi subito in camera mia vidi la maglia del pacchetto sopra al letto mi sedetti vicino alla maglietta e mi feci cadere li vicino,la sollevai e me la feci cadere sulla faccia spalancando le braccia e cominciai a canticchiare.Poco dopo mi trovai a cantare propio,mi spostai la maglia dalla faccia mi alzai e continuai a cantare immaginando di avere la melodia sotto.Stonai in un acuto e mi venne da tossire quel momento mi fece smettere di cantare e sentii la voce di mia madre:

"Tesoro vai ad aprire che hanno suonato alla porta io sono inpegnata"

"Okay mamma adesso scendo"

Scesi andai verso la porta saltellando un po abbassai la maniglia e vidi Elia

"Elia ciao,che ci fai qui?"

"Oh ciao Vane,mio padre non era a casa mi ha detto di venire da te finchè non torna"

"E tua fratello?è ancora fuori"

Mi diceva mentre saliva i tre gradini che lo separava da me.

I genitori di Elia erano separati e lui viveva con suo padre e suo fratello di 19 anni.

"Buongiorno"

Disse Elia a mia madre

"Oh tesoro ciao fatti abbracciare"

Mia madre vedeva Elia come suo figlio dato che siamo amici da 13 anni ormai.

Passammo in salotto mio padre sentii dei passi si girò ancora seduto sul divano e disse

"Uelà campione non mi saluti?"

"Ma certo!"

Oddio avrei voluto sotterrarmi.

Salimmo in camera mia,avevo la porta che sbatteva un po su uno scaffale con sopra foto e robe varie sbattendo la porta un più forte del solito feci cadere una foto,che si ruppe in mille pezzi sparsi ovunque,

"Che rincoglionita che sono"

"Ma no dai,adesso raccogliamo tutto e poi lo riportiamo a tua madre"

Raccolsi la foto,la guardai bene...era la foto di me e mia cugina,lei abita lontano e non la vedo mai,mi venne un po da pingere

*no,no,non davanti a lui*

Pensavo

"Vane mi aiuti qui"

Sentii la voce di Elia chiamarmi

"Si eccomi"

Dicevo mentre mi chinavo.

Appoggiai la foto su un ripiano li vicino e cominciammo a pulire.

Appena finito Elia si alzò appoggió i pezzi di vetro dentro ad una sportina vuota trovata non so dove,subito dopo mi alzai anche io,nell'alzarmi non notai un pezzetto di vetro ancora perterra,scivolai e finì addosso ad Elia cadendo con le braccia raccolte sopra al suo petto,lui mise le mani sulle mie braccia come proteggermi dalla caduta

"Scusami tanto sono scivolata"

"Tranquilla non mi hai fatto male"

Rimasi li a fissare quei suoi occhi color nutella per minuti e minuti,quando l'atmosfera fu rovinata da una chiamata dal padre di Elia.

"Elia dove sei?"

Potei sentire dal telefono

"A casa di Vanessa"

"Vieni subito a casa"

"No papà aspetta"

"No figliolo vieni adesso sai perchè!"

Con tono rabbioso

"Okay arrivo"

Disse Elia rassegnato,

Intanto io mi ero spostata da lui ma potei comunque vederlo mentre si sfregava gli occhi e tirare su col naso,

"Oi tutto bene?"

Gli chiesi io

"Si si tranquilla sto bene...io devo andare a casa mio padre ha bisogno di me"

"Certo ti accompagnio alla porta"

Scendemmo le scale gli aprii la porta lo abbracciai e se ne andò per la stradina.

dove l'arcobaleno finisce ci siamo noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora