"Domani è il tuo compleanno, compi undici anni" afferma Levi posando il libro sul prato.
"Già, sono passati tre anni dal nostro primo incontro" rispondo stendendomi sulla coperta "Vorrei che domani non arrivasse mai, che questo pomeriggio diventasse infinito, mi piacerebbe rimanere qui con te per sempre" parlo mentre un sorriso malinconico si fa strada sul mio viso.
"Un giorno forse sarà possibile" afferma cercando di rinquorarmi.
"Ne dubito, da domani non sarò più libera, incontrerò il mio futuro marito e inizierò a preparami in vista delle nozze. Nozze che avverranno tra sette anni, al compimento dei miei diciotto anni. Io non voglio tutto questo, perché vorrebbe dire non rivederti più, non poter entrare nell'esercito con te, non essere più libera e non riesco a sopportarlo. Vorrei avere un modo per scappare" spiego e lui si stende vicino a me.
"Perché non potremo più vederci? In fondo ci siamo sempre incontrati di nascosto. E poi entreremo nell'esercito insieme, come abbiamo sempre detto".
"Sei determinato" affermo ridendo "Ma non credo che andrà così"
"Come mai oggi sei così pessimista? Solitamente sono io quello che pansa sempre al peggio" mi fa notare lui ed io rido.
"Sai, chiunque mi presenteranno non andrà mai bene, perché so che avrà la stessa mentalità dei miei genitori. Non mi lascerà nessuna libertà e non mi considererà capace di fare nulla. Quando ero piccola e Nana faceva discorsi simili io rispondevo sempre che non mi sarei sposata. Ovviamente crescendo ho capito che questo non è possibile, ma ho continuato a sperare che il giorno del fidanzamento non arrivasse mai. Ora che so che è domani non riesco a pensare a nulla di positivo. Preferirei morire mangiata da un gigante che sposarmi con uno sconosciuto"
"Quindi se fosse per te non ti sposeresti mai?"
"Mai no. Ad esempio con te mi sposerei. Questo perché so che tu non mi tratteresti come un essere inferiore e mi lasceresti libera di fare ciò che voglio. Se avessi la scelta tu saresti il candidato ideale per me" spiego sotto il suo sguardo scettico.
"Non vorresti sposarti per amore, come avviene nei romanzi che leggi? "
"Ho sempre letto di persone che si innamorano e fanno di tutto per sposarsi, ma io nella realtà non ho mai visto due persone innamorate. Ogni singola coppia si è sposata per interessi, chi personali chi della famiglia, perciò lo vedo come un utopia. Nana mi ha detto che lei si era innamorata di un uomo con cui poi si era sposata, ma questo la maltrattava e la picchiava, per questo è scappata e ha cercato lavoro nel palazzo di un nobile. Perciò no, non vorrei sposarmi per amore perché ho paura di innamorarmi della persona sbagliata, però un matrimonio dove posso vivere tranquilla e ognuno si fa gli affari propri non mi spiacerebbe"
"Capisco"
"Tu che ne pensi dei matrimoni?" chiedo cercando di passare l'attenzione da me a lui.
"Non lo so. Tu hai già avuto a che fare con questo, io non ne so nulla, non posso avere un pensiero su qualcosa che non conosco. So solo che la gente si sposa, ma non so il perché lo faccia o cosa comporti il matrimonio" afferma lui mentre mi alzo.
"Si è fatto tardi, devo tornare a casa altrimenti i miei genitori mi faranno troppe domande. A domani Levi" lo saluto iniziando a camminare verso casa.
"A domani, T/N".

"Signorina T/N si svegli!" dice Nana mentre mi scuote cercando di farmi alzare "Signorina T/N si deve svegliare, la famiglia Grivald sarà qui tra un'ora, si deve preparare"
"Preferisco rimanere nel mio letto, grazie" affermo nascondendomi nelle coperte.
"Signorina T/N, sa che non è possibile. La prego si alzi" continua imperterrita lei e allora io decido di alzarmi. Mi tolgo la camicia da notte e indosso l'abito fatto apposta per l'occasione: è di un colore lilla molto chiaro, arriva fino a metà polpaccio e ha alcuni nastrini gialli che fanno da ornamento. Una volta vestita Nana mi fa sedere sullo sgabello e mi acconcia i capelli con un paio di nastrini. Per fare tutto ciò ci impiego un'ora e quando ho finito scendo in salone per accogliere gli ospiti.
"Buongiorno padre, buongiorno madre" saluto con un piccolo inchino.
"Buongiorno figliola, oggi è un grande giorno, compi undici anni e incontri il tuo futuro sposo" afferma mio padre mentre sorseggia del tè.
"Preferirei tornare indietro a ieri" dico senza che i miei mi sentano. Poco dopo arrivano i Grivald e li accogliamo nel salone mentre il maggiordomo serve a tutti del tè.
"Buongiorno Jaques, è un piacere reincontrarla, soprattutto se per il fidanzamento dei nostri figli" afferma mio padre stringendo la mano al signore di nome Jaques.
"Certamente Arthur, il piacere è tutto mio. Lui è mio figlio Edwin, è il primogenito, colui che erediterà l'azienda di famiglia". A quelle parole ogni speranza di incontrare un ragazzo diverso dai soliti uomini della nobiltà si rompe.
"Jaques, se volete seguirmi nel mio studio, così da discutere in tranquillità" domanda mio padre e insieme all'altro uomo vanno verso il suo ufficio. Io approfitto della situazione e cerco di andare in giardino, però mia madre mi nota e invita il ragazzo a venire con me.
"Come ti chiami?" mi chiede mentre usciamo dalla casa e io gli lancio un'occhiataccia dovuta all'uso del tu.
"T/N, voi Edwin, giusto? Quanti anni avete?" domando, dato che sin dall'inizio mi è parso molto più grande rispetto a me, marcando molto il voi.
"Quindici, molto più grande rispetto a te, piccola T/N" risponde lui continuando ad usare il tu, anche se è ovvio che mi dia fastidio.
"Preferirei che usaste il voi fino a quando non ci saremo conosciuti adeguatamente" affermo guardandolo molto freddamente.
"No, sei la mia fidanzata, quindi posso riferirmi a te come voglio" risponde lui ghignando e mi mette un braccio intorno alle spalle. Io lo scosto bruscamente e dico: "Non siamo ancora fidanzati, i nostri genitori hanno solo parlato di possibile fidanzamento, non è stato ufficializzato nulla. Poi eviterei il contatto fisico, come le ho già detto lascerei certi comportamenti troppo espansivi a quando ci saremo conosciuti adeguatamente".
"Capisco, vuoi lasciare il contatto fisico alla prima notte di nozze" afferma aumentando il ghigno che ha in faccia.
"Preferirei a dopo il vostro funerale, ma se è necessario va bene anche dopo il matrimonio"
"Sei così fredda anche mentre lo fai? È per sapere, non vorrei ritrovarmi in una bufera di neve quando speravo di trovarmi in un bella giornata estiva di sole" dice ridendo.
"Non so a cosa vi state riferendo" lo guardo in modo interrogatorio non capendo cosa intendesse.
"Sei ancora troppo piccola e innocente, ma stai tranquilla che ci penserò io a farti crescere" sussura l'ultima parte nel mio orecchio e appoggia una mano sul mio fianco. Io d'istinto mi allontano e gli porto la mano dietro alla schiena.
"Come vi ho già detto non gradisco il contatto fisico, ne tanto meno che mi vengano dette cose all'orecchio. Vi sarei grata se rispettaste i miei spazi" affermo lasciandolo libero.
"Vedo che sei molto forte per essere una ragazzina di undici anni. Comunque sone certo che alla fine riuscirò a domarti, piccola T/N" e mi fa l'occhiolino. Detto ciò si avvia verso la casa dato che Nana ci stava richiamando.
"Com'è andata la conoscenza figliolo" gli chiede suo padre una volta dentro.
"È una ragazza molto interessante, mi piacerebbe conoscerla più approfonditamente" risponde lui con un ghigno in faccia.
"Bene allora per quanto mi riguarda possiamo anche ufficializzare il fidanzamento" afferma l'uomo e io sbianco.
"Certamente, mia figlia ne è contenta" e mi indica come a dimostrare la sua tesi.
"No"

Angolo autore

Buondì, scusate se la scorsa settimana non ho aggiornato, ma ho avuto diversi impegni e ho preferito aspettare e pubblicare un bel capitolo piuttosto che metterne uno fatto di fretta e brutto, soprattutto perché è una parte importante della storia. Scusatemi anche per la suspense, ma mi diverte, soprattutto perché mi vengono in mente le bellissime palme di sk8.
Tornando alle cose serie

Che ne pensate? Cosigli o critiche?

Prima che tu muoia vedrò il tuo sorriso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora