Equinozio

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"Parlami di lei." Disse da un momento all'altro.
Lui non tardò a parlare, nonostante avesse talmente tante descrizioni da fare da dimenticarsele tutte.
"Mi diceva di odiare il Sole, di non riuscire a stare sotto di esso, che la faceva sentire osservata nei minimi dettagli, lo trovava fastidioso. Continuava dicendomi di amare, invece, le giornate di pioggia o nebbiose. Non mi ha mai detto perché, scommetto fosse perché la facevano sentire invisibile, le toglievano di dosso ogni preoccupazione, ogni visibilità; nascondevano quel suo piccolo e debole cuore, a stento pulsante.
Si...scommetto fosse per questo.
Però ricordo ancora la sua espressione, quella luce che le illuminava il viso, quegli occhi semiaperti sotto il dolce sole primaverile, le sue piccole labbra divenute improvvisamente di un colore rosa acceso, il viso pacato..Quel giorno, il primo giorno di primavera dopo un lungo inverno, mi disse qualcosa che non mi riuscì capire. Mi disse di aver finalmente visto il sole e di non averlo mai visto prima, lasciandomi confuso e turbato, a litigare tra i miei pensieri. Si rilassò subito dopo, sotto quella figura luminosa, con il canto degli uccellini attorno e i fili d'erba verde che sfioravano la sua pelle nuda.
Lei..si sentì felice come se fosse tornata bambina ed  effettivamente era ciò che sembrava..una bambina, a sorridere alle nuvole. Volle assaporare quel momento con tutte le forze che aveva perché sapeva dentro di se che sarebbe stato l'ultimo".

Meditabondi fanciulli affumicati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora