Mi svegliai come ogni giorno alle sette meno un quarto. Il suono della sveglia era assordante ma purtroppo non potevo cambiarlo, era un aggeggio troppo vecchio per riuscirci. Mi alzai con fatica e per poco non rimasi accecato dalla luce improvvisa proveniente dalla finestra.

-Mamma chiudi le persiane! Quante volte ti ho chiesto di non aprirle di colpo, uno di questi giorni rimarrò cieco!

Mentre cercavo di abituarmi a quel bagliore infinito che mi bruciava le iridi sentii mio padre urlarmi di muovermi e di andare a fare colazione. Mi vestii in fretta e furia e scesi di sotto. Non avevo voglia di affrontare di prima mattina la conversazione con i miei che ero sicuro che mi avrebbero fatto se non fossi sgattaiolato fuori all'istante. Presi una banana, una fetta di pane tostato e senza neanche salutare uscii di casa. Avevo le scarpe slacciate dalla fretta ma almeno ce l'avevo fatta.

Per un pelo non persi l'autobus, non potevo permettermi di arrivare tardi il primo giorno di scuola. Fortunatamente ero un bravo corridore.

All'entrata da scuola vidi subito Teresa, la mia migliore amica. Grazie a dio è sempre in anticipo altrimenti sarei rimasto lì impalato ad aspettarla e a fare la figura dell'idiota. In realtà, ad essere onesti non so cosa siamo. Ho sempre pensato che noi due fossimo un po' più di amici dopo il bacio dell'anno scorso, ma non ne sono sicuro, non ho mai provato niente di speciale ne per lei ne per nessun altra ragazza. Non so bene cosa si provi. In ogni caso quel bacio era acqua passata, avevamo bevuto una birra di troppo ed è accaduto, niente di più, almeno credo.

-Ehy mi stai almeno ascoltando?-

La voce di Teresa mi riscosse dai miei pensieri.

-stai bene? ti vedo un po' distratto.- disse 

-si, si tranquilla, sono solo un po' agitato per il primo giorno, e tu, come te la passi, qualche novità?- 

-solite cose, i miei litigano per ogni cosa e io mi chiudo in camera a leggere, nulla di particolare.-

 -mi dispiace che le cose a casa vadano così, c'è qualcosa che posso fare?- mi sentii un po' incolpa per quello che stava passando, anche se io non centravo assolutamente nulla, chissà magari questo significa amare qualcuno. 

-No tranquillo Thomas, ma grazie lo stesso.- disse mentre si incamminava verso la porta.

la mia prima lezione era ceramica, abbastanza inutile ma almeno è come perdere un'ora, infatti passò in fretta. mi dirigevo verso l'aula di biologia quanto vidi un ragazzo alto e con il ciuffo biondo dall'aria misteriosa atteggiarsi vicino alla porta. Non l'avevo mai visto in giro prima, doveva essere nuovo. Lo superai e entrai in classe.

Biologia era la materia che preferivo in assoluto. Presi tutti gli appunti necessari sul DNA e sulle chimere. Non ero esattamente un secchione, ma biologia mi risultava molto semplice da studiare e non ho mai avuto difficoltà. Invece Teresa non ci capisce molto, la aiuto sempre con i compiti e molte volte viene a casa mia. Credo che i miei inizino a sospettare che abbiamo una relazione. Beh, in ogni caso si sbaglierebbero di grosso.

Finita la lezione posai i libri nell'armadietto e entrai nell'aula di letteratura, la materia che più odiavo, ancora ora mi chiedo perché esista o perché si studi nelle scuole. Mi misi a sedere nel  solito banco in fondo, quello con tutte le scritte incise sui bordi e alcune gomme da masticare appiccicate sotto di esso, non che fosse molto diverso dagli altri della classe, anche se mi piaceva pensare che lo fosse. 

Il prof stava per iniziare a spiegare quando il vicepreside entrò a passo svelto e spedito in classe. All'inizio pensai che qualche genitore avesse chiamato per il figlio o cose del genere, ma poi scorsi dall'angolo della porta un ciuffo biondo familiare. 

-Buongiorno ragazzi. Come magari avrete già notato, da quest'anno abbiamo un nuovo studente. Lui è Newt. E' appena arrivato dall'Inghilterra, quindi che non vi salti in mente di dire qualcosa riguardo il suo accento, intesi?-

In quel momento il ragazzo che avevo incontrato davanti all'aula di biologia entrò in classe, sempre con il suo fare misterioso. Indossava dei jeans azzurri abbinati a degli anfibi marroni, una normale maglietta bianca con la scollatura a V e una giacca di pelle nera non troppo lunga. lo devo ammettere, quel ragazzo aveva stile. 

Si sedette nel banco di fianco a quello di Minho, uno dei ragazzi più popolari della scuola.  Era il capitano della squadra di atletica, aveva superato il record dei 100 metri dello stato, insomma, un vero leader, e correva veloce come il vento. Era coreano, muscoloso e affascinante, non sono sorpreso che tutte le ragazze gli stessero sotto. Aveva degli occhi a mandorla rivolti allegramente all'insù o alla carnagione piacevolmente giallastra. Sta di fatto che a vista mi è sempre sembrato simpatico, anche se non ci avevo mai avuto una vera conversazione a parte dei "ciao" o degli "a domani".

Di solito, nonostante la letteratura mi annoi a morte, comunque ascolto in classe per non rimanere indietro col programma, ma questa volta era diverso.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal nuovo arrivato. Mi misi ad osservare il suo volto dalla carnagione chiara. Aveva un grazioso naso rivolto all'insù, delle labbra sottili e rosate e degli occhi marroni così scuri da sembrare neri e così intensi che quasi non mi accorsi di starlo fissando da ormai 10 minuti. Non so perché quel ragazzo suscitava così tanto interesse e curiosità in me. Quando mi girai vidi che aveva posato lo sguardo su di me, ma lo distolse subito. 

Il resto della lezione avanzò così lentamente che pensavo che non sarebbe mai finita. Mi sforzai di non guardare Newt per tutta l'ora, anche se la curiosità stava prendendo il sopravvento. Quando suonò la campanella, quasi non me ne accorsi. Rimasi fermo impalato a fissare il vuoto finché due occhi marroni non si palesarono a trenta centimetri dal mio viso. 

-Ei, c'è qualcosa che non va? Stai bene?- 

La sua voce era così pacata e premurosa, aveva appoggiato la mano sullo schienale della mia sedia e mi guardava negli occhi. 

-No no tranquillo, sto bene, anzi alla grande! Tu sei Newt vero? Io mi chiamo Thomas.-  

-Piacere Tommy.- all'inizio Tommy mi sembrò strano come nome, un po' infantile, ma ovviamente cambiai idea. 

-Si, sono nuovo. Mi sono appena trasferito qui da Londra. Mio padre ha ricevuto un offerta di lavoro migliore e quindi eccomi qua.-  

-Sono felice che tu abbia scelto di venire qui.-  Ancora oggi mi pento di quella stupida frase, lo devo ammettere, ero piuttosto nervoso anche se non ne coglievo la ragione. 

-In realtà non ho avuto molta scelta, ma grazie.-  Prese il suo zaino e si incammino verso l'uscita. Un attimo prima di attraversare la porta si girò a guardarmi e accennò un sorriso. In quel momento pensai che saremmo diventati grandi amici, ma ovviamente mi sbagliavo.

questo è il primo capitolo. A breve ne pubblicherò altri. E' la prima ff che scrivo e spero davvero che vi piaccia! ovviamente è solo l'inizio di una storia d'amore caotica ma meravigliosa. Fatemi sapere nei commenti se vi piace e se avete suggerimenti per il continuo! 

INFINITE II newtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora