Capitolo 2

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Stavamo camminando da soli 5 minuti e il mio presentimento che ci fosse qualcosa che non andava continuava a balenare tra i miei pensieri; tutto intorno a me sembrava estremamente sbagliato e non mi ero mai sentito in questo modo.

Vedendo il vuoto nei miei occhi Jeff mi chiese se era tutto apposto ma accenai un sorriso e come al solito si fece una risata e partí col suo solito discorso "Sai Styles, certe volte mi sembra di impossibile che tu sia diventato il miglior puttaniere della storia in cosí poco tempo"
ecco che ricominciava con questa storia,
"voglio dire, ti ricordi che sfigato eri i primi anni di liceo? Onestamente amico mio eri il classico frocietto sfigato e quando rivedo le foto del secondo anno quasi non ti riconosco giuro"
non sopportavo che parlasse cosí del mio passato ma dopotutto avevo fatto tanta fatica per diventare il ragazzo perfetto agli occhi di tutti quindi mi accesi una sigaretta e risposi "Jeff semmai il frocietto sei tu che mi fai tutti questi complimenti, non è che stasera mi porti a letto eh?" , classica risposta da coglione ma fu la prima cosa che mi venne in mente e Jeffrey non era decisamente il tipo di ragazzo con cui si poteva parlare di stili o preferenze in generale.

Secondo lui esistevano due tipi di persone a Londra: i popolari, quei ragazzi che come lui puntavano tutto sull'aspetto esteriore e passavano le giornate tra fumo e sesso, e gli sfigati ovvero coloro che passavano pomeriggi interi in biblioteca e che preferivano stare in casa piuttosto che andare per locali la sera.

Fin dal terzo anno Jeff si è sempre dichiarato "Colui che rende possibile l'impossibile" poiché era riuscito a trasformare uno sfigato in un popolare; ed indovinate? Quel ragazzo ero io. Non ho mai ringraziato Jeffrey per avermi fatto diventare il ragazzo che sognavo tanto di essere e per avermi circondato di amici. Ad ogni modo da quando ero diventato il suo migliore amico avevo cambiato totalmente personalitá e aspetto e non potevo negare che mi avesse dato un'aria piú attraente e provocatoria.

"Beh Harold sei un bel bocconcino ma se mai decidessi di provarci con un ragazzo ti do l'autorizzazione a bruciarmi vivo!"
"Che coglione, lo sappiamo tutti che sei diventato il mio migliore amico perché hai una cotta segreta per me Jeff"
"Invece di sparare cazzate vedi di passarmi un tiro che ho lasciato le sigarette a casa, per stasera ho portato roba piú grossa"
"Ed ecco perché ti amo Jeff"
"Bene alla fine si è scoperto chi è dei due che ama l'altro"
"Jeff un giorno di questi invece di passertela te la ficco su per il culo la sigaretta giuro"

Scoppiammo entrambi in una fragorosa risata e dopo aver buttato a terra la sigaretta ci unimmo agli altri che ci aspettavano davanti al club.

Salutai camille con un bacio a stampo e una pacca sul culo che come al solito venne seguita da un "Harry sei un coglione" e un "Stai zitta Camille lo sappiamo tutti che ami quando lo fa".

Finalmente a mezzanotte e un quarto e dopo aver salutato tutti e aver fumato qualche j ci mettemmo in fila per l'entrata.

Erano le 2:40 e mi trovavo al bancone a bere il mio decimo shottino di vodka liscia. Incredibile come fosse cambiato tutto in sole 2 ore e 25 minuti.

Circa una mezz'ora prima ero al centro della pista a ballare spensieratamente con l'alcool nelle vene che mi dava la carica giusta per godermi la serata quando mi voltai e vidi Camille baciarsi con Nick vicino ai bagni. Non ci vidi piú dalla rabbia e iniziai a sorpassare tutti per avvicinarmi il piu possibile ai due traditori.

Quando mi notarono Camille iniziò a ad inventare un milione di scuse ma l'unica cosa che riuscii a sentire fu "Scusa Harry, non volevo lo venissi a sapere in questo modo. Cioè volevo parlartene da molto peró non sapevo com-" la interruppi con un semplice "Ah quindi te la facevi con un mio amico... carino" e me ne andai.

Non avevo la minima voglia di litigare e non ne avevo nemmeno la forza dato che l'effetto dell'alcool nel mio corpo iniziava a sparire. La musica inizió a diventare piú ovattata e i volti di tutti piú confusi. 

Una volta lessi in un libro che non conosci il valore di una persona finchè non la perdi, ed effettivamente non mi ero mai accorto di quanto fosse importante Camille per me finchè non la vidi con Nick. 

Volevo solo levarmi dal cervello tutti quei pensieri confusi dall'alcool, dal fumo e da ció che avevo appena visto cosí dopo aver raccontato dispersivamente il tutto a Jeff, mi diressi al bancone del bar e da li iniziai, bevvi qualsiasi cosa vedevo passare davanti ai miei occhi.

Volevo solo zittire il rumore assordante del mio cervello, ero nel caos piú totale mi sentivo perso e  confuso finchè non lo vidi.

Vidi quel blu intenso, quel colore che non è possibile descrivere a parole. Quegli occhi, li vidi e mi ci persi.

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