"Dunque, cosa fai solitamente?" chiedo ad Alice per conversare.
"Prima che mi venisse chiesto di farle compagnia, aiutavo mia madre in cucina il pomeriggio, mentre la mattina andavo a scuola. Per questa settimana ho un permesso, così da farle compagnia tutto il tempo" risponde lei con il sorriso.
"Com'è la scuola? Ti piace andarci?" domando curiosa.
"No, è un posto orribile. Ci sono i figli dei ricchi, che si credono costantemente superiori solamente per lo status sociale dei genitori e non fanno altro che deridere chi viene da famiglie più povere. Io sono stata abbandonata da mio padre quand'ero piccola, quindi non l'ho mai conosciuto e sono sempre stata con mia madre. Appena sono diventata abbastanza grande per lavorare i signori T/C mi hanno chiesto di dare una mano in cucina, così che non fossi una zavorra per la servitù. In pratica sono la vittima perfetta per i miei compagni: mi prendono ogni giorno in giro, perché non ho un padre, e mi escludono da uscite e pomeriggi insieme, perché sono "quella che deve lavorare". Perciò per me passare una settimana via da quel luogo è un sollievo" mi spiega con gli occhi lucidi.
Appena lei finisce di parlare cala il silenzio, un po' perché io ho paura di chiedere qualcosa di sbagliato e un po' perché lei non ha più molta voglia di dialogare, pertanto ognuna si dedica alla propria attività: io mi metto a leggere, mentre lei inizia a ricamare un fazzoletto. Nessuno mi ha mai insegnato a ricamare, però osservandola mi viene voglia di imparare, perciò le chiedo di insegnarmi.
"Certamente, vado nella mia stanza a prendere altri fili e un secondo telaio, così ti insegno subito" e detto ciò esce dalla biblioteca.
Dopo pochi minuti torna con in mano una bellissima cappelliera di un giallo dorato.
"Come prima cosa scegli il colore con cui vuoi ricamare" mi consiglia lei e io prendo un filo del mio colore preferito.
"Bene, adesso lo metti nell'ago" e mi mostra come si fa.
Passiamo l'intera mattinata con lei che mi insegna a ricamare; alla fine ho ricamato una piccola "L" in corsivo sull'angolo del tovagliolo. Una volta finita questa settimana porterò il fazzoletto a Levi, così da ringraziarlo per l'altra sera.

Dopo pranzo io ed Alice decidiamo di andare nella stanza con il pianoforte, dato che devo esercitarmi.
"Buongiorno fanciulle" esclama Edwin entrando nella stanza e facendomi sbagliare le note del valzer che stavo suonando.
"Ho notato, piccola T/N, che oggi sei stata sempre in compagnia di questa serva. Quando potremo passare del tempo solo noi due, così da conoscerci il più a fondo possibile?" mi chiede sedendosi accanto a me sullo sgabello.
"Mi spiace deluderla, signorino Edwin, ma passerò tutto il mio tempo con Alice" affermo marciando il nome della ragazza, ma tenendo lo sguardo basso.
"Una cosa a tre non era nei miei piani, ma se è quello che desidera la piccola T/N, per me va bene" dice lui ghignando. Io lo guardo confusa senza capire cosa intenda, mentre cerco di allontanarmi da lui, il quale tenta di prendermi la mano.
"Signorino Edwin, non succederà nulla di quello che sperate e ora sarebbe meglio se lasciasse la signorina T/N in pace, dato che deve finire i suoi esercizi al piano" afferma freddamente Alice mettendosi dietro di me.
"Nessuno però mi vieta di rimanere qui ed ascoltare la mia futura moglie suonare, o sbaglio?" domanda sarcasticamente Edwin sfidando sia me che Alice con lo sguardo.
"Io non posso decidere per la signorina T/N, ma se lei non la volesse qui, allora lei sarà costretto ad uscire" spiega Alice dato che io ero spaventata dalla vicinanza del ragazzo.
"Sono sicuro che la mia futura moglie preferisca che io rimanga qui a farle compagnia, piuttosto che passare il tempo in solitudine, o sbaglio?" chiede avvicinando il suo viso al mio, come se volesse baciarmi. Questo movimento mi ricorda la sera precedente e io mi alzo di scatto in piedi spingendo Alice per terra.
"Quando mi esercito al pianoforte preferisco la solitudine" affermo mentre aiuto Alice ad alzarsi e mi scuso con lei.
"Eppure la serva era qui con lei prima, mentre suonava" mi fa notare Edwin e si mette proprio dietro di me, come se volesse farmi sentire la sua presenza continuamente; è come se volesse dirmi "io ci sono e ci sarò per sempre, non puoi liberarti di me", anche se è quello che desidero con tutta me stessa. Non voglio sposarlo, non potrei mai farlo: desidero la libertà, desidero combattere i giganti con Levi, non voglio diventare la moglie di Edwin, il quale mi vede solo come un oggetto.
"Alla sua presenza sono abituata, partecipa alle mie lezioni sin da quando ero piccola" affermo con voce strozzata mentre continuo a fissare il pavimento.
"Allora abituati anche alla mia presenza" propone lui mentendo una mano sulla mia spalla.
Io inizio a sentirmi decisamente a disagio e non riesco più a dire nulla, anche se vorrei urlargli di andarsene. La sua presenza è diventata opprimente e io non riesco ad uscirne fuori. Mando un segnale d'aiuto ad Alice attraverso lo sguardo, che lei fortunatamente coglie.
"Purtroppo si sono fatte le 17 e la signorina T/N adesso ha un altro impegno, perciò oggi non potrà sentirla suonare, sarà per un'altra volta" afferma Alice cingendomi le spalle con un braccio in modo da liberarmi dalla presa di Edwin e accompagnandomi alla porta. In realtà non avevo nessun impegno, però per far sembrare la piccola bugia di Alice reale lei propone di andare in paese per farci una passeggiata; accetto volentieri e mi aiuta a prepararmi per uscire. Mentre mi acconcia i capelli mi viene in mente un'idea e decido di prestare ad Alice un mio vestito.
"Non posso indossarlo signorina T/N, sarebbe immorale" si rifiuta lei.
"E invece lo indosserai e poi chiederemo a Nana di farti acconciare i capelli. Voglio che sembriamo due sorelle" affermo io irremovibile mentre esco dalla stanza per chiamare Nana.
Quando torno Alice ha indossato il vestito e Nana si mette ad acconciarle i capelli. Una volta pronte ci incamminiamo verso la strada principale della città.

Angolo autore

Buongiorno gente, dopo tanto tempo ho finalmente aggiornato la storia. Mi spiace per averci messo così tanto tempo, ma ho avuto diversi problemi.

Che ne pensate del capitolo?

Prima che tu muoia vedrò il tuo sorriso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora