8.

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⚠️SMUT!⚠️

Un secondo bacio più vicino all'estremità della bocca sembra dargli la soluzione al suo dilemma interiore, convincendolo a seguire la seconda strada.

L: «E la vittoria va alla mia vocina interiore impulsiva».

Quella che segue è una lunga serie di baci a stampo con la quale Theo tasta il viso di Liam, mancando sempre uno punto di proposito. Avendo capito il suo gioco, il biondo ruota di poco la testa, quasi per sottolineate la presenza delle sue labbra e il fatto che non sono ancora state toccate.

Da tempo ormai sa com'è fatto Theo, è consapevole che qualsiasi gesto provocatorio gli suscita qualcosa e le sue risposte non mancano mai. È sicuro ciecamente che non rimarrà sulle sue ancora per molto e che agirà secondo il suo istinto, potrebbe quasi giurarlo con la mano sul fuoco.

La sua certezza però non sembra essere dalla sua parte, probabilmente avrebbe commesso un errore se avesse sostenuto quella convinzione mentre si abbrustoliva un arto.

Diversamente da quello che si aspettava, il diciottenne non si muove, lo guarda col suo tipico sorriso laterale mentre da sfogo a chissà a quali pensieri. Il suo sguardo rimbalza tra il sedicenne e altri punti indistinti della stanza.

I suoi occhi sembrano imitare il moto di una pallina da tennis, una di quelle piccole sfere bianche che invadono incessantemente la parte opposta del campo. Colpisce la paletta, saltella seguita da dei sonori "toc toc", svolge il suo ruolo monotono finché uno dei due giocatori non dà una svolta alla partita facendola cadere dal tavolo.

Quella sera, chi cattura l'attenzione dell'altro con una mossa inaspettata è Liam. Stanco che siano sempre gli altri a prendere le iniziative, stufo di stare sempre alle direttive altrui decide di assumere il comando della situazione, tira a sé la chimera per la vita e la bacia.

Un semplice bacio a stampo, uno di quelli un po' impacciati se dati di fretta, ma ben voluto da entrambi.

Le mani di Liam rimangono sui fianchi di Theo anche dopo che si separano, quasi avessero trovato il loro posto preferito e non volessero lasciarlo.

Le ritrae solo nell'istante in cui si rende conto di quello che è successo.

L: «L'ho...baciato...davvero...PORCA TROIA...»

Il suo cervello elabora lentamente tutto quello che è avvenuto in una manciata di secondi.

Una valanga interminabile di domande invadono il suo subconscio, dal "come?" al "perché?". Riesce anche a chiedersi se sia avvenuto realmente o se si sia trattato invece di uno dei suoi film mentali -uno di quelli premiati con l'oscar, sia chiaro-.

L'espressione incomprensibile di Theo non lo aiuta col suo dramma, bensì aumenta il suo senso di colpa.

Il pessimismo prende la meglio, portandolo a formulare delle ipotesi negative.

L: «Si starà prendendo gioco di me, deve essere per forza così. Sennò a cosa è dovuto quel sorriso? Trova la mia faccia buffa? Si, può essere un'opzione. Gli avrà fatto schifo...non gli sarà piaciuto...l'avrà trovato inappropriato. E se mi chiedesse il motivo? Cosa gli dico? "Avevi qualcosa sulle labbra, così te l'ho tolta" . Perché ci crederebbe...beh, sempre meglio di "Non ce la facevo più ad aspettare che ti decidessi"...»

La sua agitazione aumenta quando i suoi polsi vengono catturati da ambedue le mani del moro.

A differenza delle altre volte in cui l'ha fatto, non tiene il minore come per evitare che si allontani, bensì con più delicatezza, quasi preoccupandosi di non rovinare la morbidezza della sua pelle.

𝕭𝖑𝖔𝖈𝖈𝖆𝖙𝖎 -𝚃𝚑𝚒𝚊𝚖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora