Capitolo 3

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In quegli occhi mi ci persi, ma allo stesso tempo mi ritrovai.
In quel buio che avevo attorno, quel vortice di sofferenze e confusione, quel blu era invece luce distinta.

In quel tunnel di caos quel blu era la mia via d'uscita; la piccola luce che vedevamo da bambini quando attraversavamo le gallerie in macchina e man mano che ci avvicinavamo all'uscita, maggiormente cresceva la luce e finalmente quando la attraversavamo ci sentivamo liberi.

E io nel momento in cui incrociai quello sguardo, capii che quei occhi erano la mia luce e proprio quella luce con tutte le sue sfumature di blu era la mia via d'uscita.
Con un semplice sguardo mi ero sentito giusto, non provavo piú quella sensazione che qualcosa non andasse, quella sensazione che mi aveva accompagnato per tutta la serata.
Non sentivo piú la stanchezza causata dall'erba e il mal di testa per i bicchieri di troppo che avevo bevuto.

D'un tratto la pace dei sensi e mi sentii a casa dopo tanto tempo.
Una voce mi risveglió dai miei pensieri, era Jeff "Ei ricciolino che fai? Hai intenzione di tornare in pista oppure vuoi ancora annegare tutto il tuo dispiacere per quella puttanella nell'alcool?".

Mi sarei dovuto arrabbiare con Jeffrey per aver chiamato Camille "puttanella" ma dopotutto si era comportata male, e malgrado la nostra non fosse una relazione piena di amore e passione ero rimasto ferito dal suo atto.

Probabilmente il vero problema era che lo avesse fatto con uno dei miei amici piú stretti, quindi ero stato tradito ben due volte.

Mi limitai a lanciare un occhiata infuocata a Jeff che mi si avvicinó barcollando e sbiascicó un "Forza Styles ora sei libero e abbiamo ancora un ora prima che il locale chiuda. Scegliti una gran sorca e dimostra a quei due coglioni che non si fotte con Harry Styles".

Mi sarei potuto divertire ancora quella serata, potevo buttare giú altri 5 sorsi di Gin, portare una bella ragazza a letto e dimenticarmi di tutto per una notte.
Ma la realtá era che non volevo dimenticare, non volevo dimenticare il dolore che si era scagliato sulla mia pelle come onde impetuose sugli scogli e non volevo dimenticare quella specifica tonalitá di blu che mi aveva fatto cosí bene al cuore.

Quegli occhi che con un solo sguardo erano riusciti a guarire le mie ferite ed avevano suscitato in me un ardore mai provato prima d'allora.

Quegli occhi che mi servivano per sentirmi vivo. Quegli occhi che erano spariti e che ora cercavo disperatamente tra la folla nella speranza di non annegare.

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