"Certamente, mia figlia ne è contenta" e mi indica come a dimostrare la sua tesi.
"No" urlo senza accorgermene.
"Come scusa?" mi chiede mio padre fulminandomi con lo sguardo.
"Credo ci voglia più tempo per conoscere al meglio una persona e per decidere se questa sia adatta a diventare colei con cui passerai l'intera vita, perciò ritengo che sia piuttosto affrettato confermare oggi il fidanzamento. Ovviamente questa è solo la mia umile opinione e se voi deciderete di non tenerla in conto non aggiungerò altro, però considero opportuno concederci altro tempo per conoscerci e decidere se effettivamente questo matrimonio ci entusiasma o meno" spiego, mentre dentro morivo d'ansia, sotto lo sguardo attento degli uomini.
"Ritengo che la proposta di sua figlia sia ragionevole, perciò possiamo concederglielo. In fondo è solo una ragazza, è normale che sia un po' spaventata da questo matrimonio. Noi cercheremo un alloggio qui nei dintorni e resteremo una settimana, così da dar loro il tempo per conoscersi" afferma il signor Jaques.
"Se per voi va bene, allora acconsento anche io. Ma non vi scomodate a cercare una stanza, vi ospiteremo qui"  li invita mio padre facendo cenno ad un cameriere di avvicinarsi.
"Stai tranquillo, Arthur. Non vogliamo causarvi scompiglio"
"Nessun problema, in fondo questo è stato causato da mia figlia, è il minimo che possa fare" e detto ciò un cameriere gli accompagna nelle stanze per gli ospiti. Io approfitto e scappo dalla casa andando verso il paese per incontrare Levi.

"Auguri T/N" dice Levi abbracciandomi.
"Grazie Levi" ringrazio ricambiando l'abbraccio.
"Tutto bene?" mi chiede dato che non volevo sciogliere l'abbraccio "Com'è il ragazzo?"
"Peggio di quanto pensassi. Lo odio" affermo sciogliendo l'abbraccio.
"Cos'è successo?"
"È insopportabile e presuntuoso. Non ci eravamo mai visti prima di oggi eppure ha usato il tu e quando gli ho detto che mi dava fastidio ha risposto con: -mi riferisco a te come voglio, sei la mia fidanzata-" racconto imitandolo "Non siamo ancora ufficialmente fidanzati e lui già pensa di poter fare quello che vuole. Poi, come se non fosse abbastanaza, ha pure iniziato a toccarmi e ha riferirsi a cose strane"
"Cosa intendi dire?" chiede un po' preoccupato.
"Mi ha messo il braccio sulle spalle, mi ha sussurrato cose all'orecchio e mi ha pure messo una mano sul fianco. A queste ultime azioni non ci ho visto più e mi sono difesa. Poi mi chiama piccola e dice di volermi domare. Mi ha pure chiesto se sono sempre fredda quando faccio le cose e che si aspettava di trovare una giornata estiva e invece si ritrova in una bufera di neve. Si prende troppe libertà e non rispetta le mie richieste e ha sempre un ghigno inquietante in faccia" spiego quasi con le lacrime agli occhi.
"Almeno oggi è passato, non dovrai più vederlo per un bel po'" afferma lui senza sapere che lo devo sopportare per una settimana intera.
"Magari, ho detto che necessitiamo più tempo per conoscerci e i nostri padri hanno concordato una settimana. Una settimana dove lui starà a casa mia tutto il tempo, giorno e notte" mi lamento io poggiando la fronte sulla sua spalla.
"Tieniti sempre pronta a difenderti, se serve portati con te il pugnale che ti ho regalato. Ogni volta che vuoi scappare da quella casa sai dove trovarmi. Se osa fare altro, non farti problemi e dimmelo, me ne occuperò io" mi dice guardandomi negli occhi.
"Addirittura il pugnale, va bene che è fastidioso, ma non credo che serva ucciderlo" ribatto ridendo.
"Tieniti pronta a qualsiasi ora e se non ti senti tranquilla puoi venire da me anche di notte. Una casa abbandonata non sarà bella e comoda come camera tua, però almeno posso proteggerti" afferma non facendo caso al mio commento.
"Non dicevi che dovevo diventare io stessa il mio l'eroe? Ora vuoi fare l'eroe senza macchie e senza paure?" chiedo cercando di alleggerire la situazione.
"Ovviamente, ma avvolte è necessario fare affidamento sugli altri" mi spiega mentre si alza "Seguimi, ti devo dare il mio regalo" allota io mi alzo e lo seguo curiosa di sapere cosa intendesse. Ci spostiamo per la città tramite piccole vie secondarie fino a quando non raggiungiamo il bosco. Ci inoltriamo nel bosco e io lo seguo cercando di ricordare la strada chi stiamo facendo. Dopo alcuni minuti raggiungiamo una piccola cascata che si riversa in un laghetto.
"È stupendo" affermo estasiata dalla vista. Siamo all'incirca al centro del bosco dove c'è la sorgente del fiume che arriva fino in città. Il fiume ha scavato il terreno creando tante piccole cascate e alla fine della discesa c'è una piccolo lago dove si radunano diversi pesci. Il tutto è contornato da alberi in fiore che danno una aspetto mistico e romantico al luogo.
"Come l'hai scoperto? È bellissimo"
"Mi sono addentrato nel bosco cercando di scappare dalle guardie e senza rendermene conto sono arrivato qui. Quando l'ho visto ho pensato a te e mi sono ripromesso di portarti qui il giorno del tuo compleanno" mi spiega sedendosi sulle radici di un albero.
"È fantastico, sembra di essere in qualche libro che narra di storie di fate e folletti. Lo adoro. Grazie per avermici portata" affermo sedendomi accanto a lui e gli rivolgo un sorriso sincero. Lui alza leggermente gli angoli della bocca e dice: "Mi fa piacere".
"Questo sarà il nostro luogo segreto. Ogni volta che vogliamo scappare da tutto e da tutti verremo qui. Solo io e te conosceremo questo posto e non ci porteremo nessun altro, a meno che non lo conveniamo assieme. Va bene?" chiedo porgendogli la mano.
"Come vuoi" risponde freddamente stingendomi la mano.

Angolo autore

Buongiorno gente. Come va?

Oggi non è lunedì, quindi tecnicamente non avrei dovuto aggiornare, però ho deciso di farvi un regalino. Ringraziate anche una certa persona, la quale mi ha fatto notare che è cattivo lasciare la suspense per così tanto tempo dopo aver saltato una settimana.

Vi è piaciuto il capitolo? Avete qualche consiglio o critica?

Ora mi dileguo dato che c'è una torta che non aspetta altro che essere mangiata da me. A lunedì

Prima che tu muoia vedrò il tuo sorriso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora