Capitolo 7

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Joe Jonas

Mentre eravamo in auto, la sentii gemere dal dolore, poi svenne. Mi stavo letteralmente cacando sotto. Oh mio Dio.

-Amore?!- mi veniva spontaneo chiamarla così. Le diedi dei leggeri colpetti sul viso cercando di non distogliere lo sguardo dalla strada. Altro che cardiologo dovevo andare all’ospedale. Avevo paura di perderla. Corsi più veloce che potevo. Andavo quasi a 100 km/h in una strada, dove non si potevano superare i cinquanta. Ma non m’importava. Raggiunsi in fretta l’ospedale, ma mi parve passata un’eternità. La presi in braccio in stile sposa e non mi curai nemmeno di chiudere la macchina. Corsi verso l’entrata chiedendo aiuto e subito dei medici mi corsero incontro. Me la strapparono letteralmente dalle braccia. L’infermiera mi fece tutte le domande necessarie e poi andarono via varcando la soia di una porta dove mancava la targhetta. Non so come avevo fatto fino ad ora, ma non avevo ancora pianto, almeno fino ad ora. Mi sedetti sulla sedia d’attesa ed iniziai a piangere. Vidi un infermiere che correva verso la stanza dove c’era Demi con un defibrillatore tra le mani. Non era un buon segno. Io non volevo perderla, non ero pronto, non lo sarei mai stato. Avrei voluto chiamare qualcuno, ma sarei andato contro la sua volontà quindi non lo feci. Dopo una bella mezz’ora un medico uscì ed io lo raggiunsi immediatamente.

-Dottore allora? Come sta? È sveglia? La posso vedere?-

Egli scosse il capo.

-No, non è ancora sveglia. Vede signor?-

-Jonas-

-Vede signor Jonas la situazione è grave. Se la signorina non sta a riposo, calma senza stressarsi dovrà mettere un pacemaker, era andata in arresto cardiaco-

Rimasi spiazzato, mi sentivo colpevole, credo che in qualche modo io c’entrassi qualcosa.

-La posso vedere?- gli chiesi speranzoso.

Il dottore annuì, ma mi avvertì di non disturbarla. Entrai nella stanza. Era distesa esamine sul letto. Aveva la pelle pallida, e i capelli corvini le accarezzavano in volto. Mi sedetti di fianco a lei e le presi la mano. Involontariamente persi qualche lacrima. Stetti quasi un’ora a guardarla, con le lacrime agli occhi. Era così bella. Sembrava tanto Biancaneve ed io mi sentivo il principe che per risvegliarla avrei dovuto darle un bacio. Ma la vita non è una favola. Tutt’un tratto si svegliò. Mi guardò, sembrava spaesata.

-Dove sono?- mi chiese con un fil di voce

-Shh, riposa- le risposi

Lei fece per sedersi, ma una fitta dolorosa le impedì il movimento e si rimise a posto. Mi avvicinai per verificare che fosse tutto a posto. La guardai negli occhi e lei fece altrettanto mi avvicinai, ma rendendomi conto di quello che poteva succedere mi allontanai. Non volevo avesse qualche attacco cardiaco.

-Puoi dirmi dove mi trovo, ti prego- disse con voce quasi supplicante.

-Te lo dirò, ma tu non spaventarti. Ricordi che stavamo andando dal cardiologo?-

Lei annuì ed io proseguii con il “racconto”.

-Hai perso conoscenza, ti ho portato qui in ospedale ed hai avuto un arresto cardiaco. Il dottore mi ha detto che dovrai rimanere a riposo o altrimenti avrai bisogno di un pacemaker. Mi occuperò personalmente del fatto che tu non muova nemmeno un dito- lei mi guardò visibilmente spaventata.

-Joe mi costa dirtelo dopo quello che è accaduto, ma mi devi un favore-

-Dimmi tutto amore mio-

-Non chiamarmi mai più così- mi disse freddamente, poi continuò –Devi far credere agli altri che io sia incinta-

Rimasi spiazzato.

-E perché mai?-

-Non voglio far preoccupare gli altri per questa sciocchezza-

-Demi..ehm Demetria questa non è affatto una sciocchezza, non devi prenderla alla leggera, ma ora non voglio contraddirti, quindi ti asseconderò-

Sorry|| Jemi, Nelena, MiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora